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11 settembre 1973

Da Ellisse

Certo non voglio contrapporre in maniera id11 settembre 1973eologica (e anche stupida) morti a morti, 11 settembre a 11 settembre. Di tutti dobbiamo avere pietà, anche dei carnefici. Ma sarà colpa dell'età, sarà per via dell'emozione profonda e la rabbia che mi dettero anche quegli avvenimenti di quaranta anni fa, sta di fatto che per me ci sono altri 11 settembre da non smettere mai di ricordare. Uno di questi è la caduta di Salvador Allende (v. QUI) e delle speranze democratiche del popolo cileno, l'11 settembre del 1973, un anno abbastanza movimentato (tra le altre cose, ma guarda tu le coincidenze, il Vicepresidente Spiro Agnew si dimise per via di una storia di evasione fiscale!).
Pubblico qui di seguito una poesia dedicata a Allende di Francesco Masala, detto Cicchittu, scrittore, saggista e poeta in lingua sarda e non solo, tradotto  in spagnolo, croato, russo, ungherese, francese, polacco e portoghese, vincitore negli anni '50 del Premio Deledda e Chianciano, giornalista e romanziere edito da Feltrinelli.

Vi consiglierei di leggere, su questo blog, anche "Il maratoneta di Allende" (v. QUI)


Subra sa losa de Salvador Allende
Mi ana mortu sos gorillas de Santiago,
mi ana mortu sas municas de Valparaiso,
mi ana mortu sas segnoras de Viñadelmar,
mi ana mortu sos proprietàrios de Antofagasta.
In nùmene de sa Patria e de Deus, mi at mortu
unu generale in caramella, lùghidu-istivale,
unu generale cagafusos, decoradu de medàglia
de merda, in nùmene de Deus e de sa Patria.
Como so goi, suttaterra, cun sa cara mandigada
dae sas ballas de unu generale cagafusos,
subra su coro, unu paiu de lùghidos istivales,
intro sa conca paschet unu erme ’e generale.
Accurtzu a mie est interrada una etza pobladora,
tia Frantzisca Ferrale, sarda e cilena, morta
de fàmine: bona zente, no preghedas pro nois,
diat essere s’ùrtima ostra istùpida irgonza.
Ahi, Cile meu, petza-de-pê de su Generale!
SOPRA LA TOMBA DI SALVADOR ALLENDE
Mi hanno ucciso los gorillas di Santiago,
mi hanno ucciso las momias di Valparaiso,
mi hanno ucciso las señoras di Viñadelmar,
mi hanno ucciso los terratenientes di Antofagasta.
In nome della Patria e di Dio, mi ha ucciso
un generale in monocolo, lucido-stivale,
un generale cacafusi, decorato di medaglia
di merda, in nome di Dio e della Patria.
Ora sono qui, sottoterra, con la faccia divorata
dalle pallottole di un generale cacafusi,
sopra il cuore sta un paio di lucidi stivali,
dentro il teschio bruca un verme di generale.
Accanto a me è sepolta una vecchia pobladora,
zia Francesca Ferrale, sarda e cilena, morta
di fame: gente, non pregate per noi,
sarebbe l’ultima vostra stupida vergogna.
Ahi, mio Cile, pezza-da-piedi del Signor Generale!
(versione italiana di Francesco "Frantzsiscu" Masala)
Dalla raccolta “Poesias in duas limbas – Poesie bilingui”, Scheiwiller, Milano (2° ed. 1993, 3° ed. 2006 per i tipi de Il Maestrale di Nuoro).
Testi tratti dal sito "Canzoni contro la guerra" (http://www.antiwarsongs.org/), che ringrazio.

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