Avrei tanto preferito un gaspacho o un’insalatina, ma… è ancora zuppa.
Non ci pensiamo più.
1 cavolfiore piccolo
1 broccolo piccolo
1 kg di fave fresche pulite
1 spicchio d’aglio piccolo
olio extravergine d’oliva
1 panino secco (facoltativo)*
1 cucchiaio d’aceto normale (facoltativo)*
sale
pepe nero macinato fresco
Mettere in una pentola le fave, lo spicchio d’aglio pulito, coprire d’acqua e far bollire fino alla cottura delle fave.
Spegnere salare e con un frullatore ad immersione frullate tutto – anche l’aglio se invece non lo gradite toglietelo o se lo odiate non lo usate proprio.
Mettete a bagno il pane secco diviso a metà imbevuto in due bicchieri d’acqa e nell’aceto.
Intanto in una pentola versare 4 dita d’acqua, una manciata di sale grosso, il broccolo e il cavolfiore tagliando le basi e facendole a pezzi medi, mentre i fiori li dividerete a mano lasciandoli il più integri possibile.
Quando i fiori sono ancora al dente, dopo circa 5/10 minuti – dipende dalla loro grandezza - toglierli con una ramina e metterli da parte.
Continuare la cottura dei gambi finché non saranno ben cotti.
Poi unire tutto, anche l’acqua di cottura, con il puré di fave e frullare bene con un frullatore ad immersione fino a che non risulta tutto liscio.
Dopodiché unire i fiori al dente, pepare e rimettere sul fuoco per un minuto girando delicatamente.
Ora spegnere, un giro d’olio ottimo e senza più girare incoperchiare.
Lasciare riposare per 5 minuti e servire.
* Pare che usando del pane secco imbevuto d’aceto si eviti quel fetore che fa cascare le braccia a tutti gli ospiti più ben disposti quando si apre la porta d’ingresso.
P.S. di * Io ho provato a cambiare aria, a lasciare la finestra della cucina aperta, a bollirlo in pentola a pressione… ma niente… un po’ di odore rimane sempre e ci riporta inevitabilmente a ricordi di periodi infausti, grigi e tristi.
Invece con questo rimedio della nonna (anzi della zia… per essere più precise della zia Ornella) un pochino di tristezza si evita.
Quindi provatelo.