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Carlo Cassola, Massa Marittima

Da Paolorossi

Massa Marittima

Massa Marittima

In due ore la corriera li portò a Massa. Qui avrebbe dovuto aspettarli un barroccio per il trasporto della roba; ma non c’era, e dovettero noleggiarlo.
[…] Gli uomini andarono presto a dormire (erano stati sistemati in un piccolo fienile accanto alla stalla). Germano si trattenne a veglia, attirato dalla presenza di una giovane contadina. La mattina alle cinque, Guglielmo dovette scuoterlo ben bene per svegliarlo. Brontolando e maledicendo la sorte, che lo aveva fatto nascere boscaiolo, il ragazzo si alzò e mise insieme la propria roba.
[…] Finalmente s’incamminarono. Per un po’ gli zoccoli dei muli risuonarono sull’ammattonato. Poi il rumore si attutì sulla terra battuta della strada.
[…] Cominciava a far chiaro. La strada si andò accostando al corso sinuoso di un fossato. Cespi rigogliosi di rovi, magri arbusti e alberelli isolati crescevano lungo gli argini. Da una parte e dall’altra del fossato, si estendevano per breve tratto appezzamenti coltivati a granoturco; più oltre il terreno si elevava rapidamente, divenendo brullo e franoso. Qualche casa sparsa sulle alture circostanti non dava segni di vita. Il gruppetto continuò la sua marcia silenziosa. A oriente, al di sopra della linea di collinette, il cielo si sandava schiarendo.
« Si fa giorno, » disse Amedeo.
Quel commento superfluo ebbe il potere di scuotere gli animi. Come se non aspettassero altro, Guglielmo tirò fuori una sigaretta, subito imitato da Germano, Francesco si fermò ad accendere la pipa. Quindi s’intrecciarono le conversazioni, Fiore avanti col mulattiere, Guglielmo con Francesco e Amedeo. Germano era solo in coda, ma ora col fumo si era definitivamente svegliato e fischiettava soddisfatto.
« Fare il boscaiolo, » diceva Amedeo, « è meglio che fare il contadino… »
« E’ meglio che fare il signore, » motteggiò Germano alle sue spalle.
« Volevo dire: almeno si vede un po’ di mondo. »
[…] Il brusco cambiamento di itinerario effettuato dal mulattiere mise fine ai discorsi. Abbandonarono la strada, imboccando un sentiero che, attraversato un campo, prese a salire a zig-zag lungo il fianco della collina. Il terreno intorno era brullo, franoso,. Il conducente si preoccupava dei muli, che non mettessero un piede in fallo. Gli uomini seguivano in fila indiana. Germano, che decisamente non era in forma, bestemmiava tra i denti contro quella maledetta arrampicata che minacciava di non finire più.
[…] La salita finalmente si attenuò, e cominciò ad aprirsi la vista. Le argille stavano per finire. Al di là delle ultime groppe tondeggianti si levava infatti, ma restava per il momento molto bassa sull’orizzonte, una larga piramide nera. Si fermarono in un valloncello a far colazione. Il cibo, il vino, e poi una fumatina, rianimarono la compagnia. Solo Germano si manteneva di cattivo umore, ma lo faceva per partito preso.
« E’ tutta così la Maremma? » diceva « Cammini, cammini, non incontri nessuno e non arrivi mai in nessun posto. »
Amedeo si mise a ridere.

( Carlo Cassola, Il taglio del bosco, 1953 )

Carlo Cassola in un’intervista dei primi anni sessanta 

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