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Bimba come un cane E' solo il triste simbolo di un’Italia incapace...

Creato il 13 luglio 2011 da Simonetta Frongia

Choc a Bari: sette anni, figlia di genitori problematici, la piccola non parla ma abbaia. Assistenti sociali e scuola non l’hanno aiutata. La piccola ora vice in una casa famiglia e si esprime a gesti. E il pm non trova colpevoli...

Bimba come un cane E' solo il triste simbolo di un’Italia incapace... Il magistrato si è arreso. Ha fallito anche lui. La bimba, nove anni, non sa ancora parlare. E non può sporgere denuncia. Senza denuncia non si possono perseguire i genitori per il reato di abbandono di minori. Dunque, ha deciso il pm della Procura di Bari Angela Borea, archiviamo. Mancano le prove. Mancano i capi d’imputazione e gli indagati. A giorni si pronuncerà il giudice per le indagini preliminari. E si aspetta, ancora increduli. Intanto un fatto è certo: l’archiviazione sarebbe la certificazione definitiva del fallimento, un’autodenuncia d’impotenza del sistema giudiziario. Dei magistrati. Ma nella raccapricciante storia che ha per protagonista una disgraziata famiglia del quartiere Carrassi di Bari, il fallimento del tribunale è solo l’ultimo in ordine di tempo. Prima del magistrato, infatti, hanno fallito assistenti sociali, psicologi e maestri. Una débâcle senz’appello di tutte le istituzioni dello Stato: scuola, servizi sociali, magistratura. Il fallimento di un’intera comunità. Solo così si spiega la storia di degrado e abbandono che stiamo per raccontarvi. Una storia raggelante. Rimasta confinata in ambito locale e venuta alla ribalta dei media nazionali solo ora che il Pm della Procura di Bari ha deciso per l’archiviazione. Perché si sa, quando manca il delittaccio che sfruculia morbosità e audience, telecamere e reporter non si scomodano. Una storia incredibile nell’Italia del Terzo millennio, che è un atto d’accusa contro tutte le istituzioni. E, in un certo senso, contro tutti noi senza troppe distinzioni, che queste istituzioni abbiamo prodotto. 
( La Storia) Ora la bambina ha nove anni, vive in una casa famiglia, va a scuola e mangia seduta a tavola. Ma anche adesso, come quando fu trovata nell’ottobre del 2009, non sa parlare. Si esprime a gesti. Mima la violenza subita. Chissà per quanto tempo e da chi. Sono i suoi stessi genitori a dare l’allarme. Non trovano più la loro figlia, pensano sia scappata. Chiamano il 112 e il 113. Il papà, 57 anni, è invalido civile, disoccupato e privo di reddito. La mamma, 46 anni, ha problemi psichici e una piccola pensione con la quale non riesce a mantenere la famiglia. Quando arrivano gli uomini del Pronto intervento sono costretti ad avviare le ricerche a lume di candela perché la luce elettrica è stata tagliata causa morosità. I genitori non sanno descrivere la figlia, né ricordano che abiti indossi. Alla fine la bimba viene trovata dentro un armadio. Addormentata vicino al suo cagnolino. In mezzo a escrementi, materassi sporchi, avanzi di rifiuti. Ma lo scenario si fa ancora più sconvolgente quando gli uomini del 113 cercano di farsi raccontare i fatti. La bambina non parla. Abbaia. Si comporta come il suo cane, l’essere vivente che le è stato più vicino. Anche lei mangia da una ciotola posata sul pavimento. Non è difficile immaginare lo sconcerto che avrà colpito i soccorritori. Mentre è inspiegabile il comportamento degli addetti ai servizi sociali e d’igiene mentale che già assistevano la famiglia con visite qundicinali nell’appartamento dei Carrassi. Possibile non si fossero accorti di nulla? E se sì, perché non hanno tolto la bambina ai genitori? Ci vorranno delle risposte su questo. E si attendono risposte anche dall’istituzione scolastica. Aveva contezza dell’esistenza di questa bambina? Si è mai accorta della sua assenza? È successo a Bari, una delle città più moderne del Mezzogiorno. Non nella campagna sottoproletaria di Avetrana.
