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A Roma i "movimenti" costituiscono un danno gigantesco per la città. Ma allora perché nessuno lo dice chiaro?

Creato il 12 marzo 2016 da Romafaschifo

Una narrazione ostinata e contraria rispetto all'impatto che su questa città hanno quelli che vengono definiti "i movimenti" la proponiamo, da anni, solo noi. Nel deserto ipocrita di tutti i partiti. I danni che la città subisce, sotto ogni punto di vista, dalla presenza di alcune migliaia di prepotenti e violenti decerebrati che hanno deciso di interpretare la loro sfiga e la loro disoccupazione come strumento per far diventare disoccupati e sfigati anche tutti gli altri sono noti ai più, ma i più non lo dicono.

Non lo dice il PD che in privato ti spiega lucidamente quale sia il problema ma in pubblico non parla, più mafioso lui dei movimenti stessi: ed è tutto dire. Non lo dicono i marchiniani che in privato considerano i movimenti per quello che sono, dei criminali, ma in pubblico non osano. Non lo dice la destra, che ha da sempre considerato questi furfanti come utili idioti per fare affari. E in maniera chiara non lo dice neppure il Movimento 5 Stelle. Passa ancora la narrazione secondo cui questi sono i poveri, questi sono i deboli, questi sono i bisognosi che protestano per bisogno. È totalmente falso. Totalmente falso!

Occupare case è un racket di cui si servono i movimenti per avere merce di scambio nei confronti di schiere di disperati che poi possono essere utilizzate e strumentalizzate come pedine da piazzare nel risiko ricattatorio della protesta urbana (famme fa come caxxo me pare sennò te arzo er panico), che poi devono essere fedeli e scattare alla bisogna, che poi possono essere inviati a far numero alle manifestazioni di cui non conoscono neppur lontanamente il contenuto. Tutti lo sanno, tutti sono consci della camorra che c'è dietro queste pratiche, tutti conoscono il danno che questo provoca alla città e soprattutto alle persone che realmente hanno bisogno ed avrebbero i requisiti per essere aiutate. Ma nessuno lo dice. Siamo talmente soli e isolati a costruire uno storytelling contrario a questa 'ndrangheta che strozza da decenni Roma, che loro non possono credere ai loro occhi: qualche tempo fa, nel disperato tentativo (questo tipicamente camorrista, come modello) di infangare e di sottrarre credibilità all'unica realtà di informazione che racconta la verità sul loro conto e che sta facendo aprire gli occhi a migliaia di cittadini, si sono inventati che questo blog sarebbe nato per fare da ufficio stampa alla Metro C. Così, una fandonia a caso giusto per spargere fango come fanno a Caserta i giornali gestiti dalla Camorra per distruggere la credibilità di chi contro la Camorra lotta. Mesi e mesi di ricerca e l'unica invenzione fu questa: poi si scoprì però che sullo scandalo Metro C avevamo in realtà scritto, con toni altrettanto duri rispetto a quelli che utilizziamo contro i "movimenti", almeno una 20ina di volte. Provano a fare i fuorilegge organizzati, provano ad attivare la macchina del fango manco fossimo a Casal Di Principe, ma neppure sono in grado di farlo.


In questi giorni nuove assurdità paradossali e ridicole. Come al solito passate sotto silenzio. Basta aprire uno dei tanti profili Twitter della galassia di nulla facenti per capire il livello di schizofrenia cui siamo arrivati: in un tweet si protesta contro una catena di supermercati francese (Carrefour) che licenzia facchini, nel tweet immediatamente successivo si organizza la lotta contro una catena di supermercati tedesca (Lidl) per impedirle di aprire un punto vendita in una specie di discarica abbandonata (dagli imprenditori parzialmente bonificata).

Nessuno ragiona sul fatto che chiudendo un supermercato e quindi contribuendo alla crisi della filiera della logistica, si crea quella stessa disoccupazione contro la quale si protesta da un'altra parte. 
Arriveremo ben presto al punto (ma ci siamo già arrivati) nel quale gli stessi esponenti-feccia dei movimenti protesteranno contro un imprenditore (per loro un "padrone", perché questa gente nella migliore delle ipotesi è ferma alle terminologie di 45 anni fa) per mandarlo sul lastrico e contemporaneamente, magari nella stessa piazza, manifesteranno a favore del reintegro dei disoccupati che quel fallimento, da loro cagionato, crea. 

