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105. La sua voce

Creato il 20 agosto 2011 da Fabry2010
105. La sua voce

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Sono giornalisti? Infermieri di pronto soccorso? Hanno giubbotti catarinfrangenti e pantaloni scuri, gesti rapidi e saldi , come quando sollevano i nastri bianchi e rossi, perché loro possono passare. La via è gravida di luci artificiali, una donna si rivolge piangendo a un medico magro e allampanato – o un prete? o un agente della polizia scientifica? – lui le mette una mano sulla spalla,  nell’altra stringe un oggetto indecifrabile – un guanto, un arto amputato, un fazzoletto? Un ragazzo si mette le mani nei capelli, un gruppo di persone inginocchiate circondano qualcosa, qualcuno, una giovane piange atterrita e il fidanzato l’accarezza, cercando di calmarla, Shime’on, non ti sembra che siamo troppo morbidi? la fidanzata apre la bocca e poi la chiude, sta dicendo qualcosa – che si dice in questi casi? si prega? si bestemmia? – che intendi, Eleazar? cominci anche tu con le polemiche? un uomo calvo e grosso solleva in braccio qualcuno – o qualcosa? com’è ridotto, dopo l’esplosione? – quando c’era Yoh’anan era un altra cosa, lui aveva le idee chiare, una fotografa bionda allunga le braccia che brandiscono le lampade, per riprendere più fedelmente possibile la scena – esiste qualcosa di fedele? qual è il confine tra fede e follia, tra religione e criminalità? – non scambiare l’umiltà per dabbenaggine, la carità per debolezza, un ragazzo col berretto a visiera guarda immobile, come rassegnato – c’è un confine tra rassegnazione e avvilimento? - è troppo idealista, troppo vago, non scalfisce nulla, i potenti sono sempre al loro posto, quando saranno rovesciati? e chi disperderà i superbi? un cadavere è coperto da un lenzuolo, accanto al marciapiede – che differenza passa tra un letto di morte e un letto di piacere? dove va a finire il flusso informe e cieco che si chiama vita? – la sua arma è la pazienza, è convinto che l’amore possa convertire. L’ospedale, di notte, è un pianeta sconosciuto, abitato da esseri affranti e stralunati che ti fissano senza mai vederti – e che cos’è la vista? quando ci si accorge dell’esistenza altrui? – un vecchio sulla barella di metallo si lascia trasportare come un ciottolo di fiume, siamo realisti, l’uomo ha bisogno di una scossa, forse di un trauma, Yoh’anan era un maestro, – e chi ha il diritto d’insegnare? chi ha saputo abbastanza della vita per guidare un altro? – un bambino legge la Bibbia, scandendo le parole – ma esiste una parola da scandire, o il rumore precipita nel nulla perché tutto è vanità? - Eleazar, non hai capito: Yoh’anan non cercava la violenza, la festa delle luci ricorda il candelabro che rimane acceso anche senza il combustibile – dateci del vostro olio, perché lo sposo è qui, abbiamo sentito la sua voce.



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