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A FERRARA ANDAI(racconto in 17 puntate)

Da Teoderica
A FERRARA ANDAI(racconto in 17 puntate)
7 puntata
Dalla mostra non porterei a casa niente altro se non i Mobiles di Calder.
Alexander Calder ( Pennsilvanya 1898, New York 1976) laureato in ingegneria, espone a Parigi nel 1932, per la prima volta, le sue costruzioni mobili in filo, parti metalliche ed altri materiali.Le sue strutture cinetiche sono appese in modo che il minimo spostamento di una parte provochi il movimento delle altre parti in una reazione a catena. Vengono mosse anche dal più piccolo soffio d'aria, spesso con effetti sonori. Il movimento non è caotico ma si svolge in direzione rettilinea, ellittica o circolare.
Calder è lo scultore della leggerezza, affascinanti, leggere e ludiche, le sue opere si compongono di materiali diversi.
Simili sculture cinetiche sono dapprima state immaginate dai costruttivisti e non dimentichiamo gli artisti del Futurismo italiano e i loro studi sul movimento.
Partendo dalle loro idee e ricollegandosi alle forme biomorfe di Joan Mirò ed alle idee visive di Piet Mondrian, Calder fu il primo a sviluppare una forma tridimensionale dell'arte cinetica.In equilibrio precario ma controllato, come un acrobata sul filo teso, i mobiles di Calder sono appesi ad un filo esile come l'immaginario che pende dalla realtà, oscillando nella nostra fantasia personale.
Ogni tanto scendono, atterrano, si posano, diventano stabili.Il nome mobiles viene attribuito alle sue nuove forme d'arte da Marcel Duchamp, mentre nel 1931 lo scultore modernista Jean Arp chiamò le sue costruzioni scultoree fisse stabiles.
Qui alla mostra di Ferrara Calder è presente con un mobiles, un evocativo ritratto in fil di ferro che pende dal soffitto con un filo sottile e con uno stabiles, un geometrico globo terrestre coi pianeti ispirato a Mondrian.
I Mobiles di Calder ritornano di moda ogni volta che c'è un fermento internazionale di libertà di pensiero, così come tornano di moda Duchamp e Mondrian. I tre artisti si conoscevano, si stimavano ed avevano una poetica in comune...quale? Ma signori, quella della leggerezza, essendo entrambi consapevoli del male di vivere dell' uomo, lo vogliono aiutare alleggerendolo.
"I mobile non significano niente altro che se stessi; essi "sono", ecco tutto; essi sono degli assoluti… Del mare Valéry usava dire che ricomincia di nuovo, sempre nuovo. Un oggetto di Calder è come il mare. È come un motivo di jazz, unico ed effimero, come il cielo, come l'alba; se vi è sfuggito, vi è sfuggito per sempre". Questo dice Paul Sartre di Calder ma Duchamp dice delle opere di Calder: " sono pura gioia di vivere, la sublimazione di un albero nel vento"; e allora come non buttare a mare l' Esistenzialismo di Sartre con l' uomo unico ed effimero ed afferrare invece tutta la gioia di vivere di un albero nella tempesta che può sì perire ma può anche salvarsi ...un po' di speranza, in fondo non siamo sicuri che dopo la morte non vi sia proprio nulla, come fa ad esistere il nulla se non esiste?
Per rincuorarvi vi dico che Mondrian, Calder e Duchamp sono copiati dagli stilisti in questi ultimi anni ( la moda anticipa i tempi) e che questi artisti erano molto copiati negli anni "70, dopo la crisi ci furono i rampanti anni "80, come dire dopo il buio la luce.
immagine di Teoderica

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