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Apnea

Creato il 27 febbraio 2014 da Stupefatti
ApneaOra non beveva più tanto, il mio ex vicino di casa che un tempo aveva la faccia tumefatta, però un bicchiere ogni tanto si. Aveva deciso di lasciare il mondo globalizzato e andare a vivere in quel paesino di mille anime di cui mi parlava sempre, a fondo del cuore più duro e terroso dell'entroterra siciliano, ristrutturando la casetta dalle mura grosse che aveva ereditato da una vecchia zia – fresca d'estate, calda d'inverno – e coltivando un piccolo appezzamento di terreno, allevando le galline, passando la giornata chino e sudato, alzandosi all'alba e arrivando sfinito al tramonto. Era uno stereotipo vivente, questo mio ex vicino di casa che un tempo aveva la faccia tumefatta, e i suoi discorsi aveva un 'afflato gnomico e oracolare che mi mettevano immancabilmente a disagio. Però, una volta ogni dieci anni, mi piaceva ascoltarlo mentre cominciava a versarsi quel vino rosso e pastoso che gli infiammava le guance, davanti a una tavola imbandita con una tovaglia a scacchettini bianco e rossi, un piatto con del formaggio grasso e umido, un panciuto e aromatico fiasco di vino e una pagnotta di pane grezzo e granuloso. Mi tenni forte davanti a quella mitragliata di stereotipi, deliziandomene con un gusto postmoderno, mentre lui parlava della Sicilia, anzi decantava, sproloquiava, vaneggiava, dilungandosi su questa terra sopra cui era finito per pura contingenza natalizia spazio-temporale e di cui aveva passato tutta la vita a cercare un senso a questa fatalità che ovviamente era idiota come tutte le fatalità. La Sicilia - diceva, gorgheggiandosi con mille punti esclamativi -  la Sicilia terra bellissima, di una bellezza scomposta, eccessiva, contraddittoria, che prende alle viscere, che smuove il sangue, la schiuma, i fluidi. La Sicilia ha qualcosa di...cosmico...capisci? Qualcosa di orgiastico, un brivido da baccanale, in questo sole che ti si conficca nel cervello, che ti inietta energie che non sono le tue, in questa terra che ti riempie e ti svuota con poche zampate febbrili, e tu non ci puoi fare niente, sei sempre vittima di qualcosa di spiccatamente "esterno" e nettamente "più potente di te". E poi la gente - sorrise - la gente, modellata da millenni di “giochi di potere sulla nostra pelle”...Citò Carmen Consoli l'attimo preciso che mi resi conto che mi stavo ubriacando pure io. E lui parlò della gente di Sicilia - sorrise, sardonico e rosso in volto - dei loro contorni che si sono delineati piano piano, per sfregamento, contro una superficie spinosa e piena di chiodi aguzzi quale è la Sicilia. Sarà il contesto economico, mi disse, sarà l’economia massacrata da governanti criminali – quasi come in Congo o in questi stati africani, prima ricchissimi e ora ridotti alla fame dallo schifo del potere – non so perchè, ma qua la cifra sociale, lo spirito collettivo, sembra proprio essere quello della mediocrità. Ecco il punto, la mediocrità è l’aria, amico mio, e se non la respiri rischi di morire, o di subire lesioni permanenti alla corteccia. Qua la gente di merda era gente di valore che poi, divorata dalla disillusione, è diventata gente di merda. Stessa cosa per la gente con qualche ambizione, talento o libertà di pensiero. O impazzisce e si integra al mondo circostante, e diventa gente di merda, oppure impazzisce e non si integra. E allora spazio all’emarginazione sociale, psicologica, esistenziale, in tutte le sue più bastarde gradazioni. Comunque impazzisce, la gente di valore - capito, amico mio? E poi c'è la cattiveria. La frustrazione si trasforma sempre in cattiveria. E i migliori non ci stanno niente a diventare i peggiori. Le crudeltà intestine, gli scontri velenosi, o l’indifferenza impaurita, raggelante, sono all’ordine del giorno. Qui i vincenti sono i mediocri, gli ignoranti, gli insensibili e i leccaculo. È a causa di tutto questo che qui in Sicilia la follia è l’aria. Follia e mediocrità. Si sta giorni e giorni senza respirare, per stare bene.  

Foto di Marina De Santis


Note1) Questo post è un rimaneggiamento di "Qui in Sicilia", pubblicato sul portale letterario Pupi di Zuccaro.2) Questo post, nella mia testa, dovrebbe essere una specie di seguito di quest'altro: D'EntroTerra


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