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15 dicembre 1891: le 13 regole del Basket Ball, origini e storia

Creato il 15 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Springfield College, Massachusetts. James Naismith, insegnante di educazione fisica da appena un anno, viene incaricato di ideare un’attività sportiva da svolgersi indoor e che coinvolga tutti i membri del corso senza metterne a rischio l’incolumità. Ad oggi, senza esitazione risponderemmo tutti ” basket “. Ma da dove cominciò Naismith?

Naismith fu ispirato dagli sport più popolari in quegli anni, quali lacrosse, football americano e calcio. Tuttavia, il contatto fisico di questi poteva tradursi in infortuni per i suoi studenti, quindi decise che nessun contatto sarebbe stato lecito. Infine il professore decise che l’obiettivo sarebbe dovuto essere indifendibile, dunque pensò di posizionare una cesta di vimini per le pesche a circa 3 metri dal suolo ad entrambe le estremità del campo. Ciò che accese la luce nel pensiero di Naismith il 15 dicembre 1891, però, fu uno dei suoi passatempi preferiti: duck on rock. Tradotto “anatra su una roccia”, esso si basava sul tiro a parabola, il metodo più efficace per colpire il bersaglio.

Quasi una settimana più tardi, l’insegnante mise nero su bianco le 13 regole del basket. Queste obbligavano i giocatori a passare o tirare un pallone solo con le mani, vietavano di spostarsi in possesso dello stesso e di spingere, scalciare, trattenere o colpire gli avversari. Ogni infrazione di queste regole, veniva considerata come un fallo. Al secondo sgarro di uno stesso giocatore, questi veniva chiamato fuori dal gioco fino al prossimo punto messo a segno dalla squadra avversaria. Un punto veniva assegnato quando il pallone (ball) terminava all’interno della cesta (basket) o quando una squadra commetteva tre falli senza che quella avversaria incappasse in alcuna infrazione. Infine, la partita si sarebbe sviluppata in due tempi da 15 minuti, con un’interruzione di 5 minuti a metà. Il numero di giocatori in campo non fu stabilito con esattezza, il minimo era 5 ed il massimo 40, in base alle dimensioni del campo, mentre non furono ammessi cambi. Naturalmente, avrebbe vinto la squadra con il maggior numero di punti realizzati.

La partita inaugurale venne giocata dal First Team, ossia la classe di Naismith. Con 9 alunni per parte, il primo incontro della storia del basket terminò con il risultato di 1-0. Primo ed unico marcatore fu William Richmond Chase, che infilò il pallone nel canestro da una distanza di circa 7,62 metri. Per recuperare la sfera, si fece uso di una scala: la cesta, infatti, non era bucata e si trovava troppo in alto per poter essere recuperata. La prima gara ufficiale, invece, fu giocata solamente l’11 marzo 1892. Essa vide protagonisti i professori contro i propri allievi, i quali vennero sconfitti col punteggio di 5-1. James Naismith divenne quindi allenatore di basket, guidando i Kansas Jayhawks per 9 anni consecutivi (1898-1907), durante i quali ottenne 55 vittorie e 60 sconfitte, per un totale di 115 incontri.

Nel frattempo, ad ogni modo, furono apportate diverse modifiche e correzioni all’idea originale di basket di Naismith. Il pallone, inizialmente da calcio, venne sostituito (1893) da uno molto simile a quelli odierni, mentre fu introdotto il tabellone (1894) dietro al canestro, che divenne un anello di metallo con retina annessa. Questa venne “aperta” sul fondo nel 1912, facilitando così il recupero della sfera. All’inizio XX secolo, il numero di giocatori in campo divenne ufficialmente di 5. Le sostituzioni, invece, fecero l’ingresso nella storia del basket solo nel 1921, quando ogni giocatore poteva rientrare in campo una volta sola. Tale restrizione fu portata a due rientri nel 1934, mentre fu abolita a partire dal 1945. La squalifica di un giocatore per somma di falli venne portata prima a 4, poi a 5 infrazioni (6 nel caso di tempi da 12 minuti, come per esempio accade in NBA).

Per quanto nella mente di James Naismith i contatti tra i giocatori dovessero essere ridotti al minimo, come dimostrava la squalifica dopo appena 2 falli, ben presto il basket divenne uno sport molto fisico. Dal momento che i canestri erano posti così in alto, i ragazzi più alti e robusti fecero subito la differenza rispetto a quelli più deboli. Nei primi anni di professionismo, i cestisti indossavano persino dei paramenti per proteggersi dagli urti di gioco e non solo. Nel basket, infatti, il pubblico sedeva (e siede) a qualche metro dal campo e ciò facilitava il lancio di oggetti quali bottiglie o monete verso i giocatori. Per preservare la salute di chi giocava, vennero costruite delle recinzioni attorno al rettangolo di gioco sia per evitare gli inconvenienti di una platea troppo veemente, sia per non incorrere in brusche reazioni da parte dei giocatori (la cui stazza era ampiamente sopra la media). Questa decisione di disputare in gabbia le partite di basket, portò questo sport ad essere denominato anche Cage Game (gioco della gabbia).

Inizialmente il basket era, inoltre, piuttosto lento e macchinoso, soprattutto considerato il fatto che non ci si potesse muovere con il pallone tra le mani. Nel tentativo di rendere il gioco più veloce e scorrevole, quindi, si decise (1901) di concedere al giocatore in possesso di palla di spostarsi con un palleggio, definito dribbling, in seguito al quale non gli era permesso effettuare un tiro a canestro. Qualche anno più tardi (1908) non ci furono più limitazioni sul numero di palleggi, né fu vietato tentare una conclusione dopo aver dribblato. Un movimento senza palleggi da parte del portatore di palla, inoltre, non venne più considerato un fallo, bensì una violazione, che risultava nella perdita del possesso a favore della squadra avversaria. Altre violazioni, con la medesima pena, furono introdotte sempre con lo scopo di accelerare i ritmi di gioco. Fu infatti architettato lo shot clock (1954), ossia un limite di 24 secondi entro i quali la squadra in possesso del pallone doveva eseguire un tiro (shot). Prima di esso, vennero ideati (1933) i 10 secondi (0 8, a seconda della Categoria e Federazione), tempo limite per riversarsi nella metà campo avversaria una volta riconquistato il possesso, e i 3 secondi offensivi prima (1936), difensivi poi (2001), per evitare che i giocatori più imponenti stagnassero sotto il canestro per ottenere punti facili e negarne altrettanti agli avversari.

Nonostante sia stato necessario apportare qualche correzione alla sua idea originale di Basket Ball, non ci sono dubbi che quel 15 dicembre di 123 anni fa James Naismith abbia avuto un vero colpo di genio. La pallacanestro infatti vanta, secondo molti, il titolo di gioco di squadra per eccellenza. Vedere San Antonio per credere…

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