“Sai ‘povna, non cucino più il ragù, mi sono dato alle zuppe” – le ha raccontato l’altro giorno il Musicista, mentre erano a cena fuori, ancora a R.
“Zuppe? Buone! Anche io ne faccio tante, dobbiamo confrontarci” – ha ribattuto lei, ché la zuppa/minestra/vellutata/qualcosa-di-liquido-e-caldo costituisce comunque il piatto forte della sua alimentazione invernale.
“Per esempio?” – chiede lui.
“Porcini, castagne e fagioli bianchi” – spara lei, senza attendere.
“Va beh, ‘povna, ma allora vinci facile. Così non vale”.
Per la verità, non sa se vince, perché poi la conversazione è andata a fare altro, e dunque le sue ricette il Musicista non le ha dette. Fatto sta che questo piatto alla ‘povna è venuto proprio bene, e le fa piacere condividerlo. Per il Musicista, certo, ma anche tutti gli altri amici.
La sera prima di cuocere la zuppa la ‘povna prende dunque 300 g circa di fagioli cannellini secchi, li mette a bagno, e li lascia lì, dimenticandosene. Il giorno dopo, quando torna da scuola, prima va a nuotare, ovviamente. Poi, quando torna, si lava i capelli. Ma a quel punto è per davvero pronta. Dunque scola i fagioli e li mette in un pentolone, coperti di acqua fredda. Insieme ci mette mezza cipolla bionda, uno spicchio d’aglio grande, la salvia fresca del suo davanzale (che resiste) e un paio di pomodorini (o di concentrato fatto in casa, se la stagione è fredda).
Lascia bollire, e poi andare a fuoco lento (tanto). Il sale ovviamente lo mette in fondo, ché se no il legume si fa duro. Dopo un’ora e più di trattamento, l’acqua si sarà ritirata quasi tutta, i fagioli ridotti a crema, almeno in parte. La ‘povna spegne il fuoco, e si dedica ai funghi. Lei, nel freezer, aveva conservato, già pulito, un regalo di amici di montagna, e ha usato quelli. Un po’ di olio in una padella antiaderente, un aglio e un paio di scalogni piccoli. Fatto il soffritto, unisce i porcini, tagliati a tocchetti. E lascia andare un quarto d’ora a fuoco prima vivace, e poi più moscio. Spegne quando sono arrivati a due terzi di cottura.
Siamo alla fase tre, l’ultima e definitiva, per la zuppa. Riaccende i fagioli, sala, e aggiunge un po’ di castagne secche (quantitativo a occhio); a questo punto unisce i funghi, e lascia andare una quindicina di minuti a fuoco basso. A richiesta, ci mette pure un po’ di pepe. Il piatto è (quasi) pronto. Si spegne il fuoco, e si lascia riposare la zuppa un’altra mezz’ora, col coperchio, perché i sapori si mescolino.
Poi, per cena, si serve con un filo di olio sopra, di quello buono, portato da Mr. Mifflin. Se piace (a lei no, perché apprezza la purezza) si possono aggiungere crostini di pane tostato.