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Aspettando il monsone

Creato il 25 maggio 2015 da Cren

Nepal,  terremoto, monsone

Non c’è da stare allegri. Ieri una frana ha bloccato la parte bassa della Kali Gandaki (la gola più profonda del mondo che s’infila fra il gruppo dell’Annapurna e il Dhaulagiri) creando un grande lago che ha messo in pericolo decine di villaggi. Sabato venti e pioggia hanno fatto volare le tende dei rifugiati di Kathmandu ma anche distrutto i raccolti nel distretto di Tanahun e nella regione di Pokhara (distretto di Kaski). Nelle ultime 60 ore si sono contate oltre 13 scossette (fra 4 e 4.5 gradi) che scuotono anche case e terreni già pericolanti. Del resto sembra che altri parti del mondo traballino in questi giorni, come Tokio, il pacifico e aree del sud-america. In india il termometro supera i 40 gradi.

Ma in Nepal, il prossimo arrivo del monsone, già normalmente portatore di frane, inondazioni, malattie (vedi post) può generare gravi problemi per persone, case e terreni già provati. Le previsioni lo valutano debole, il che è un bene per i terremotati ma un male per l’agricoltura.

Solo nel distretto di Kavre sono state individuate, nelle colline che salgono dal fiume Sunkosi verso il distretto di Dolhaka, almeno cinque aree di pericolo, in cui sarebbe opportuno che i villaggi fossero ricollocati. Ma il problema è simile per tutti i distretti di collina. Intanto si corre a finire il raccolto del frumento e del mais, a mettere in salvo le provviste, e a prepararsi (fra 3 settimane alla semina del riso).

A Kavre come, negli altri distretti, sono morti un sacco di animali che erano fondamentali nell’economia di sussistenza di questa parte del Nepal. Servono per arare i campi e produrre il latte, uno dei prodotti (insieme alle verdure) più venduti e fonte di reddito per Kavre e Sindhupalchowk. L’agricoltura (qui si produce il 10% di riso e mais) era già messa male per i problemi storici (parcellizzazione, dipendenza dai monsoni, assenza di innovazione) ed aggravata dalla fuga (che immaginiamo aumenterà) dei giovani.

I contadini dicono che non mancherà cibo, ma servono ripari per i monsoni e aiuti per ricomperare le bestie. Se questi sono i problemi dei villaggi (abituati a cavarsela da soli da secoli) Kathmandu rischierà che le case aperte dalle scosse non reggano alle piogge, come la gente sotto le tende. Sono problemi immensi quelli che il Nepal dovrà affrontare nel prossimo futuro.


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