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Amnesty International contro Hamas

Creato il 27 maggio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Amnesty International ha denunciato Hamas di omicidio, torture ed esecuzioni sommarie in territorio palestinese.

L’organizzazione non governativa impegnata nei diritti umani, nel rapporto “Strangolare i colli” del 27 maggio, ha mostrato gli atti criminale di cui Hamas, movimento politico e paramilitare, considerata dal 2003  organizzazione terroristica anche dall’Ue, si sarebbe macchiato nel 2014.

L’operazione militare israeliana Margine di Protezione

I fatti risalgono, all’interno dei territori di Gaza, durante i 50 giorni di offensiva militare israeliana denominata in codice “Margine di Protezione”.
Dal 8 luglio al 26 agosto del 2014, le truppe di Israele, con l’intendo di interrompere il lancio di missili di Hamas verso il proprio territorio, invade i territori di Gaza. Tale situazione di tensione si era raggiunta sopratutto dopo la notizia del rapimento e dell’uccisione, da parte di due membri di Hamas, di tre adolescenti israeliani. Dopo alcune rappresaglie dei soldati israeliani verso i familiari e le persone vicine ai due membri di Hamas, e la non cessazione del lancio di missili da patte di Hamas, Israele invade Gaza.
I civili morti palestinesi saranno 1462, i miliziani 265. 377 cadaveri non verrano mai identificati e 10 mila persone rimarranno ferite. Israele perderà 66 soldati e 6 civili.

Il rapporto mostra come durante quei giorni di battaglia, di distruzione e di morte, Hamas approfittò del clima di terrore e di disordine per effettuare una sorta di resa dei conti, giustiziando e torturando coloro sospettati di collaborazionismo col governo di Gerusalemme.

hamas

Photo credit: Thephotostrand / Foter / CC BY

Oltre all’esecuzione di sospetti collaborazionisti, Hamas ha cercato di fendere duri colpi al suo partito politico rivale e in guerra aperta nel biennio 2006-2007, Al Fatah.
In tutto i morti sarebbero stati 23, con altre decine di persone sottoposti ad arresto e torture di vario genere. Ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International:

“È del tutto sconcertante che, mentre le forze israeliane infliggevano morte e distruzione su scala massiccia alla popolazione di Gaza, quelle di Hamas trovavano modo di fare un regolamento di conti interno, attraverso una serie di uccisioni illegali e altre gravi violazioni dei diritti umani”

L’Obiettivo di Hamas sarebbe stato quello di attuare una forte vendetta, marcare duramente il territorio con un atto di forza, poggiando sulla situazione di caos e di paura in cui Gaza si trovava ad affrontare in quei giorni.

Confessioni strappate con la tortura

Secondo Amnesty 16 dei 24 morti, membri di Al Fatah, o ex componenti delle forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), organismo politico di governo fino al 2013, si trovarono già imprigionate in celle di isolamento prima ancora dell’offensiva dell’esercito israeliano. Molti di questi, in attesa dell’esito del processo a loro carico, nei giorni di  battaglia  vennero trasportati dalle proprie celle e passati alle armi in maniera sommaria.

Oltre a portare a termine uccisioni illegali, le forze di Hamas avrebbero eseguito sequestri di persona e torture di vario genere tra cui: percosse con manganelli, calci dei fucili, tubi e cavi e  l’obbligo di rimanere in posizioni dolorose. Alcuni dei sequestrati sono stati interrogati e torturati in un ambulatorio in disuso all’interno dell’ospedale al-Shifa, il principale di Gaza City.
Molti degli omicidi sono stati pubblicamente descritti da Hamas come attacchi contro persone che avevano fornito assistenza a Israele durante l’operazione “Margine protettivo”, portati a termine nell’ambito di una campagna denominata “Strangolamento”.
Molte delle vittime avevano dichiarato di essere stati costretti, sotto tortura, a emettere confessioni false e infondate.

“Sul suo corpo c’erano segni di tortura e fori di proiettile, le braccia e le gambe erano spezzate. Era come se l’avessero infilato in un sacco e scosso. C’erano circa 30 fori di proiettile e segni di coltellate intorno al collo. Sulla nuca c’era un buco, non c’era più il cervello. È stato difficile portarlo via, pesava, come quando metti la carne dentro un sacco. Le sue ossa erano frantumate, gliel’avevano fracassate in carcere”.

Così ha descritto il fratello il corpo di di Atta Najjar, ex agente del Autorità palestinese affetto da disabilità mentale arrestato nel 2009 con l’accusa di collaborazionismo con Israele. Il 22 agosto 2014, prelevato dalla sua cella è stato messo a morte.

Sempre il 22  agosto, ai piedi delle mura della moschea di al-Omari di Gaza city, davanti agli occhi di centinaia di persone e di decine di bambini, vengono portati in mezzo alla folla 6 prigionieri. Prima bendati, poi fatti inginocchiare, gli imputati vengono uccisi uno per uno con un colpo di pistola alla nuca. Successivamente i membri di Hamas con dei mitra Ak47 ne deturperanno i corpi. Hamas si avvalse della volontà di presunti “tribunali rivoluzionari” in corso in quei giorni di guerra. Conclude Luther:

“Le forze di Hamas hanno mostrato disprezzo nei confronti delle più basilari norme del diritto internazionale umanitario. La tortura e i trattamenti crudeli nel contesto di un conflitto armato costituiscono crimini di guerra. L’amministrazione di Hamas deve rendere noto a tutte le sue forze di sicurezza che i prigionieri vanno trattati con umanità in ogni circostanza. Tutte le denunce di esecuzioni extragiudiziali e torture devono essere sottoposte a indagini imparziali e indipendenti e i responsabili devono essere processati in modo equo”

Per coloro più interessati è possibile scaricare in pdf l’interno rapporto di Amnesty qui.

Amnesty International, che mai negli anni si è fatta scrupoli di denunciare atti illeciti di Israele, ha chiesto alle autorità palestinesi, compresa l’amministrazione di Hamas a Gaza, “di cooperare con i meccanismi giudiziari e non giudiziari internazionali, indipendenti e imparziali, come la Commissione d’inchiesta istituita dal Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani nel luglio 2014″.

Tags:amnesty international,fatah,Hamas,israele

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