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15 marzo 2011

Creato il 15 marzo 2011 da Soniaserravalli

UN’ALTRA CONQUISTA

Il nuovo Ministro degli Interni ha finalmente soppresso l’apparato della Sicurezza di Stato – la polizia investigativa e segreta egiziana non esiste più. E’ un fatto, una realtà, dopo trent’anni di terrore quasi non ci si crede. Verrà ora costituita la Sicurezza Nazionale, nel pieno rispetto della persona.

In segno di speranza in un miglioramento delle relazioni tra la polizia e le associazioni dei diritti umani, l’appena nominato ministro degli interni Mansour al-Essawy lunedì ha incontrato un leader egiziano attivista dei diritti umani per discutere degli sviluppi in seno alle organizzazioni della sicurezza della nazione. Sabato referendum per la riforma della Costituzione egiziana.

Sui toni accesi dei vari punti di vista nei giorni dei disordini (alterchi tra osservatori stranieri, attacchi di utenti qualunque via Facebook, discussioni animate tra blogger, giornalisti che presentano versioni diverse dello stesso fatto, passanti che discutono di politica sulla strada – aspetto del tutto nuovo e prima impossibile in questo Paese), mi fa riflettere questa pretesa di ognuno, pur da straniero, che il proprio punto di vista sia quello obiettivo, quello reale, quello giusto – è interessante.  Come fosse una sorta di gelosia/possessività/pretesa-di-esclusiva nei confronti dell’Egitto, quasi fosse un amante che non si possa condividere o una bella donna da tenere stretta. Un dato curioso che ho notato, perché mi piace sviscerare i meccanismi che stanno dietro le cose, specie quando i toni si alzano troppo. I raggiri dell’ex regime non hanno fatto che rafforzare ogni volta la spinta e la causa del popolo rivoluzionario, riportare in alto quello che in inglese chiamano “momentum”, per, infine, permettere di nuovo all’Egitto di tornare ad avere uno spazio sui mass media. Ogni volta questi affronti hanno riportato le persone a riunirsi in migliaia inseguendo ancora l’atmosfera della rivoluzione e, a ogni successo, quell’energia di splendida liberazione vissuta insieme l’11 febbraio. I delinquenti, i venduti, le irriducibili pedine del dittatore non hanno fatto che ogni volta ridare slancio alla passione di un popolo che proprio coi toni della passione, dell’evidenza di piazza e della partecipazione unita si fa sentire al meglio. Un po’ come quel che succede a me: ogni attacco ricevuto o critica mandata giù mi ha permesso di scrivere con più slancio, con più chiarezza e con una forza vitale nuova ogni volta. Passo a passo. Si comincia a vedere. Ogni giorno la verità sommersa di questo Paese amato emerge con più chiarezza.

15 marzo 2011



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