Magazine Cinema

Big Hero 6

Creato il 07 gennaio 2015 da Flavio
Big Hero 6Un robot infermiere dall'aspetto rassicurante. Un ragazzino geniale di soli quattordici anni. Un dramma familiare. Una squadra di super eroi messa insieme all'ultimo minuto. Un cattivo da combattere. Una guest strar d'eccezione. Questi sono gli ingredienti della trama del 54° Classico Disney, uscito per Natale nelle sale cinematografiche italiane. Secondo film che tratta l'argomento super eroi, dopo Gli Incredibili, primo film a pescare dal vasto immaginario acquisito dalla Disney con l'acquisto della Marvel. Big Hero 6 è, infatti, ispirato ad un soggetto originale della Casa delle Idee di New York e trasposto per il grande schermo senza l'aiuto di Kevin Feige, deus ex machina dell'Universo Cinematografico Marvel.
Ma com'è questo film di cui tutti parlano un gran bene? Ti è piaciuto?
Sì, mi è piaciuto. E' un film divertente dove tutte le componenti per la creazione di un super eroe sono presenti. C'è l'intelligenza del piccolo genio, c'è la perdita di qualcuno di caro, ci sono gli amici che diventeranno squadra, c'è il robottone coccoloso, ma che si rivelerà adatto al ruolo, c'è il sacrificio. Insomma, c'è tutto quello che serve per introdurre una nuova generazione di fedelissimi consumatori ad apprezzare questo tipo di creazioni fantastiche.
E' un film originale? No. L'originalità è, da tempo, qualcosa che in Disney non viene praticata, perlomeno dal coraggiosa The Brave - Ribelle. Oltre a pescare a piene mani, adattandone (per necessità di pubblico da coinvolgere) le dinamiche originali, dal fumetto Marvel non possono non essere notati pieni "omaggi" al Maestro dei Robottoni Giapponesi Nagai Go (magliette ed orologio ispirati a Mazinga non sono lì per caso) ed alla Tatsunoko (non ditemi che Hiro che cavalca Baymax non vi ricorda Tekkaman, senza lancia, che non ci credo). Le citazioni rimangono anche in casa Disney: da Stitch, Bolt, Chicken Little passando per Gli Incredibili, a cui abbiamo già accennato.
La trama è semplice è lineare. Non ci sono grosse sorprese. Per stupire veramente, in questi film, bisognerebbe ritornare ad una scrittura più semplice. Lasciar perdere le trovata alla Invito a cena con delitto, per stupire a tutti i costi, che poi il colpevole si scopre subito lo stesso.
Cosa c'è, allora, di eccezionale in questo film? La computer grafica! Non tanto per le texture della pelle, che si sono mantenute semplici ed in linea a quelle dei lavori Disney precedenti. Non tanto per il realismo degli sfondi, che già vediamo nei film live action. Non tanto per le sequenze in 3D, che tanto io il film l'ho visto in 2D (ed ad occhio ci guadagna). Quello che stupisce veramente è la cura dei dettagli. Il contorno. Ciò che lo spettatore medio non vede. Tipo? La passeggiata per San Fransokyo di Baymax. Fate un po' caso alla gente sullo sfondo. Ognuno fa qualcosa. Ognuno reagisce in modo diverso rispetto a quello che il protagonista della scena sta facendo. Sia che siano in rilievo sullo schermo, sia che siano personaggi sfocati sullo sfondo, ognuno fa qualcosa! Ma questa è solo una scena. In tutte le scene di massa, la folla è veramente folla. Non sono residui di animazione messi lì tanto per riempire. Tutti hanno una faccia. Tutti hanno espressioni. Tutti vivono, in quella scena, la loro vita digitale. Quando tu pensi che Dreamworks o chi altri abbia sfornato un film qualitativamente elevato, ecco che arriva la Disney pronta a sparigliare il piatto con una giocata ad effetto. Eccola pronta a dettare nuovi standard per i film in animazione digitale. Pronta per far capire che, a discapito di tutto quello che le si voglia dire contro, resta sempre la ditta americana di cinema d'intrattenimento per ragazzi con una marcia in più; un passo sempre più avanti agli altri. Soprattutto in questo periodo in cui la concorrenza è sempre più spietata. Cioè paragonate il profilo tecnico di un film come quello de I Pinguini con questo e poi torniamo a parlarne.
Cosa c'è di pessimo? Le canzoni della colonna sonora. Il genere rap scrauso non è proprio quello che fa per me. Se poi ad interpretare la canzone, seppure con un ritmo orecchiabile, è Moreno di Amici (chi?) (ecco, chi?) ecco il passo falso di Disney Italia per la parte di adattamento locale. A me, sinceramente, non è piaciuto. Sono più le prese di fiato che si sentono nel suo brano che le parole utilizzate con originalità.
Nota a parte per il doppiaggio. Tutte brave le voci italiche. Anche Flavio Insinna, che un po' mi ha stancato, nonostante la sua seria professionalità, per la sua eccessiva presenza tra radio e tv, ben si cala nel vinilico protagonista. L'attore romano ha questa impostazione da professorino rassicurante, in radio si nota molto di più fiadatevi, che, però, ben calza all'infermiere robotico.
Un film piacevole, ricordate che è un Marvel sotto mentite spoglie e che ha una scena post crediti (crediti che, per inciso, son bellissimi da vedere lo stesso).

Titolo originale Big Hero 6 

Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2014 
Durata 108 min. 
Rapporto 2,40:1 
Genere animazione, azione, commedia, fantascienza 
Regia Don Hall, Chris Williams 
Soggetto Duncan Rouleau, Steven T. Seagle 
Sceneggiatura Don Hall, Jordan Roberts 
Produttore Roy Conli, Kristina Reed 
Produttore esecutivo John Lasseter 
Casa di produzione Walt Disney Animation Studios 
Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures 
Musiche Henry Jackman 
Doppiatori originali 
Ryan Potter: Hiro Hamada
Scott Adsit: Baymax
T. J. Miller: Fred
Jamie Chung: GoGo Tomago
Maya Rudolph: zia Cass
James Cromwell: professor Robert Callaghan/Yokai
Damon Wayans Jr.: Wasabi
Génesis Rodríguez: Honey Lemon
Alan Tudyk: Alistair Krei
Daniel Henney: Tadashi Hamada
Paul Briggs: Yama
Katie Lowes: Abigail
Stan Lee: maggiordomo di Fred
Abraham Benrubi: generale
Billy Bush: giornalista
Daniel Gerson: sergente
Charlotte Gulezian: arbitro
David Shaughnessy: Heathcliff
Doppiatori italiani 
Arturo Valli: Hiro Hamada
Flavio Insinna: Baymax
Simone Crisari: Fred
Rossa Caputo: GoGo Tomago
Virginia Raffaele: zia Cass
Edoardo Siravo: professor Robert Callaghan/Yokai
Davide Perino: Wasabi
Ludovica Bebi: Honey Lemon
Massimo Rossi: Alistair Krei
Stefano Crescentini: Tadashi Hamada
Paolo Marchese: Yama
Valeria Vidali: Abigail
Luciano De Ambrosis: maggiordomo di Fred
Gabriele Martini: generale
Massimiliano Manfredi: giornalista
Oliviero Dinelli: sergente
Daniela Calò: arbitro
Toni Orlandi: Heathcliff

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :