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Zuzzurro e Gaspare: Ce l’ho Qui l’Intervista!

Creato il 07 giugno 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il giugno 7, 2012 | TEATRO | Autore: Andrea Grasso

Zuzzurro e Gaspare: Ce l’ho Qui l’Intervista!Zuzzurro e Gaspare, in arte rispettivamente Andrea Brambilla e Nino Formicola, sono uno dei duo comici più apprezzati di sempre; esplosi in popolarità a metà anni ‘80 nella trasmissione culto Drive In, hanno continuato nel decennio successivo a imperversare in TV, per poi scomparire gradualmente dal piccolo schermo e dedicarsi quasi esclusivamente al teatro. Prima di esibirsi alla Sala Hárpago di Catania con lo spettacolo “Ciao, come sto?”, sono stati molto gentili e disponibili a concederci un’intervista in cui svelano alcune curiosità sulla loro fortunata carriera e spiegano perché in questi anni non li abbiamo più visti in televisione.

Ci raccontate come vi siete conosciuti al Refettorio di Milano e come avete esordito nello spettacolo?

Zuzzurro: «E chi se lo ricorda? Sono passati 35 anni! Io lavoravo in Refettorio da qualche mese, sperimentavo questo lavoro, lui all’epoca faceva il pubblico; ci siamo conosciuti, abbiamo fatto quattro chiacchiere, ci siamo insultati subito e poi abbiamo deciso di lavorare assieme».

Gaspare: «Poi abbiamo esordito come autori, abbiamo scritto degli spettacoli per degli altri cabarettisti dell’epoca e abbiamo messo insieme un gruppo, con noi due, Marco Columbro e Barbara Marciano, “La Compagnia della Forca”, con cui abbiamo fatto i provini per “Non Stop”; alla fine siamo rimasti io e lui e da lì, dal 1977 in poi, è cominciato tutto».

Che importanza pensate abbia avuto il Drive In nella cultura comica di quegli anni e dei successivi?

Z: «Senza dubbio in quegli anni è stato molto importante perché ha seguito un’altra trasmissione, “Non Stop”, che ha aperto la strada a questo tipo di spettacolo e di comicità; Drive In l’ha seguita molto intelligentemente e ha aperto molte altre strade. Quindi è basilare nel campo televisivo e nel modo di fare spettacolo di quegli anni. E anche degli anni successivi, perché qualcuno ha capito che il ritmo è molto importante, che il presentatore non è più basilare, e si è compreso che c’era un modo diverso di fare spettacolo. Così come Emilio, inventata da noi, ha insegnato successivamente agli altri parecchie cose».

G: «È sempre così, in tv da una cosa ne nasce un’altra, in realtà ogni trasmissione è figlia di altre trasmissioni, perché, anche se magari la gente non si ricorda, ci sono degli autori che poi sono diventati autori di un’altra cosa… è tutta una catena, una cascata, e poi in ogni programma vengono messe delle innovazioni che poi a loro volta… magari di tutti i programmi viene presa solo una cosa che poi diventa precipua in un altro programma e così via… fino alla fine della storia televisiva, che poi si è interrotta perché nessuno ha inventato più niente di nuovo».

Zuzzurro e Gaspare: Ce l’ho Qui l’Intervista!

Come nascevano le gag per cui partivate da una parola e attraverso una serie di associazioni di idee arrivavate ad un’altra?

Z: «Non so spiegarti come nascevano, è una cosa che mi è sempre venuta sufficientemente facile e quindi l’ho sempre fatta; a essere onesti non l’ho inventata io, l’ho imparata quando ero piccolo, mi è rimasto impresso quello che faceva Tino Scotti, che faceva una cosa di questo genere anche se non identica. Mi è rimasta impressa, mi è sempre piaciuta, ho provato a farla e tuttora quando mi capita e ho voglia con lui di ridere e scherzare si passa da una parola a un’altra…».

G: «La cosa divertente è che quello non era uno sketch, nasce per essere una sponsorizzazione, una pubblicità fatta da noi; siccome noi abbiamo sempre voluto fare le pubblicità in modo particolare, abbiamo usato questa tecnica per pubblicizzare bibite, macchine e altre cose… ed è diventato uno sketch, ma in realtà era nato come pubblicità: non ci piaceva l’idea di fare la pubblicità fine a se stessa».

Dopo il Drive In, Emilio, dove eravate i capocomici: un impegno più grande o più libertà di espressione?

