Magazine Cultura

Calvino, Il barone rampante (con divagazioni)

Creato il 08 giugno 2012 da Stimadidanno
Guardo fuori. Nel parchetto condominiale che vedo, deserto, c'è solo una ragazzina in jeans e maglia blu elettrico.
Avrà dieci, undici anni, oggi sono alte e slanciate a quell'età perciò tolgo un paio di anni a quelli che dimostra. E' da sola e gioca a parkour con la panchina e con lo scivolo.
Sono sorpresa: che bello, a volte capita già di vederle smignottare in gruppo a quell'età. Questa invece è tranquilla e si vede benissimo che non ha problemi a stare da sola. Chissà a cosa pensa. Perché lei, mentre penzola dalla traversa dell'altalena, non controlla se qualcuno la guarda. Pensa, appesa con braccia e fantasia.
Mi viene in mente questo post di qualche venerdì fa di Mammainverde e questo, letto da poco, di To Write Down. Si parla di vacanze e di lettura ed io sono in un lampo là, a Castiglioncello, nel giardino di un albergo. Dondolo su un'amaca tesa tra i pini marittimi secolari e mi sento grande, perché subito dopo l'esame di quinta elementare ho avuto la prima mestruazione. Un discorso chiaro, di responsabilizzazione, da mio papà. Uno più pragmatico, da mia mamma. Nessuna angoscia, tutto mi sembra naturale e già visto poiché in casa non s'è mai fatto mistero su queste faccende. Interpreto il menarca come segno di inclusione in un'età adulta alla quale già tendo, più taciturna e già da un po' meno "fisica" dei miei coetanei. Sfoggio un'improbabile borsetta in pelle bianca con linee trasversali bordeaux e dentro c'è un campioncino di profumo. Sono grande, diversa e speciale in quel momento, e ne vado orgogliosa. E del resto, sto leggendo Calvino.
Non so esattamente quale sia stato il primo libro della Trilogia che ho letto in quelle vacanze. Certamente me li sono bevuti tutti e tre questi romanzi, con l'impressione che facessero anche loro parte del rito di passaggio che mi stava segnando.
Solo oggi, mettendo a fuoco questo ricordo, mi rendo conto che diventare donna e farsi rapire dalla letteratura sono stati un tutt'uno per molto, molto tempo nella mia testa. Individuo anche nettamente i passaggi in cui quest'unione salda si è poi sciolta, diluendosi e facendosi sorprendere dalla vita.
Ma torniamo al libro. In quei giorni di vacanza in cui diventavo grande, annusavo l'aria e...
Calvino, Il barone rampante (con divagazioni)
"Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d'Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell'ora, nonostante fosse già invalsa tra i nobili la moda, venuta dalla poco mattiniera Corte di Francia, d'andare a desinare a metà del pomeriggio. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: – Ho detto che non voglio e non voglio! – e respinse il piatto di lumache.
Mai s'era vista disubbidienza più grave."
Questo post partecipa al Venerdì del libro di HMM...
Ah, oggi partecipo all'iniziativa anche con il Viaggio Emotivo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines