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ALIA Evo – Antologia di narrativa fantastica.

Creato il 12 settembre 2014 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

CopertinaTitolo: ALIA Evo
Autore: Aa. Vv.
Casa Editrice: CS_libri
Sottogeneri: Vari
Pagine: 409
Anno: 2014
Formato: Digitale

Trama:
C’è un complotto per decidere chi vincerà i mondiali del ’94, ma anche una nave circo che si esibisce tra i ghiacci e dei bambini che fanno la guerra, come incrociatori spaziali e spiagge piene di ricordi, ma tra avvistamenti, vampiresse e mostri fin troppo reali si svolgono i diciassette racconti di questo ALIA, il cui filo conduttore pare essere una visione del mondo sempre diversa.

Giudizio:
Il menestrello ci ha messo tanto nel pensare la struttura delle righe, perché recensire una raccolta di racconti è sempre difficile, specie se ci sono tanti autori di mezzo: il rischio di dimenticarsi qualcosa è grande. Perché il menestrello parla di dimenticare? In realtà ALIA Evo viaggia su due binari distinti, paralleli e che si guardano bene dall’incontrarsi persino alla fine del “tomo virtuale” di 400 pagine, con alti e bassi fin troppo estremi a volte.
Vediamo una buona alchimia di generi nei diciassette racconti proposti. In storie come Lazzarella c’è un’impronta decisamente più fantascientifica, passando al più classico fantasy sword & sorcery de La Valle delle teste mozzate o l’urban de La Clinica dell’arcobaleno. Alcune storie, tra cui Segni di morte, non hanno propriamente un’identificazione di genere, ma non per questo sono meno gradevoli. C’è ovviamente un piccolo spazio per un po’ di new weird con La sindrome della locusta, ma tutti i racconti fanno la loro parte portando originalità. Se c’è qualche dubbio riguardo tutti questi generi diversi, il menestrello assicura: convivono senza problemi.
Torniamo a un punto già accennato: gli alti e bassi della raccolta.
I primi si manifestano nell’ottima scelta di Mario Giorgi in Avvistamenti nel riportare solo le battute dei personaggi, lasciando al lettore l’interpretazione di cosa stia realmente accadendo, in modo da fornire un’aspettativa quasi mistica all’intreccio, senza mai esagerare.
La bellissima parte astronomica de La Farfalla e le zanzare, che sfocia in una battaglia spaziale tipica delle space opera d’oltreoceano, è uno dei migliori punti di tutta la raccolta ed è facilmente paragonabile a opere di penne tra le più blasonate.
Le allegorie che vediamo nel già citato La sindrome della locusta rimandano alla più antica tradizione partenopea. Allegorie di diverso genere che troviamo anche nei personaggi del Viale del tramonto, in un miscuglio di ironia nera che lascia il lettore con un sorriso amaro.
Tra le pagine di ALIA Evo si possono trovare anche interrogativi interessanti, in F come Frankenstein (chiaro omaggio a Clarke), ci si chiede se l’informatica non arrivi a sostituirsi alla ragione umana.
Infine c’è posto per qualcosa di completamente diverso, per nulla fantastico, ma che richiama l’attenzione sui ricordi e sulla potenza dei sogni: La solita spiaggia è forse il miglior racconto di tutta la raccolta e riesce a essere il più evocativo.
Peccato che tutto questo venga vanificato da scelte discutibili, tra tutti l’ultimo racconto La residenza sicura Mikasa, la passeggiata notturna de Gran Dio, morir sì giovane o il racconto di Marcel Schwob, La piccola Blanche, decisamente sottotono rispetto agli altri sia dal punto di vista fantastico che di coerenza. Le stesse sbavature che potevano essere facilmente evitate con un antico romano che parla di “Far becco” qualcuno o gli incrociatori spaziali lunghi cinque chilometri.
ALIA sbaglia qualche racconto, nel complesso sarebbe stato sufficiente un numero inferiore di autori, con uno sguardo più severo alla selezione. Specie considerato che dei quattro autori stranieri solo uno (Lillian Csernica con Piena di grazia) può essere considerato all’altezza degli italiani!

Lerigo Onofrio Ligure



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