Questa gentaglia è causa del proprio male. Ma se ciascuno è pressoché libero di far male a se stesso, non dovrebbe sussistere la stessa libertà quando agendo in maniera sconsiderata si fa male a tutti quanti.

Inutile sottolineare infatti che tra le mille cause di declino economico della città ci sono anche loro: l'illegalità, la violenza, il disprezzo dell'impegno, del merito, del lavoro, dello sviluppo e la prepotenza impunita che rappresentano. Come abbiamo visto sopra, grandi catene francesi o tedesche vengono prese di mira da questi personaggi che nulla hanno da perdere, in un paese dove la legalità non è garantita. E questo non fa altro che tenere alla larga dal nostro paese, ma soprattutto dalla nostra città, possibili investitori. Considerando che la disoccupazione la puoi sconfiggere esclusivamente se riesci ad attrarre investimenti e capitali, è facile comprendere come questi individui siano una delle cause importanti della situazione spiacevole che loro stessi combattono. Così come il degrado urbano, da loro considerato un male minore o un problema sopravvalutato, è una causa importante della disoccupazione stessa. Per lo stesso identico motivo: fa della nostra città un posto dove non investire, dove non portare risorse economiche, dove non fare scommesse. Sono quelle scommesse e quegli investimenti che portano lavoro, null'altro. 


Oggi, a proposito di degrado, altri rappresentanti di questa diffusa feccia fatta di poche persone, ma di tante iniziative prepotenti, ha manifestato contro il grande evento Wake Up Roma organizzato dalla Luiss e da Retake a Piazza di Porta Maggiore. "Il vero degrado è la disoccupazione" urlavano cercando di interrompere i tanti volontari impegnati in piazza. Non capiscono, perché sono in cattiva fede e anche perché proprio intellettualmente non ci arrivano, che proprio il degrado è causa e presupposto della disoccupazione stessa.


I movimenti hanno fatto irruzione nel Retake di Porta Maggiore vandalizzando arredi urbani

In questa piazza ogni giorno si crea un mercato illegale della merce rubata, trafugata nelle auto, frutto di appartamenti svaligiati. Uno scandalo a cielo aperto che le forze dell'ordine faticano a combattere benché sia diventato protagonista di giornali e tv (dopo mesi in cui ne abbiamo parlato solo noi, anche lì...). Cose così creano concorrenza sleale, illegalità, degrado, grave disagio urbano: i presupposti ideali sui quali cresce e prospera il problema della disoccupazione. Contro il mercatino del rubato non abbiamo però mai visto una manifestazione dei "movimenti" che invece si sono materializzati oggi contro i cittadini volontari interrompendoli, vandalizzando la piazza che i cittadini stavano pulendo. 

Unica colpa di Retake? Avere un'idea di città e perseguirla nella legalità e, udite udite, invece di aspettare l'assistenza pubblica trovarsi sponsor e mecenati. Una pratica che può chiaramente esporre a dei rischi (che abbiamo raccontato con cura noi per primi), ma che è una pratica occidentale, normale, pulita, condivisa, non una colpa. La pratica di occupare, rubare, vandalizzare, insultare invece è solo meschinità, vigliaccheria e fascismo. Come confermato dalle farneticazioni che su web vengono scritte per legittimare l'azione squadristica di oggi. Anche a noi questa edizione del Retake non convinceva per i motivi che abbiamo scritto, ma non siamo di certo scesi in piazza per boicottarla o per sfruttare come parassiti la grande visibilità dei Retake. Abbimo scritto in un post le nostre perplessità. Passa qui la differenza tra stato di diritto e stato totalitario che piace tanto ai movimenti. La prossima settimana la feccia avrà la propria manifestazione (farneticante più di oggi), ma benché siano giorni che questi personaggi stanno imbrattando la città, di certo non troveranno i Retake sabato prossimo a sbarrargli la strada o a metter loro i bastoni tra le ruote. La differenza tra stato di diritto e totalitarismo prepotente caro a questa gentucola.

Basta questa riflessione per capire il livello disumano cui sono assurte queste brutte persone che tengono in scacco da decenni la nostra città condizionandone lo sviluppo e pregiudicandone la crescita civile, legale e sana finendo per alimentare l'illegalità e la mafia. Tenendo lontana la qualità, spingendo i migliori ad andare via, disincentivando l'arrivo di capitali.

Solo che nessuno lo spiega, nessuno lo scrive, nessuno la racconta così. E loro continuano indisturbati a devastare la città e dunque loro stessi, senza neppure una voce contro.

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