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"Capra! Capra! Capra!"

Da Lepicentro
«Capra! Capra! Capra!» urlò il Super Io dell’Auditel al povero Vittorio, pioniere incompreso della Cultura con la “C” maiuscola, anche lui travolto dalla valanga del berlusconismo videocratico scivolato giù, come un Vajont annunciato. La maschera del Silvio condottiero sbandierata in ogni sua piazzaforte giornalistica, la dice lunga sul muso lungo dei falso-destristi di questo moderno ventennio annacquato, muso che palesa il maldestro tentativo di coprire la verità con ceroni e fondotinta catodici. E la primavera che si sente in giro sta a significare che lo sprovveduto Popolo Italico se n’è accorto, a cominciare proprio laddove nessuno se lo aspettava (o in pochi): Milano e Napoli. I cosiddetti massimalisti hanno vinto la prima partita, dagli ex-rifondaroli, ai populisti dipietristi, ai grillini. E questa orgia di estremismo di sinistra (non me ne voglia il buon Beppe se lo apparento da questa parte) si è rinforzata e coesa proprio grazie ad un estremismo di destra che si è palesato sempre più, provando ad uscire dal cavallo di Troia del moderatismo in cui fino a poco tempo fa si nascondeva: la prima a sbarcare per la crociata è stata la Santanché, quasi un umano ariete da sfondamento.E non sembra che il PD sia troppo deluso di aver perso le primarie a Milano e tracollato a Napoli. Pure Fassino a Torino pareva spaesato (ha ragione Crozza). Perché?Tra le braci del popolo comunista che fu ai tempi di Enrico Berlinguer, si sta accendendo un fuoco che cova da anni: hanno tentato di buttarci acqua con pompe a idrogetto per vent’anni ma, evidentemente, non sono riusciti a spegnerle. E coloro che hanno fallito in questo, oggi sono ancora nelle dirigenze PD (Bersani escluso): ma sembra che da tutto ciò siano quasi sollevati, come se gli avessero tolto un peso.La storia sta travolgendo, partendo dal Nord Africa, tutti gli equilibrismi di opportunità delle sedie al potere, la crisi sta ignudando il carnevale della politica, la gente si sta riappropriando di ciò che gli spetta.

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