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Art City 2016, Bologna 30-01-2016 (seconda parte)

Creato il 02 febbraio 2016 da Maxscorda @MaxScorda

2 febbraio 2016 Lascia un commento

The Camera’s Blind Spot III – Sulla materialità della fotografia – Palazzo De’ Toschi

Art city 2016 - Attila Csorgo
Inaspettato ed interessantissimo l’evento in mostra a Palazzo De’ Toschi perche’ e’ vero che parliamo di fotografia ma il protagonista e’ il mezzo, non il soggetto. In sostanza i curatori si propongono di mostrare supporti di stampa alternativi alla carta e tecniche e materiali si mescolano in forme nuove ed inedite. Dirigendosi verso la scultura, spesso aumentando di una dimensione, il risultato sa essere inedito e sorprendente e i nuovi materiali una risorsa, non una difficolta’. Tanti i nomi presenti e per campanilismo mi piace ricordare per primo il modenese Franco Guerzoni e le sue pietre ma decisamente interessanti le superfici curve di Attila Csorgo o alle stampe 3D in titanio di Ives Maes. Tecnica e arte, idee ed invenzioni una diversa forma di multimedialita’ che in questi tempi mirabolanti sa ancora stupire.

Andrea Salvatori – Museo Davia Bargellini

Art city 2016 - Andrea Salvatori
Che personaggio Salvatori. Visitando le sale del museo ci siamo imbattuti in uno strano figuro che una rapida ricerca su internet ha rivelato essere l’artista in persona. Estroso nel presentarsi, estroso nelle sue opere che in fondo lo rappresentano o perlomeno e’ facile associare la grande ironia giocata sulle forme e sulle parole al loro creatore. L’operazione di mescolarsi a mostre preesistenti non e’ nuova ma nel caso di Salvatori e’ particolarmente ben riuscita. Talvolta lo troviamo innestato nel contesto come un virus e parliamo delle sue scie di stelle, uno dei simboli ricorrenti, cosi’ come ricorrono spesso queste piccole figure inglobate dentro altre strutture oppure "invasate" quantomeno nell’etimo. La giocosita’ impera e nulla e’ lasciato al caso in una operazione mirata e molto divertente che vive di minuzie e particolari. E’ una piccola caccia al tesoro che non nasconde anzi sottolinea la collezione esistente, sinergia davvero ben realizzata. Bravo Salvatori.

Nunzio Paci  e Tamara Ferioli – Succurrere vitae – Museo delle Cere Anatomiche "L. Cattaneo"

Art city 2016 - Nunzio Paci  e Tamara Ferioli
Di tutte le mostre dall’illustre contorno, il Museo delle Cere Anatomiche "L. Cattaneo" e’ certamente il piu’ impressionante. Prima di Internet la medicina si studiava su libri e riproduzioni anatomiche in cera, talvolta con resti umani raccolti come reliquie degne di un circo degli orrori. Non si vuole mancare di rispetto alle deformita’ e agli uomini che purtroppo ne sono state vittime perche’ il sentimento di disgusto viene soffocato dalla pieta’ della condizione umana. Serve pero’ un occhio distaccato, clinico appunto e astrarre l’umanita’ abbandonandosi alla scienza. Sotto questo aspetto e in questo contesto, Nunzio Paci  e Tamara Ferioli esibiscono le loro opere nelle sale e sui tavoli di ricerca che per davvero hanno visto l’uomo ridotto a pura materia di studio e sono disegni, lastre fotografiche innesti di oggetti dentro libri e testi rivisti sotto la luce della morte che puo’ illuminare la vita, restituire ai corpi che furono, un po’ di poesia e amore, uno scambio che crea continuita’ tra i due stati opposti ed inconciliabili dell’esistenza. Ci si muove tra scienza e arte smarrendo i confini, in un percorso al tempo stesso dolce e terribile, un modo per ripensare alla vita e ripensarsi con la sua fine. Impressionate e sublime, davvero di grande effetto. In parte ricorda il "Manifesto Anatomico" di Sissi visto l’anno precedente ma con piu’ efficacia e drammatica tenerezza.

Molte altre sono state le mostre visitate, alcune piccole per dimensione ma in generale di buona qualita’. Casa Saraceni ad esempio col suo percorso nei ritratti, dal cinquecento al Novecento, un viaggio che e’ storico e antropologico, tecnico e stilistico e si conclude con un ritratto di Dalla donato alla fondazione nel 2015.
Molto diversa ma ugualmente interessante cio’ che si e’ visto alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna con la ceramica al centro dell’esposizione, piccolo campionario ma con due Fontana che valgono la visita assieme ad un divertente Ai Weiwei. In ultimo ma non ultima, Casa Morandi luogo di vita elevata a culto che oltre alle stanze abitate dal grande pittore bolognese, raccoglie l’omaggio a lui dedicato da David Adika, fotografie piu’ importanti nell’omaggio che nella resa complessiva.

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