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Aldrovandi: quando la legge vince sulla giustizia

Creato il 26 giugno 2012 da Chit @chit67

Ci sono fatti di fronte alle quali è impossibile riuscire a mantenere il distacco e continuare a far finta di niente, soprattutto quando quei fatti li hai studiati e seguiti. E quello di Federico Aldrovandi fu il primo che seguii nella mia attività di blogger, per questo non posso e non riesco a tacere il mio pensiero su quanto accaduto in queste ultime ore.

Giovedì 21/6/2012 la Cassazione ha emesso il verdetto definitivo sull’omicidio di Federico Aldrovandi ed ha condannato a 3 anni e 6 mesi i quattro poliziotti rinviati a giudizio per i fatti accaduti (per la cronaca i militari rinviati a giudizio e condannati sono Enzo Pontani, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri) a Ferrara il 25/09/2005, fatti emersi solo grazie alla tenacia ed all’ostinazione di Patrizia Moretti, mamma di Federico, che dalle pagine del suo blog non ha mai smesso di chiedere giustizia e verità.

Tutto finito? Macchè!!  La sensazione in Italia è che quando le sentenze devono andare ‘controcorrente’ (di solito le forze dell’ordine sono gli accusatori e non gli accusati ndr) ci sia sempre così tanta difficoltà ad arrivare alla fine dell’iter processuale prima e ad accettare la sentenza poi. Sempre che questo poi accada perchè non é scontato a quanto pare.

Abbiamo così dovuto assistere prima al libero delirio di alcuni condannati sulle pagine di Facebook di una fantomatica associazione denominata ‘Prima Difesa’ (alla quale risulta tra gli altri al momento iscritta, ma per fortuna “dissociata“, la portabandiera italiana alle prossime Olimpiadi Valentina Vezzali)

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alla totale latitanza dei vertici militari e dell’arma (in caso contrario credo i 4 sarebbero altrove e non a ‘navigare’ su fb) ed infine, e questo fa più male, alle parole del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri che [parole sue] “non è un politico” masembra che il politichese lo abbia imparato comunque molto bene ed in fretta visto che ha pensato “bene” di dichiarare:

se ci sono stati, come sembrerebbe, degli abusi gravi, e’ giusto che vengano colpiti

Bè, per Sua informazione spett.le ministro, il tempo per il condizionale ‘SE‘ è scaduto! Sette anni, migliaia di ore d’udienza, centinaia di testimonianze, di prove, di confronti sembrano più che sufficienti per ometterlo, non trova?!?
Per fortuna oggi il ministro s’è ripreso e pare abbia preso provvedimenti, grazie.

Eppure non è ancora questo che mi ha fatto incavolare quanto il fatto che, da buon eterno sognatore, mi ero preparato ad una dissociazione netta di quella parte “sana” delle forze dell’ordine, di quelli che seppur quasi anonimamente in siti, blog e forum hanno appoggiato la mamma di Federico. E’ vero, anche io credo che tra le forze dell’ordine una stragrande maggioranza di persone sono corrette e rispettose del ruolo che hanno e delle leggi che ci sono, ma è altrsì vero che per crederlo ancora ho bisogno di sentirlo, di leggerlo. Perchè se è vero che le parole fanno male, certi silenzi omertosi e conniventi, rischiano di fare ancora più danni di certe parole e soprattutto mettono in serio pericolo l’idea che le persone in divisa siano lì per difenderci.

Altrimenti dispiace dirlo, e non lo faccio neanche con parole mie, ma alla fine come cantava DeGregori va solo preso atto che…

…cercavi giustizia ma incontrasti la Legge!

[da 'Il bandito e il campione' ]

Questo post è dedicato a Patrizia Moretti, alla sua famiglia ed alle tante persone che gli sono stati accanto in questi anni e l’hanno supportata ed aiutata in questa battaglia per la verità, a prescindere e anche se scomoda, senza mai dimenticare che Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Aldo Bianzino e Giuseppe Uva potremmo diventare in qualsiasi momento ognuno di noi!


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