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Zucchero: un convegno dovrebbe dare una scossa all' immobilismo istituzionale

Creato il 05 luglio 2015 da Michelotto
Zucchero: un convegno dovrebbe dare una scossa all' immobilismo istituzionale Non so voi, ma a me non è mai sfuggita un'incongruenza come il fatto che l'uso di stupefacenti sia legalmente perseguito in ogni Paese del mondo, quello di alcool e tabacco sottoposto a controllo e restrizioni, nonchè oggetto di campagne mediatiche dissuasive, mentre per un killer silenzioso di uso generalizzato e onnipresente in ciò che mangiamo, come il comune zucchero tutto procede a rilento e le blande proposte di ridurne il consumo, che qualsiasi persona di buonsenso auspicherebbe, non ricevono quasi mai sufficiente considerazione da  chi ha il potere di legiferare o, peggio, subiscono  forti resistenze da parte di chi si sente colpito nei propri interessi. 
E sì che ce ne sarebbero di cose da raccontare su certi retroscena a tal proposito! Si potrebbero citare ad esempio le energiche proteste delle multinazionali dello zucchero indirizzate all'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e alla FAO che nel 2002 sulla base di un documento scientifico congiunto arrivarono a proporre un limite  massimo del 10% dell' introito calorico giornaliero per le calorie assunte sotto forma di zucchero (successivamente aggiornato al 5%)  o le  manovre nascoste delle stesse multinazionali per influenzare ricercatori e responsabili delle due organizzazioni perchè si accordassero su norme meno restrittive. Ma il peso  dell' industria in parola nell' influenzare i messaggi che arrivano alle masse si esprime anche in modi più sottili e subdoli, condizionando persino i termini scelti e il linguaggio usato nelle raccomandazioni dietetiche ufficiali  degli organi d' informazione al fine evidente di renderle meno chiare ed esplicite possibile.
Come si può immaginare, l' industria alimentare, e quella dolciaria in particolare, smuove enormi capitali e non c'è tanto da meravigliarsi  che sia in grado di influenzare non solo la politica ma anche la stessa ricerca scientifica (nella terza parte del libro "Whole-Vegetale e Integrale" di Colin Campbell si parla dettegliatamente di questo aspetto) . E non si tratta necessariamente o soltanto di ricorrere  a mezzi illegali come la corruzione, ma di agire scoraggiando per esempio il prosieguo in una certa direzione investigativa con l' approfondimento in quelle aree  che già hanno portato a risultati interessanti e promettenti, ma scomodi per l' industria (se ne possono trovare prove qui, qui e qui).

Non è il caso di stare ancora a discutere sulle reali dimensioni della dannosità dello zucchero:  oggi che abbiamo la fortuna di disporre di uno strumento fantastico come internet è già sufficiente una  breve ricerca   per rendersene conto,  ormai è solo questione di volersi informare.


Inoltre, essendo lo zucchero assieme agli altri alimenti raffinati la principale causa della cosiddetta sindrome metabolica, a sua volta la condizione di partenza per tutte le più significative  attuali patologie della nostra  società, esso porta a considerare un aspetto assai trascurato dell' intera questione, data la diffusa miopia che non risparmia certo politici e scienziati di ristrette vedute, e cioè i risvolti economico-sociali della cattiva salute della popolazione che ha ripercussioni su tutto il sistema sanitario sempre più in crisi e ormai vicino al collasso. Si tratta di uno stato cronico comune a tutti i Paesi avanzati che si spiega con la maggiore aspettativa di vita della popolazione resa possibile dall' offerta di tecnologie mediche e farmaci sempre più sofisticati e costosi che tengono in vita sempre più anziani, cioè la frazione meno produttiva della società e bisognosa di continua assistenza medica, senza però poterla mai guarire. Anzi, il ricorso sistematico a trattamenti sintomatici causa spesso ulteriori problemi ai quali si cerca di porre rimedio con le stesse strategie innescando un circolo vizioso. Ma c'è di più, perchè con la spinta alla privatizzazione dei servizi sanitari si privilegiano interventi più redditizi indipendentemente dalla loro effettiva utilità, confinando i servizi sanitari statali a ruoli assicurativi che comportano ulteriori costi amministrativi.
Perciò per tutti questi motivi da semplice persona di buonsenso non posso che chiedermi come si possano mettere in discussione le direttive  nientemeno che dell' OMS, che sono poi le stesse del Codice Europeo contro il Cancro e del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), come è stato clamorosamente fatto recentemente anche in Italia, contrariamente ad altri Paesi europei, come la Francia e la Gran Bretagna, che hanno già applicato una tassa sul cibo-spazzatura
Zucchero: un convegno dovrebbe dare una scossa all' immobilismo istituzionale

Le seguenti sono solo alcune dichiarazioni, vere perle di saggezza, tra cui quella del ministro della salute Lorenzin, che ha così pubblicamente commentato in seguito ad un incontro nel novembre 2014 col direttore dell' OMS in cui esprimeva la sua contrarietà alle nuove norme proposte: "E' un'aggressione alle nostre tradizioni dolciarie. No a diktat senza base scientifica".


