Magazine Diario personale

Apologia dei toy-boy (Special Guest Writer Marco Garavaglia)

Da Lametamela @CristinaTinozzi

“Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi”.
(Oscar Wilde)

Ho una domanda per voi, belle donne single, quarantenni e no, che vi siete ritrovate nel post “Il gusto del proibito”: cosa c’è di male nel frequentare i toy-boy?
Essi sono – per convenzione – bei ragazzi, divertenti, simpatici, prestanti e poco propensi a un legame duraturo.
Cosa volere di più per il diletto di una sera?

Ok, pare che abbiano una scarsa attitudine per le disquisizioni filosofiche, pecca gravissima se li portate al circolo peripatetico di quartiere, ma siamo sinceri: per andare in discoteca è un limite sul quale si può tranquillamente sorvolare, no?
Il toy-boy in sé, dunque, si colloca “al di là del bene e del male”, parafrasando alla brutta Eva Nietzsche. Certo, il moralista ne deprecherebbe tanto l’abuso quanto il saltuario uso, ma non c’è nulla di oggettivamente immorale in un’uscita a due che non intenda accendere l’ipoteca su un futuro di coppia.

Quale rischio si corre, allora, a lasciare da parte il Principe Azzurro – già agghindato per il matrimonio, nella sua ammosciante calzamaglia celeste – per inseguire una lunga teoria di fugaci e appassionanti e travolgenti e tanto appaganti e chi-più-ne-ha-più-ne-metta “light love”?
Il papabile Principe Azzurro è romantico, premuroso, affidabile e rassicurante come avete sempre sognato, ma vi attizza poco? Amen, per questo giro lasciatelo a un’altra, vuol dire che adesso non fa per voi. E godetevi le vostre scorribande sentimentali finché sentirete il fuoco nelle vene.

Come? Cosa avete sussurrato con un fil di voce?
«E la famiglia»? Ho sentito bene?
Ragazze mie, fatta salva un’insopprimibile vocazione materna, per la famiglia c’è tutto il tempo che volete: ergo, ci penserete quando le vene scotteranno meno…
Pensateci, Elizabeth Taylor, classe 1932, tra il ’50 e il ’91 si è sposata in ben otto riprese e ha avuto sette mariti. L’ultima volta che ha “messo su famiglia” è stata con Larry Fortensky, alla tenera età di 59 anni (e cinque anni dopo ha chiesto l’ennesimo divorzio). Insomma, senza arrivare agli eccessi della Venere in visone, tenete a mente che non c’è un limite anagrafico per accalappiare il Principe Azzurro, tant’è vero che i matrimoni delle 60enni non sono oggi così infrequenti.

Vi darei soltanto un consiglio: mantenetevi in contatto con il papabile marito di oggi, sì proprio quello romantico, premuroso eccetera, ma che non vi attizza: non si sa mai che venga buono a 60 anni, quando i toy-boy vi avranno finalmente stufate…

P.s. Per i maschietti single, quarantenni e no, come me: Hugh Hefner, papà di Playboy, alla tenera età di 86 anni è convolato a giuste nozze con una gnocca stratosferica di 28 anni (gugolate “Crystal Harris” per farvi un’idea). Teniamo duro anche noi!



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