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Capitolo 27

Da Blackvinylblues @blackvinylblues

La notte continua a scorrere fuori dal finestrino. Spengo la luce di lettura, per chiudere gli occhi e riposare per un po’ la mente.
Ma non ne vuole sapere di riposarsi, continua a volare, a ragionare su ogni punto del passato, prossimo e remoto.
Vorrei che fuori dal finestrino ci sia il mare.
Mi piace vedere la notte, con la spuma bianca che spunta nel buio.
Richiudo gli occhi. Di fronte ho varie immagini, ma tutte si ricollegano a quel foglio, e quel cadavere.
Ci dev’essere una connessione tra lui e quello che ho scritto.
Sta diventando un’ossessione, ma è necessario.
Qualcosa sta finalmente cambiando in me, e sono contento.
Dovevo trovare qualcosa che mi portasse fuori dalla bonaccia. Anche se si tratta della paura di essere spedito in carcere.
Dopotutto sono quasi sicuro di essere rimasto a casa.
Avevo l’insonnia.
Dubito di avere camminato nel sonno.
Meglio che riapra un po’ gli occhi.
Penso di avere dormito comunque un po’, infatti ora sono da solo in carrozza, e non m’ero accorto della fermata.
Squilla il cellulare. È il commissario.
- Sei arrivato?
- No, ancora no. Ci sono novità?
- Già. Abbiamo scoperto il nome del killer.
Meno male, non sono io.
- Non male, è ex-ricercato in mezzo mondo, e forse più.
- PerchÈ ex? L’hanno preso?
- No, è morto.
- Aha. Ucciso?
- Ovviamente. Tra l’altro proprio ad Hof.
Bene. Almeno so che non sono stato io.
- Dammi qualche indicazione in più, dove andare.
- Allora, Jozif “Johnny” Szmudzak. 40 anni. Pizzetto nero. Ucciso in casa sua, a Geroldsgrün. Un po’ lontano dal tuo albergo.
- Già. Ci arriverò in qualche modo, tranquillo.
- Dove sei di preciso?
- Sono quasi a Monaco, tra poco scendo.
- Bene. Viaggio pesante?
- No, onestamente pensavo molto peggio.
- Sei fuori allenamento, male, male.
- Già.
- Allora ci sentiamo se ci sono novità.
- Ok. In campana.
Prendo il mio taccuino nero. Scrivo Geroldsgrün e lo sottolineo due volte. L’ho visto fare nei film, penso sia da fare.
È ora di scendere a Monaco.
La stazione quasi mi abbaglia, con la sua perfetta staticità bianca, piena di luce diffusa.
Mi è quasi difficile che fuori sia buio con tutta questa luce.
Non sono più abituato a viaggiare, ha ragione il commissario.
Mi abituerò.
È arrivato il treno.



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