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alessia e michela orlando: LA RUSSIA BRUCIA-LA NAPOLI DEI PITTORI RUSSI-LO TSUNAMI DI MESSINA

Creato il 10 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: LA RUSSIA BRUCIA-LA NAPOLI DEI PITTORI RUSSI-LO TSUNAMI DI MESSINA

alessia e michela orlando: LA RUSSIA BRUCIA-LA NAPOLI DEI PITTORI RUSSI-LO TSUNAMI DI MESSINA

alessia e michela orlando: LA RUSSIA BRUCIA-LA NAPOLI DEI PITTORI RUSSI-LO TSUNAMI DI MESSINA

Fratelli in Cristo destatevi dal sonno andate a soccorso con zappe e leve con pane e vesti.
Nelle lontane terre dell'arsa Calabria crollano ponti e città i fiumi arretrano il corso sotto le case travolte le creature sepolte vivono ancora chissà.
Batte la campana a stormo.
Pietà fratelli, pietà.

(Poesia con cui Ada Negri esortò gli italiani ad aiutare i superstiti.)

 

LA RUSSIA BRUCIA

Alle radici di antichi rapporti

Avendo deciso di trattare temi senza tempo, ci appare inutile pubblicare articoli datandoli. Eppure qui e lì si trovano tracce del momento storico in cui si scrive e si potrebbe risalire alla data. Questo articolo è scritto mentre la Russia brucia. In mille anni in quell'area non si erano mai raggiunte temperature così alte e per tanto tempo: 37 gradi centigradi. Poteva essere la profezia del millennio: se ne trovassimo tracce in qualche Centuria di Nostradamus o negli oroscopi di inizio anno sarebbe fatta: potremmo credere nella possibilità di divinare. Perché scrivere di Mosca, della Russia? Perché abbiamo un antico obbligo con quel popolo. Sembrerebbe trattarsi si una area lontanissima, di un popolo altrettanto lontano. Non è così. Basti pensare ai tantissimi rapporti innervatisi nei secoli; alle tradizioni contadine simili (addirittura sul piano lessicale vi è talvolta comunanza: nel Cilento la cecciata si chiama anche cuccìa; in Russia si chiama kut'cìa). E cosa dire della presenza di una nave al centro del tratto di mare che divide la penisola da Messina nel momento in cui ci fu lo tsunami (di quello si trattò)?

Erano le ore 5:21 del 28 dicembre 1908 e Messina fu distrutta. Come Reggio Calabria. Fu quella nave a dare l'allarme, a dare i primi soccorsi. Poi intervennero altre otto navi della stessa flotta. E gli italiani? Dovettero essere sollecitati a recare aiuto. Lo fece Ada Negri con la poesia che introduce l'articolo; lo fece Zanotti Bianco  e lo fecero altre anime sensibili.

Non c'è nostalgia di quegli anni, non  appartiene ai giovani la voglia di provare quella sottile sofferenza che ti prende in un luogo imprecisato di te stesso; tuttavia, spostando l'interesse verso il mondo dell'arte e restando in tema di rapporti con la Russia: non è forse piacevole immaginare i suoi artisti che venivano a Napoli per dipingerla, per farla conoscere, per riconsegnarcela così come era? Non sappiamo se qualche suo artista abbia letto ciò che scriveva Goethe del mare di Napoli:Limpido e liscio come uno stagno, tuttavia ci vennero. Accompagnavano gli aristocratici, gli scrittori e gli eruditi, allontanandosi dal Volga mettevano su tela pennellate che ci rendono vicina quella Napoli. Senza nostalgia, forse, ma con la voglia di conoscerla in quella maniera, con quel volto. Qualcuno di quegli artisti a Napoli ci visse a lungo. E ci morì. Un esempio? Silvester Feodosievič Ščedrin: ci arrivò nel 1825 e vi rimase fino alla morte (Sorrento, 1830). Tra i suoi quadri: Costa amalfitana (in una collezione privata a Napoli); Amalfi (al  Museo Rosso di San Pietroburgo) e, tra i tanti altri: Vedute di Napoli. Lungomare di Santa Lucia, Napoli in una notte di luna, La spiaggia di Mergellina, Luce notturna a Napoli. 

La terza foto è una cartolina con l'indicazione delle zone distrutte dallo tsunami del 1908. Le altre due: Luce Notturna a Napoli e Autoritratto di

Silvester Feodosievič Ščedrin

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