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A Riace (RC) la ricchezza si chiama “immigrato”

Creato il 10 marzo 2012 da Terroniaassocult
A Riace (RC) la ricchezza si chiama “immigrato”

Riace (RC)

Per la serie Eccellenze dalla Terronia… c’è un angolo di Calabria in cui si fa di un difetto virtù: la Calabria, una delle regioni più belle della nostra penisola, ma anche una delle più povere in Europa e più afflitte dalla piaga dell’emigrazione, da alcuni anni ha messo in atto il più intelligente piano economico mai visto in giro ultimamente.

Puntare sugli immigrati.

Ci sono paesi della costa ionica, come Riace, che erano stati decimati dall’emigrazione forzata, quella per sfuggire alla disoccupazione e al deperimento territoriale. Erano paesi in via d’estinzione, come direbbe un biologo. Poi è accaduto il miracolo: il mare, che per Riace ha sempre avuto un significato particolare, ha portato un nuovo messaggio (ricordate i “Bronzi”?) un gruppo di immigrati curdi appena sbarcati e sfuggiti alle loro piaghe. Ed è scattata l’idea: il sindaco di Riace, Domenico Lucano (che poi diventerà, per i suoi compaesani, Mimmo il Curdo), accogliendo a braccia aperte i “nuovi” calabresi dalle radici lontane, e chiedendo il consenso ai proprietari di case del centro storico (che sarebbero rimaste abbandonate), ha avviato il Progetto Città Futura: “noi vi diamo vitto e alloggio gratis più un pò di tot euro al mese, voi in cambio lavorate e mandate i figli a scuola (che così non rischia di chiudere…)”.

I risultati sono stati spettacolari: su 1790 abitanti circa 300 oggi sono immigrati, e il paese non esala più i rantoli del moribondo, anzi: nascono bambini, e attività e negozi, fiorisce il turismo e l’artigianato.

Turismo… potremmo definirlo, turismo sociale: gente da tutto il mondo va a Riace per “vedere” coi propri occhi questo miracolo di integrazione che lascia presagire orizzonti più rosei per il fosco futuro dell’uomo.

Il razzismo irriso dalla pacifica e allegra convivenza, la disoccupazione e l’emigrazione adombrate dal risorgere di un borgo che, proprio come una fenice, sbatte le ali rialzandosi dalle sue ceneri.

E tutto questo nella stessa regione in cui a qualche chilometro di distanza si consumava tempo fa la vergognosa esperienza di Rosarno (ricordate le spranghe contro e i giacigli luridi dei raccoglitori di frutta ghanesi? Tre, tra cui un ferito, sono stati poi accolti a Riace…). E tutto questo mentre un anno fa si consumava la vergognosa esperienza di Lampedusa (vergognosa per chi avrebbe dovuto e non ha saputo gestirla… per chi volesse rinfrescarsi la memoria, rimandiamo all’articolo in cui Terronia si occupò della faccenda…: Eccellenze dalla Terronia: da Lampedusa con amore) e Riace gridava a gran voce che gli si mandassero i profughi, perchè posto e opportunità per loro là ce n’erano… inutile dire che rimase inascoltata.

A Riace (RC) la ricchezza si chiama “immigrato”

Il sindaco di Riace, Domenico Lucano detto "Mimmo il curdo"

Ora Riace deve “difendersi” dall’invasione di turisti… i turisti sociali di cui si accennava poc’anzi. Gente che sgrana gli occhi davanti a realtà come questa, pensando probabilmente a che razza di geni pazzoidi abbiamo nel DNA noi al sud, divisi tra vergogne e miracoli, tra genialità e follia… tra questi la giornalista tedesca Juliane von Mittelstaedt che descriverà Riace sul suo settimanale tedesco Der Spiegel , sotto il titolo Un paese italiano accoglie i rifugiati a braccia aperte”, come “Un villaggio globale nell’angolo più povero di una delle regioni più povere dell’Italia, una terra di sogni in frantumi”. E di frantumi che ritornano a sognare. Tra i turisti anche il regista Wim Wenders che ne ha tratto un film documentario intitolato Il volo“, e che ad una platea in attesa di una sua battuta circa il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino sorprese tutti dicendo “la vera utopia non è la caduta del muro, ma quello che è stato realizzato a Riace in Calabria” [fonte di entrambe le citazioni l'articolo Immigrazione: Riace (RC), un modello di integrazione possibile di Patrizia Bonelli per il sito www.mediterranei.eu]. Consigliamo a questo proposito anche il bellissimo articolo Riace: un paese modello che ha ispirato anche Wim Wenders di Vincenzo Petraglia per Wise Society – People for the future, in cui si parla delle attività avviate dagli immigrati e di come hanno risollevato l’area di Riace.

