Portogallo 7, Caro Lìder con magliette italiane 0. Ma non ci avevano spiegato che non esistono più le squadre materasso? Poi si scopre che dipende dal materassaio.
PROBABILMENTE NO
"E' probabile che la squadra non abbia fatto quello che sapeva di dover fare" dice Marcello il Testone con una frase un po' avvitata su se stessa. Io ho paura che invece questa squadra abbia fatto esattamente quello che sa fare, cioè poco. Proviamo a dirlo: siamo una squadra scarsissima.
DIMMI CON CHI GIOCHI
Nella Nazionale che vinse il Mondiale 2006 c'erano una mezza dozzina di giocatori della Juve, la squadra che aveva dominato la serie A giocando il calcio migliore, Moggi o non Moggi, più un buon gruppo del Milan che nel 2007 avrebbe vinto la Champions contro il Liverpool ad Atene, mischiati insieme e irrobustiti da gente forte come Toni, Iaquinta, Totti, Materazzi. Nella Nazionale che sta facendo pena in Sud Africa ci sono molti giocatori della Juve che ha fatto pena in campionato, alcuni superstiti del Milan che ha fatto un mediocre campionato ed è stato buttato fuori rapidamente dall'Europa, calciatori di un' Udinese che a tratti ha galleggiato nella zona B e due di una Fiorentina che non è mai riuscita davvero a competere per i primi quattro posti. E' inutile aggiungere altra spiegazioni alle nostre figuracce contro Paraguay e Nuova Zelanda. Lo scadimento dei calcio italiano, quello italiano davvero, non quello di stranieri pagati coi soldi italiani, è evidente. Esaltarsi per la vittoria in Champions di un club fatto soltanto di giocatori stranieri con tecnico straniero e poi pretendere che la Nazionale brilli è, per lo meno, ipocrita.
LADRI E NON LADRI
Lo scorso anno a Roma mi fu rubato dalla tasca di una giacca appesa a un attacapanni un costoso telefonino, del quale non farò il nome per non essere accusato di essere al soldo della casa costruttrice. Due giorni or sono, sul taxi che mi portava dall'albergo all'aereoporto di Johannesburg, il cellulare mi è sparito di nuovo. Panico, blocco della Sim card, sospetti e maledizioni, fino alla chiamata del portiere dell'albergo al quale il tassista, trovato il cellulare che mi era scivolato dalla tasca sul sedile e ricordatosi del passeggero che aveva caricato, lo aveva volontariamente e diligentemente riportato. E mi avevano detto che Johannesburg è una città che brulica di ladri.
LA LINGUA DI LEGNO
L'aspetto più deprimente dei dopo partita italiani è ascoltare la solita litania di parole vuote, "lucidità", "pizzico di sfortuna", "capacità di soffrire", "prova di volontà" e l'immancabile "carattere". Ma se una volta un CT dicesse la verità, che abbiamo giocato male, che la formazione era sbagliata e che dovrà cambiare lo schieramento, gli cadrebbe forse la lingua di legno sul microfono?
VEDERE E NON VEDERE
Per ovvio che sia, ogni tanto dobbiamo ricordarcene. Vedere una partita di calcio in televisione e vederla dalla tribuna sono cose assai diverse. Per bravi che siano i registi, i cameraman, i commentatori e per numerose che siano le telecamere, la tv non può mai dare il senso di come una squadra intera si muova sul campo, di come certe azioni o passaggi funzionino o falliscano perché tende a ridurre tutto ai movimenti individuali, a errori, a prodezze o a spicchi di gioco. Guardare dalla tribuna la nazionale italiana dava invece tutta la sensazione di impotenza e di immobilità di una squadra nella quale tutti aspettano che quello con la palla inventi qualcosa e nessuno aiuto agli altri a inventarselo.