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Zoran, il mio nipote scemo

Creato il 26 aprile 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

locandinaAmabile come il vino e dal retrogusto agrodolce

Pellicola agrodolce, Zoran, il mio nipote scemo esibisce un perfetto equilibrio di ironia e amarezza e mette in scena un Battiston “mostruoso”, su cui è stata cucita una parte ad hoc.

Opera ad alto tasso alcolico, Zoran, il mio nipote scemo è l’esordio alla regia di Matteo Oleotto. E, bisogna ammetterlo, il regista goriziano fa centro al primo tentativo, costruendo una pellicola che ruota attorno alla provincia di confine (quella italo-slovena), attraversata da un senso di desolazione e da un impulso a fuggire il prima possibile. È questo il sogno del protagonista Paolo, un burbero alcolista, che passa le sue giornate tra un bianchino al bar e il lavoro (mal digerito) in cooperativa. La sua esistenza è piatta, costellata di delusioni e segnata da un matrimonio fallito, ma la sorte pare accanirsi. Difatti la zia morta gli lascia in eredità il nipote Zoran, che parla come un libro stampato di fine ‘800 e rasenta l’autismo. Tuttavia Zoran (a cui Paolo storpia spesso il nome in Zagor) è un asso delle freccette e l’imminente campionato del mondo (in Scozia) potrebbe portare in dote un’ingente somma.

Se dapprima Zoran, il mio nipote scemo prende le sembianze della commedia classica, equivoca e zeppa di cliché, progressivamente si fa amabile manifesto di un cinema ironico, ma profondamente contrappuntato da una sensazione di disagio e amarezza. Difatti, possedendo entrambe le anime della commedia italiana, il film di Oleotto lascia in bocca un robusto e rotondo sapore, come nei vini migliori. E tutto ciò lo ottiene pur scivolando nella delineazione stereotipata dei personaggi, nella narrazione immobile, che non si lancia alla ricerca di catarsi o redenzioni, ma rimane ben ancorata a una comicità popolare, della piccola provincia di confine.

Libero e svagato, Zoran, il mio nipote scemo si muove al ritmo di una canzone popolare (che ritorna prepotente in molte sequenze del film), esagera in siparietti, ostenta macchiette. Tuttavia si sorregge abilmente su un fantastico Battiston, cinica, bisbetica e disagiata figura, che dispensa meschinità e opportunismo, costantemente con il sorriso sulle labbra e un bicchiere di vino tra le mani.

Uscita al cinema: 31 ottobre 2013

Voto: ***


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