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Zygmunt Bauman Conversazioni sull’educazione, recensione

Creato il 25 gennaio 2012 da Annare

Zygmunt Bauman Conversazioni sull’educazione, recensioneCome promesso eccomi alle prese con la recensione del nuovo libro di Zygmunt Bauman, Conversazioni sull’educazione, scritto in collaborazione con Riccardo Mazzeo e edito dalle Edizioni Erickson. Chiaro e lucido sono le impressioni che mi hanno convinta alla fine della lettura; Riccardo Mazzeo accompagna Zygmunt Bauman in un inteso e attuale viaggio attraverso i dubbi contemporanei, dal destino delle nuove generazioni, alla speranza per il futuro, fino alla tanto attesa, e temuta, rivoluzione culturale.

Ci sono libri che vanno, come certi eventi del passato, semplicemente li dimentichiamo, a volte la memoria li ripesca e alcune frasi o pensieri riaffiorano all’occorrenza, poi ci sono libri che odiamo, disgustati li gettiamo, personalmente ritengo che alcuni andrebbero bruciati senza troppe cerimonie alla Pepe Carvalho, infine altri rimangono.

Conversazioni sull’educazione è un libro che fa riflettere, senza pretendere eccessi complicati, senza troppi giri di parole, ma capace di catturare l’attenzione del lettore semplicemente perché narra, descrive e cerca di spiegare il nostro oggi, con occhi a volte tristi, altre colmi di speranza, ma pur sempre rimanendo nella realtà senza allontanarsi da chi ogni giorno litiga con la vita.

«Normalità» è il nome elaborato ideologicamente per significare maggioranza.  Cos’altro può significare, «normale», se non il fatto di ricadere in una maggioranza statistica? E cos’altro significa, «anormalità», se non l’appartenenza a una minoranza statistica? Parlo di maggioranze e minoranze perché l’idea di normalità presuppone che alcune unità di un totale complessivo non siano conformi alla «norma»; se il 100 per cento delle unità recassero gli stessi tratti distintivi, sarebbe difficile che emergesse l’idea di una «norma». Quindi l’idea di «norma» e «normalità» implica una dissimiglianza, una difformità: la suddivisione di un totale complessivo in una maggioranza e in una minoranza, in un «la maggior parte» e «alcuni». La «elaborazione ideologica» che ho menzionato si riferisce alla sovrapposizione del «si deve» sull’«è»: non soltanto le unità di un certo tipo sono in maggioranza, ma esse sono come «dovrebbero essere»; sono «giuste e appropriate»; al contrario, quelle che difettano dell’attributo in questione sono come «non dovrebbero essere» — «sbagliate e inappropriate».

Conversazioni sull’Educazione

Zygmunt Bauman in collaborazione con Riccardo Mazzeo

Edizioni Erickson

2012


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