"C’è una vulgata, soprattutto americana e inglese, che criminalizza lo zucchero, come se fosse causa di tutti i mali del mondo» ammette Andrea Ghiselli, nutrizionista e dirigente del Cra, il Consiglio ministeriale per la ricerca sull’alimentazione. «Ma se ci focalizziamo su un alimento perdiamo di vista il vero responsabile, ovvero la sedentarietà - prosegue Ghiselli -. Il fabbisogno giornaliero è ormai ridotto a meno di 2.000 kilocalorie, ma se mi muovo e faccio sport e ne consumo 4.000, allora lo zucchero mi può fare bene, perché mi dà energia".
Non è corretto demonizzare un singolo nutriente che, se inserito senza abusi in un regime nutrizionale sano, può essere assunto senza causare danni. Infatti, non esistono cibi buoni o cattivi ma solo diete buone o cattive.", è invece  la risposta del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo a un' interrogazione di due deputati presentata in seguito alla pubblicazione di un articolo di Nicoletta Dentico che criticava la posizione dell' Italia nei confronti delle linee-guida OMS.
Di solito leggendo affermazioni allucinanti come queste che lasciano semplicemente attoniti, soprattuto perchè dette da "esperti", non si sa mai quanto in esse ci sia di ignoranza e quanto di malafede, ma nel nostro caso non ci restano molti dubbi se solo si precisa che un consigliere dell' industria dolciaria Ferrero faceva parte della delegazione italiana che si oppone alle misure dell' OMS sullo zucchero, come specificato nel suddetto articolo-denuncia.
Ma per fortuna c'è una piccola minoranza di persone che, conscia della gravità e dell' urgenza del problema, non sta a guardare rassegnandosi a questa situazione, aspettando magari che "qualcuno lì in alto" prima o poi rinsavisca e prenda provvedimenti.
Ecco perchè si è voluto organizzare  il convegno di cui riporto qui in basso la registrazione completa.
L' incontro, che si è tenuto l' 11 giugno scorso alla Camera dei Deputati, è stato voluto inizialmente da un deputato del M5S e ha visto la partecipazione di varie personalità, fra cui Ennio Battisti, direttore di Vita & Salute, una associazione onlus che è anche una rivista nota proprio per aver lanciato qualche anno fa una campagna  per una petizione a favore di una riduzione dello zucchero negli alimenti (ne ho accennato anch'io a suo tempo nell' articolo "Fumo, alcool e droghe da sempre stigmatizzati. E lo zucchero?"), la  signora mia amica Elena Alquati, fondatrice e presidentessa dell' associazione macrobiotica "L' Ordine dell' Universo" (che interviene a un' ora e 27 minuti dall' inizio del convegno), i portavoce M5S nelle Commissioni Agricoltura e Salute e naturalmente, dulcis in fundo, l' immancabile Prof. Franco Berrino, che non ha bisogno di presentazioni essendo un' autorità assoluta in materia di cibo e salute.
Il convegno che, dato il tema dibattuto a livello politico, non ha precedenti aveva lo scopo di richiamare con mozioni sia il mondo politico che quello dell' industria alimentare a intraprendere azioni concrete nella direzione emersa dal confronto. Anche se ogni qual volta si tratta di regolamentare qualcosa di potenzialmente nocivo c'è sempre qualcuno che ravvisa in questo una forma di proibizionismo e di attentato alla libertà individuale, non si tratta affatto di questo, come è stato messo in evidenza, ma di semplice buonsenso. Perchè se di libertà si vuol parlare, si deve anche tener conto di chi per esempio non ha la libertà di scegliere cosa mangiare nelle mense, di chi viene ingannato dalle ambigue o non veritiere definizioni apposte sulle etichette alimentari, dalla loro a volte difficile interpretazione (e questo riguarda anche lo zucchero), dai caratteri di stampa così piccoli da richiedere la lente d' ingrandimento, la libertà di chi subisce la disinformazione dei media e delle stesse istituzioni. E ancora una volta non posso tacere l' effetto nefasto soprattutto sui giovanissimi, ma non solo, degli sciagurati spot pubblicitari che giornalmente nelle ore più cruciali vanno in onda in tv e che riguardano nella larga maggioranza dei casi, guarda un pò, proprio quanto di peggio l' industria del cibo spazzatura proponga. E di fronte a questa indecenza qualcuno osa pure parlare di libertà?
Va da sè che, a prescindere dall' esito che avrà questo incontro, sta a noi consumatori fare la nostra parte assumendoci ognuno la propria responsabilità grazie alle nostre scelte. Saranno quelle il miglior deterrente per indurre l' industria a cambiare politica.

Michele Nardella

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