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20 Novembre. Transgender Day of Remembrance

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Il 20 Novembre è la giornata internazionale dedicata alla memoria delle vittime della transfobia.

L’evento è nato in ricordo della barbara uccisione di Rita Hester ,una transessuale di Boston, accoltellata nel 1998 dall’odio, dall’ignoranza, dalla stupidità.

Le persone transessuali sono costrette, quasi in tutte le parti del mondo, a vivere  grandi disagi, tra emarginazione, rifiuto, disprezzo, fino ad arrivare alle violenze fisiche, alle aggressioni e addirittura agli omicidi.

Le persone transessuali e transgender fanno fatica a ritagliarsi uno spazio in società, perché aggredite dai pregiudizi maschilisti e sessuofobici che considerano queste  persone “sbagliate”, “anormali” .

L’impossibilità di ricondurre la transessualità e il transgenderismo all’interno di una cornice di presunta normalità alimenta le ingiustificate paure del diverso, crea pregiudizi, genera odio.

In un paese omofobico come l’Italia, dove i diritti civili basilari per le persone GLBTQ sembrano purtroppo essere ancora un lontano miraggio, le violenze contro le e i transessuali sono una triste realtà.

Calcolare e monitorare queste violenze è difficile perché spesso ne sono oggetto immigrat*che non denunciano per paura. Se e quando denunciano spesso vanno a finire in un centro di identificazione ed espulsione dove non è detto che le violenze finiscano, anzi, gli episodi di cronaca ci insegnano il contrario.

Altr* non denunciano perché la violenza contro una persona transessuale è considerata nella norma, un inconveniente da pagare per essere così diversi!

Per le persone transessuali e transgender è difficilissimo entrare nel mondo del lavoro, per questo motivo la prostituzione per molt* non è una libera scelta, ma l’unica soluzione possibile. Esponendo così queste persone a pericoli, ricatti, violenze, emarginazione sempre maggiori.

Lo Stato italiano non tutela minimamente le persone transessuali, i gay e le lesbiche dalle violenze, dalle aggressioni, dai pregiudizi. Di recente abbiamo assistito alla tristissima bocciatura alla Camera della legge anti-omofobia.

I paesi e i governi di tutto il mondo dovrebbero adoperarsi per garantire politiche giuridiche e sociali volte a garantire i diritti delle persone transessuali. Diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all’inclusione sociale e   all’autodeterminazione.

L’Italia è molto arretrata da questo punto di vista, tra rigurgiti fascisti e moralismi cattolici, risulta essere uno dei paesi in cui si registrano le maggiori aggressioni e violenze ai danni delle e dei transessuali. Ma i media non ne parlano, i giornali a malapena riportano notizie di questo genere. Una violenza silenziosa, sommersa per questo motivo, se possibile, ancora più odiosa.

L’Italia ha bisogno di una cultura del rispetto del diverso, ma non di un rispetto passivo, ma di un rispetto che significa accoglienza e integrazione. Le persone transessuali devono poter uscire dall’invisibilità in cui vivono. Questo segno di grande inciviltà, questa enorme ingiustizia deve essere combattuta, non possiamo continuare a vivere in un mondo in cui la diversità è percepita come minaccia.

Per questo motivo è necessario che la transessualità venga depatologizzata, cioè non più considerata come un disturbo psichico o un’alterazione dell’identità di genere. A questo scopo è nata la Campagna Internazionale STOP TRANS PATOLOGIZATION – STP 2012, per la depatologizzazione delle identità trans.

Le persone transessuali non sono malate. E’ la nostra società ad essere malata. La transfobia, l’omofobia, il sessismo sono malattie. Curiamole!

Qui la pagina ufficiale del Transgender Day of Remembrance



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