G: «Non eravamo solo i capocomici, ma gli inventori del programma!».

Z: «Inventori, capocomici e autori. Quindi un impegno molto più grande e automaticamente, essendo riusciti a farlo bene, avevamo anche più libertà di fare, dire ed esprimere certe cose».

G: «Molti non sanno che Emilio è nostro, anche i giornalisti spesso lo sottovalutano; il motivo dell’equivoco è che alla conduzione c’era Athina Cenci: noi abbiamo sempre pensato che alla conduzione il comico non funziona, il comico deve rompere le balle al presentatore, che invece deve andare dritto per la sua strada».

Negli ultimi anni siete apparsi poco in TV e avete fatto molto teatro: è stata una vostra scelta ben precisa o in TV non avete più trovato spazio?

Z: «È un misto panna, cioè una via di mezzo. A un certo punto ci siamo chiesti se dovevamo fare tutta la vita Zuzzurro e Gaspare con il rischio di rompere i coglioni al pubblico tra un anno o due… e siamo passati al teatro, quindi automaticamente per i televisivi siamo diventati teatranti e ci hanno lasciato perdere; inoltre ci chiedevano di fare determinate cose che a noi non piacevano, e noi rifiutavamo; dopo quattro volte che dici di no in TV sei considerato morto e non ti chiamano più».

G: «Nel frattempo la TV si è deteriorata…».

Z: «Non è che si è deteriorata, fa schifo! È morta e si sono dimenticati di farle i funerali!».

G: «Perché sono entrati nel meccanismo televisivo i reality, che non sono un danno di per sé ma hanno occupato i palinsesti; nessuno si rende conto che per fare un programma devi avere anche gli orari giusti. A un certo punto, non contenti dei reality, hanno fatto le trasmissioni e talk-show sui reality. Nel frattempo sono finiti i programmi come il Costanzo Show e Quelli che… il calcio di Fazio, dove si poteva andare a fare l’umorista, anche se non gli sketch. Adesso non ci sono più neanche i varietà, che sono diventati varietà mono-personaggio… quindi anche volendo dove potremmo andare?».

Zuzzurro e Gaspare: Ce l’ho Qui l’Intervista!

Non vorreste fare un vostro varietà “mono-personaggio”?

G: «Non ce lo farebbero fare, lo fanno fare a chi è nel momento del massimo fulgore, se no non rischiano, è ovvio».

Carlo Pistarino mi ha detto che per lui Andrea è come un fratello, e sappiamo che nel vostro spettacolo dell’anno scorso (“Non c’è più il futuro di una volta”) lui è co-autore… con quali altri colleghi comici siete rimasti ancora in contatto?

Z: «Sì, in contatto ci siamo, ma si tratta più che altro di salutarsi e chiedere come va».

G: «Ognuno fa le sue strade e le sue scelte ed è difficile incontrarsi, a meno che non fai un programma insieme, ma i programmi con i comici tutti insieme non ci sono più, è rimasto solo Zelig».

Z: «Frequentiamo Columbro, Gioele Dix, Patrucco, Pistarino, Iacchetti; magari ci salutiamo e andiamo a bere qualcosa».

G: «Li incontriamo magari quando siamo sul palco e loro vengono a trovarci o viceversa».

Zuzzurro, la brioche ce l’hai sempre lì? Si legge nelle vostre biografie che questa famosissima battuta nacque in un momento di amnesia di Zuzzurro, che disse la prima cosa che gli passò per la mente. Dunque talvolta il successo è fatto anche di fortunate casualità?

G: «L’hai letto su Wikipedia? È tutto sbagliato!».

Z: «Non nacque in un momento di amnesia, ma in un momento in cui facevamo una trasmissione in diretta su Antenna 3; mentre facevamo il nostro sketch, lui aveva dimenticato in camerino un oggetto che ci serviva, disse “torno subito” e andò via; io avevo davanti sei telecamere, il regista Beppe Recchia, e 1500 spettatori e non sapevo cosa dire! Ho guardato il pubblico, ho fatto finta di parlare con mia mamma al telefono e ho detto “Sì mamma, ce l’ho qui la brioche!” Lui è tornato e rendendosi conto che ridevano ha detto “Perché ridono? Cos’hai detto?”; ho provato a ridirla e hanno riso e quindi abbiamo continuato a dirla… Come vedi è stata costruita apposta, pensata!».