Dopo il ritrovamento la bambina è stata ricoverata in ospedale per sospetta scabbia e pidocchi.... Infine affidata a una casa famiglia,(anche questo me lo spiego poco poichè l'affidamento in casa famiglia presume che ci sia un rientro del minore nella famiglia d'origine dopo un recupero della stessa!! Ci credo poco!) dove vive tuttora. Ma dove ancora non ha imparato ad articolare le parole.
Secondo le indagini avrebbe anche subito abusi sessuali. Ma sebbene mimi quei gesti e s’intuiscano riferimenti sessuali, non c’è modo di dimostrare la violenza perché mancano le lesioni che possano provarla. È per questo che, con atteggiamento pilatesco, la Procura di Bari ha deciso di gettare la spugna. Vedremo se il gip metterà il timbro sul fallimento. «Davanti a ciò che la bambina ha patito non devono esistere limitazioni o prescrizioni di sorta» intima Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori. Che suggerisce: «Se la piccolina è incapace di esprimersi, il caso rimanga comunque aperto, in attesa che possa essere messa in condizioni di rendere intelligibile la propria esposizione» ha concluso. Prima di chiedere l’intervento di Napolitano nelle sue funzioni di presidente del Csm.
Maurizio Caverzan http://www.ilgiornale.it/interni/la_bimba_ridotta_come_cane_simbolo_unitalia_incapace/11-07-2011/articolo-id=534312-page=0-comments=1
Purtroppo non c'è molto da aggiungere a questa vicenda, o forse troppo. Innanzitutto oltre al fallimento certo delle istituzioni, sicuramente una inadeguatezza di certi professionisti al loro ruolo e sopratutto una mancanza di "comunicazione" tra i vari enti e, non in ultimo un vuoto legislativo: infatti se cerco sui reati alla persona devo ammettere che la Legge ha fatto dei passi enormi verso la tutela dei minori, sopratutto anche in base al fatto che noi abbiamo rattificato una Convenzione che tutela i diritti dei minori, ma aggiungo, non è abbastanza. La legge tutela l'abbandono del neonato, l'infaticidio, l'abuso sessuale (ma già questo ha un limite poichè anche l'atto sessuale con minore di anni 14 è punibile solo se c'è querela da parte della persona offesa) ed inoltre se l'abuso non viene dimostrato con prove "certe" è come se non fosse accaduto! Ma il vuoto esiste per tutto ciò che riguarda i reati di incuria, discuria, ipercura: infatti se cerco il termine incuria all'interno del codice penale, se ne parla solo per quel che riguarda gli animali e non pe quel che riguarda le persone. Ora bisogna purtroppo ammettere, e molti operatori sociali mi daranno ragione che gli atti di incuria e discuria sono molto più frequenti di quanto si pensi e, sopratutto la violenza psicologica ( che in quanto non dimostrabile, non è punibile) è un atto subdolo che esiste in ogni campo e lascia dei segni indelebili che sono molto più pesanti e persistenti della stessa violenza fisica, poichè spesso e volentieri l'oggetto di questo tipo di violenza è il minore mentre il soggetto che lo umilia, che lo offende, che lo sottomette, che ne abassa la sua fiducia è un adulto (genitore, parente, insegnante) che dovrebbe e, sottolineo dovrebbe aiutarlo nella crescita sana e armoniosa e verso la costruzione di un identità adulta e consapevole. Ora io mi auguro solo una cosa che il Legislatore si faccia carico di questo vuoto per una vera e completa tutela del minore e, spero che questo caso non diventi sono un evento da studiare, un nuovo Selvaggio dell'Aveyron!
http://www.scribd.com/doc/3880208/Ragazzo-selvaggio-dellAveyronhttp://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/documento.art.html?idDocumento=12540521& idType=16  (alla voce incuria, trovo:)http://www.altalex.com/index.php?idnot=36774 (delitti contro la persona)
Simonetta Frongia

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