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"Bisognerebbe pagare le multe con un sorriso. Io ci ho provato ma loro volevano i soldi"

Da Lacucinadiqb

Caro Accertatore Matricola 25 che nel soleggiato mattino del 06.10.2012 alle ore 11.14 mi hai preavvisato una contestazione nr. 1013278 in quanto, secondo te, ho violato l'art. 157, comma 2 e 8 (two commi is melio che uan), volevo dirti che ho pagato il conquibus entro 10 giorni all'ufficio postale di Ponte di Brenta, dove ho incontato il vecchio direttore e le invecchiate impiegate, e che giocherò al lotto tutti i numeri sopra riportati. Se mai dovessi vincere qualcosa, caro Accertatore Matricola 25, ti offrirò un calice di buono vino.Perché? Perché mi sembri una persona tanto triste, davvero. Triste, triste. Severa, ma giusta, per carità. Ma tanto, tanto triste.

Avete mai pensato a quanto triste è diventata la nostra vita dall'inizio degli anni '80 fino alla recessione economica, causata da una finanza scellerata, per l'eccesso di regole? Non è burocrazia: se si trattasse solo di quella la maggior parte di noi italiani si farebbe una risata ma è proprio l'intento castrante del legislatore a permeare ogni nostro rapporto con la pubblica amministrazione di uno strano retrogusto amarotico, il gusto vero della nostra vita di cittadini. E se il cittadino diventa possessore di un qualsiasi bene il retrogusto amarotico assume un sentore di bile.

Prendiamo un oggetto semplice semplice come un motorino, per esempio. Vent'anni fa si poteva guidare il motorino senza casco e la norma che ne ha giustamente obbligato l'utilizzo ha ridotto drasticamente il numero dei trapianti di organi: negli ospedali hanno iniziato a scarseggiare giovani vittime di incidenti stradali con il cervello spappolato ma il cuore ancora riutilizzabile. Ottima legge, ottimi gli obiettivi raggiunti. Ci si poteva fermare lì.Poi il legislatore ci ha preso gusto ed ha introdotto l'obbligo della targa: ok, ci poteva stare. Cos'è una targa? Una combinazione alfanumerica che corrisponde ad un codice fiscale: semplice. Ma perché ad ogni cambio di governo bisogna porre mano al codice della strada e quindi, improvvisamente, la mia vecchia targa non va' più bene?  E perché se ho la disgrazia (o la fortuna?) di avere un figlio smanettone dinnanzi agli stessi roboanti motorini, che nel 1978 sfrecciavano per le vie interne di Ponte di Brenta ora, in quanto portatore sano di patria podestà, rischio un procedimento penale perché quel pirla di mio figlio ha tolto i piccoli "getti" già predisposti dalla casa produttrice? Davvero tutto questo accanimento legislativo per il "nostro bene"? Non credo: i ragazzi in motorino muoiono perché qualche adulto distratto da sigaretta e cellulare li investe con l'auto, i guard rail non sono a norma, il mastro stradale sembra aver subito un bombardamento, la segnaletica stradale sembra scritta dagli autori di Voyager e non perché la targa è calcolata secondo il calendario tolemaico o la cilindrata di 50cc consente di arrivare a 70 km/h.L'anno scorso ho messo le ruote invernali alla mia vecchia auto non perché ne sentissi la necessità ma perché c'erano le pattuglie che all'ingresso dell'autostrada controllavano e comminavano multe a più sospinto. La norma, ferrea, indicava anche un periodo in cui scattava l'obbligo: dal 15 novembre al 15 aprile. Salvo poi decretare in tutta fretta, revocando la data di aprile, in quanto già a marzo c'erano 25 gradi. Io poi le ho tolte a giugno (non è che ho tutto questo tempo da perdere dal gommista tra metti-togli-metti) ma per quanto io sia una fedele cittadina sento sempre più insopportabile il retrogusto amarotico.Del resto fu proprio Giolitti ad affermare: "Per i cittadini le leggi si applicano, per gli amici si interpretano, per alcuni si eludono".
E quindi, caro accertatore matricola 25, la prossima volta che a Este vedrai una vecchia auto da commendatore degli anni '90, targata Venezia, con il sedile occupato parzialmente da cataloghi che vanno dai tavoli chirurgici alle ghise colorate per le cotture in forno, parcheggiata in contromano e con mezza gomma sul pelo dell'angolo del marciapiede, pensa a che razza di fulminata può esserci alla guida e fatti quattro risate. Come quelle che si sono fatte un gruppo di amiche durante una festa di addio al nubilato con lezione di cucina a sorpresa!

Uova in cocotte con capperi e gamberi allo zenzeroIngredienti (per 6 persone)½ kg di gamberi, 30 gr di burro, 6 uova bio, 100 gr di panna liquida, 2 cucchiai di capperi sotto sale, 1 lime bio, sale e pepe nero del Madagascar macinato al momento, 2 cm di radice di zenzero fresco, olio evo.
ProcedimentoScaldare il forno a 170°, sgusciare i gamberetti lasciandone 12 con le teste unite da utilizzare come decorazione.Ungere 6 cocottine di circa 150 ml ciascuna con il burro ammorbidito, spargere sulla superficie un po’ di sale e pepe macinato al momento, rompere delicatamente un uovo all’interno di ogni cocottina, versare 1 cucchiaio di panna sull’albume e distribuire i gamberetti ed i capperi sciacquati sul tuorlo. Cucinare nel forno statico già caldo per circa 10'-12' minuti, fino a quando il tuorlo si rapprende. Non si deve indurire troppo!Sfornare, decorare con i gamberetti interi spadellati 2’ con un lo zenzero intero, un filo d’olio evo e le zeste di lime.

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