Ho letto che siete stati gli inventori della comicità “balloon” (basata sulla riproduzione dei suoni attinta dal mondo dei fumetti)… come siete arrivati a questa geniale intuizione?

G: «Questo è vero, è copiato da una enciclopedia dello spettacolo! L’intuizione è nata da una cosa stupidissima: all’epoca c’erano meno giornali di oggi: cominciavamo col quotidiano, poi i settimanali e poi a scendere arrivavamo anche ai fumetti stupidi, e sui fumetti c’era scritto “Splash! Sgnackete!” e ci è venuto in mente di fare in scena i rumori finti di una cosa reale, per esempio la porta che si apre invece di fare “Screek!” fa “Ràpete! Chiùdete!” con lo stesso suono. Il nostro umorismo è stato sempre un umorismo da striscia, un po’ nonsense, sopra le righe, e anche stasera ne avrete la conferma».

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Su Facebook avete una pagina per il duo e Nino ha un profilo personale che però sembra poco frequentato; Andrea invece pare che non abbia il suo profilo Facebook. Qual è il vostro rapporto con Internet?

G: «Su Facebook non ci vado da una vita! Quel profilo è stato aperto tre anni fa perché la mia ex mi aveva buttato via l’agenda con tutti i numeri di telefono, mi sono ritrovato senza più nessun numero; quindi mi hanno suggerito di mettermi su Facebook per recuperare tutti gli amici, e tra i “recuperi” ho trovato anche quella che è la mia fidanzata attuale! Però ci vado pochissime volte, anche perché non sono bravo e ho fatto un casino: ho superato i 5000 amici già da una vita, ho provato ad aprire un secondo profilo ma non si apre insieme al primo. Allora ho fatto il profilo da personaggio pubblico, ma non serve a nulla se non prima avverto tutti… fra poco comunque chiuderò quello privato».

Z: «Se sono in tram e sto leggendo il giornale, mi dà fastidio uno che guarda quello che leggo! Quindi figuriamoci Facebook… E poi ho passato una vita per cercare di dimenticare i miei compagni di scuola, mi dovrei iscrivere per cercare di trovarli?».

Non è la prima volta che venite in Sicilia… che ricordi avete di questa terra?

Z: «I bei ricordi sono tanti, sia di piacevolezza culinaria che di piacevolezza nel senso che siamo stati bene; ci siamo trovati molto bene quando venivamo a Palermo con Gianni Magni dei Gufi. L’anno scorso abbiamo avuto la disgrazia/fortuna di conoscere Gino Astorina, che ci è molto simpatico e con cui ci siamo trovati molto bene. Tragicamente gli abbiamo promesso l’anno scorso uno spettacolo nuovo, che però non avrà MAI!».

G: «Io di ricordi non c’è bisogno che ne abbia, perché la casa natale di mia mamma è qui a Catania, mia mamma si chiamava Paladino».

…e invece il cognome Formicola di che origine è?

G: «Napoletana. Sono nordico!».

Z: «Non chiedere niente a me che mi chiamo Brambilla!».

Quali sono i vostri hobby e interessi nella vita privata?

Z: «Di hobby ne avevo parecchi prima, ora ho una certa età e l’Alzheimer me li ha uccisi tutti, ma ho fatto varie collezioni, dai whisky ai bastoni e altre cose. Adesso i miei interessi principali sono mia moglie e i miei due figli».

G: «Io sono un appassionato di cucina, e non da adesso che è di moda, ma da prima. Infatti adesso tendo quasi a non dirlo perché sembra che segua le mode, ma non è così».

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Cosa ci proporrete stasera?

Z: «Stasera non sappiamo cosa faremo! La verità vera è che abbiamo promesso a Gino Astorina di venire qui a fare uno spettacolo diverso da quello dell’anno scorso… ce ne siamo ricordati quattro giorni fa, perché abbiamo finito la tournée teatrale due giorni fa. E abbiamo pensato: “Oh cacchio! Cosa facciamo quando andiamo da Gino?” Stasera ci inventiamo qualcosa, vediamo cosa succede…».

Potreste proporre un “very best”, il meglio dei vostri sketch!

G: «No, facciamo un saggio di improvvisazione».

Z: «Non facciamo cose vecchie tratte da altri spettacoli… magari può sfuggire una cosa vecchia, ma stiamo cercando di fare qualcosa di nuovo, e infatti non sappiamo cosa fare. Questa è la verità!».



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