A Riace (RC) la ricchezza si chiama “immigrato”

La locandina de "Il volo" di Wim Wenders

Ovviamente non può mancare la reazione della ‘Ndrangheta, la stessa che aveva istigato e armato le mani a Rosarno, lo stesso ammasso di iniquità e nefandezza che ogni qualvolta scorge qualcosa di bello e puro ha l’impulso irrefrenabile di volerlo sporcare, distruggere: i tre cani del sindaco Lucano morti per “avvelenamento doloso”, due colpi sparati contro la porta di una trattoria (Trattoria Donna Rosa). [vedi l'articolo Riace: Colpi di pistola contro il ristorante del Sindaco  nel sito www.nuovirumori.it]

E come ha affermato a tal proposito il sindaco, anche secondo noi è il segno che a Riace e dintorni si stia facendo la cosa giusta.

Riace, il miracolo calabrese. E come poteva essere diversamente? Chi meglio di noi, meridionali, sa cosa vuol dire lasciare tutto, tranciare con un taglio netto le proprie radici, e buttarsi nell’ignoto… sperando che sia meglio di ciò che si lascia? Noi che abbiamo contribuito, come e più di altri popoli, a fare la storia dell’emigrazione… di questo, e in questa chiave di lettura, parla anche Pino Aprile nel suo nuovo libro Giù al sud, di cui offriamo un assaggio (liberamente consultabile in anteprima su Google libri). Il capitolo da cui è tratto il brano s’intitola “Elogio della “restanza”

A Riace (RC) la ricchezza si chiama “immigrato”

"Giù al sud" e Pino Aprile

Mentre noi, al Calabria-day, ascoltiamo il sindaco di Acquaformosa che parla di Riace e di quanto quell’esperienza lo abbia colpito, rimbombano, nel continente, apocalittiche minacce del ministro leghista dell’Interno, Roberto Maroni: dice che l’Italia potrebbe uscire dall’Unione Europea, perchè gli altri Paesi cattivoni ci hanno… “rimasti” soli nell’emergenza (tanto imprevista, che lui l’annunciava da settimane) di ventimila profughi sbarcati a Lampedusa (la Germania ne accolse centomila dai Balcani e non dette fastidio a nessuno). Il sindaco di Acquaformosa, invece, ha seguito l’esempio di Riace: ha aperto le porte ai profughi. “E’ nato un bimbo, quest’anno, al mio paese. Lo hanno chiamato Giovanni, come il sindaco…: è nero, figlio di una coppia di nigeriani. Le donne di Acquaformosa s’informavano: quando nasce, serve niente?”

Pino Aprile, Giù al sud. Perchè i terroni salveranno l’Italia, 2011, PIEMME editore pag. 176

E’ questo il sud che ci piace, questa è la terra degli eroi invisibili, delle Eccellenze di cui non si parla mai sui media di più ampia diffusione, soffocate sempre dai soliti stantii luoghi comuni che fanno più audience ma non ci aiutano a migliorare le cose. Parlare di Riace invece, parlarne nelle scuole, ad esempio, porterebbe (porterà) speranza, orgoglio… fiducia. La fiducia che ci manca, alle volte, nelle nostre naturali capacità, quelle che possono salvare il sud. Forse l’Italia. E forse, chissà, anche il resto del mondo.

PS. un piccolo inciso sul succitato nuovo libro di Pino Aprile…. giacchè in questo commento, che copio-incollo dal sito di Pino Aprile, ci abbiamo visto le stesse medesime reazioni vissute anche solo alla presentazione cui assistemmo al Petruzzelli di Bari, ci piacerebbe condividerlo con voi:

Enzo

09/01/2012 – 2:10 pm

Un amico “accanito lettore di Pino Aprile” come me mi ha detto (dopo aver iniziato a Leggere Giù al Sud):non ti aspettare che ti “prenda” come ti ha “preso” Terroni. Ho comprato Giù al Sud e, dopo le prime pagine, mi sono detto: aveva ragione il mio amico. Ma continuando mi son dovuto ricredere. Terroni mi ha aperto gli occhi e anche l’animo, mi ha fatto piangere per la rabbia e il dispiacere, ma è il passato; Giù al Sud è il presente, mi ha dato gioia e mi ha fatto piangere per la commozione. Grazie Pino.

 PPS. Vi consigliamo, infine, se proprio non vi è possibile rincorrere Pino Aprile e ascoltarlo dal vivo, di guardare uno dei video in cui è ripresa la sua presentazione, in cui in realtà parla di noi, e di quegli eroi invisibili cui si accennava… un video come questo ad esempio, eseguito da un caro amico di Terronia che si definisce un “brigante della videocomunicazione” (nome d’arte Kanjizaibo sul web) che ha ripreso l’autore ad uno dei “Sabati Briganteschi” di Villa Castelli (BR). Aprile parla di Riace al minuto 46:50 circa.

(ppps. Grazie a Debora Caracciolo, cui dedichiamo l’articolo e che questa storia di Riace ha commosso tanto

:-)
)


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