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AAA sponsor cercasi disperatamente

Creato il 20 ottobre 2011 da Sportduepuntozero

E’ appena arrivato l’autunno e le società sportive hanno spesso già sforato il budget. Urgono nuovi sponsor per finanziare la stagione sportiva alle porte, ma con la crisi e la spada di Damocle del “default” italiano è sempre più difficile ottenere delle sponsorizzazioni. Come uscirne vivi? A chi rivolgersi? Come orientare la ricerca?

AAA sponsor cercasi disperatamente
Innanzitutto è bene indirizzare la propria ricerca verso i settori che sembrano più floridi, dati economici alla mano.
Questa strada funziona bene in un’Italia dove la maggioranza degli operatori ha meno di 10 occupati e/o un fatturato inferiore ai 2,5 milioni di euro. Ma se questa soluzione può soddisfare una piccola società sportiva, difficilmente porterà sufficiente linfa vitale ad una società multinazionale, il cui target è composto proprio da piccole aziende.
Spulciando i dati del CRIF “Osservatorio sulla finanza per i POE 2011”ci si può comunque fare un’idea dello stato di salute dei possibili sponsor. Nel leggere questa analisi occorre partire da un presupposto: nei settori dove c’è grande cautela ad investire nella propria attività produttiva (core business), ci sarà ancor più cautela a finanziare attività sociali/culturali/sportive. Sul fronte geografico, lo studio del CRIF rivela che la dinamicità negli investimenti risulta maggiore nel Nord-Ovest, anche se lo studio avverte che “nel 2011 i POE (piccoli operatori economici) valdostani, piemontesi, liguri e lombardi ridurranno drasticamente i loro investimenti, al contrario delle microimprese delle altre regioni italiane.” A livello settoriale, lo studio prevede un aumento negli investimenti un po’ in tutti i settori, eccetto quello manifatturiero. Per quel che concerne la rischiosità del credito (un indicatore importante per valutare il regolare decorso del rapporto di sponsorizzazione), i macrosettori dei trasporti e dell’edilizia mostrano il più elevato tasso di sofferenza. Assai basso invece risulta ormai da due anni quello dell’agricoltura. Questi indicatori possono essere utili per evitare di investire tempo ed energie su settori che già si trovano in difficoltà.

Non bisogna poi dimenticare le diverse esigenze di comunicazione che ciascun settore esprime, essendo ovvio che imprese che operano in settori differenti avranno necessità promozionali e comunicative diverse.
A riguardo, dai dati Nielsen Media Research risulta che gli investimenti in pubblicità hanno complessivamente frenato. Sono in particolar modo alimentari e telecomunicazioni (per entrambi -9,4%) – rispettivamente, il primo e il terzo settore merceologico in termini di valore dell’advertising – a determinare il calo di investimenti. In netto calo anche finanza/assicurazioni (-13,9%), che però nel mese di maggio sembra aver ripreso ad investire. Tra gli altri settori del mercato, si registrano crescite nel caso di automobili (+6,5%), media/editoria (+2,5%), cura della persona (+11,0%) farmaceutici/sanitari (+11,9%) o cali molto più contenuti per abbigliamento (-0,3%) e distribuzione (-4,7%).
Avete capito dove è meglio cominciare a cercare? A questo punto..action!

di Andrea Annunziata


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