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Challah al farro

Da Gaietta1

Buongiorno amiche!

Ammetto che non avevo così tanta voglia che iniziasse una nuova settimana, ieri è stata una domenica perfetta, una di quelle giornate di relax completo in cui l’unico vero dilemma è stato coperta di lana della nonna o coperta di pile!?

Non sono una dormigliona nemmeno la domenica ed essendomi svegliata presto ho deciso comunque che la giornata sarebbe stata molto lenta,anche perchè bisogno di riprendermi dal sabato di lavoro no-stop iniziato alle 9 del mattino e finito ben dopo le 23.00.

Challah al farro

Quando la scorsa settimana Jasmine ha pubblicato la ricetta della sua mitica challah integrale, me la sono stampata con l’obiettivo di prepararla venerdì tra un impegno e l’altro, ovviamente non ci sono riuscita perchè non sarei stata in grado di seguirne la lievitazione e così ho rimandato di un paio di giorni per poterla preparare per la prima con calma.

Tra l’altro dovevo anche risollevare la mia autostima dopo la disfatta totale della scorsa settimana quando ho avuto un giorno in cui non sono materialmente riuscita a preparare qualcosa di commestibile, vi racconto cosa è successo per dovere di cronaca: martedì è iniziato con uno splendido e ancora tipido sole, dato che avevo la giornata libera me la sono presa comoda come fosse una domenica! Avevo in programma di provare a preparare la Bisciola, dolce tipico valtellinese che richiama vagamente il panettone meneghino, anche se è molto più ricco di frutta secca; non avendo però una ricetta collaudata ho fatto ricerche in rete e dopo aver confrontato almeno 20 varianti ho messo insieme quella che mi sembrava una ricetta sensata e ho iniziato ad impastare di buon’ora.

Ho voluto esagerare e ho preparato anche della pasta fresca al grano saraceno, solo che l’impasto è venuto troppo morbido, non avevo semola in casa così ho usato la farina 00 e il tutto si è tramutato in disastro completo; la  bisciola non ne ha voluto sapere di lievitare come di deve per cui quando l’ho infornata è cresciuta più tipo fungo atomico che come pagnottella, dentro ha faticato a cuocere a dovere e anche i biscotti burrosi che mi vengono sempre alla perfezione si sono spiattellati senza ritegno.

Ho sfiorato la crisi isterica, andre mi additava dandomi della pazza furiosa…insomma alla fine ho preso la Ellie e siamo andate a sbollire il mio umore a quel punto più nero della pece con una camminata di due nel bosco sopra casa! Sono tornata che ero un fiorellino, tanto che a cena ho chiuso la cucina e ci siamo bevuti un thè.

Ho seguito fedelmente la sua ricetta usando però 300g di farina integrale di farro (al posto dei suoi 500g di farina integrale) e 700g di farina Buratto del Molino Morino (o farina 0 ).

Challah al farro

Con questa dose mi sono venute due splendide treccione, una l’ho lasciata neutra cospargendola in superficie con semi di sesamo e semi di papavero e l’altra l’ho arricchita di gocce di cioccolato per accontentare la mia golosa metà.

Di seguito vi copio/incollo la sua ricetta con le mie modifiche

Ingredienti (per 2 trecce)

700g farina 0 ( io la Buratto del Molino Marino)

300g farina integrale di farro

1 cubetto di lievito di birra

2 bicchieri e mezzo di acqua tiepida ( io ho usato metà acqua e metà latte)

1/4 di olio leggero di semi ( io ho usato l’olio biologico di mais)

3 cucchiai di miele

sale q.b.

1 uovo per spennellare

semi di sesamo e papavero per decorare

gocce di cioccolato per farcire

Challah al farro

In una ciotola stemperate il lievito nell’acqua ( o acqua+latte) tiepida con il miele e un cucchiaio di farina; mescolate il tutto e fate riposare 10 minuti, o fino a che non si formano le bolle.

In planetaria con il gancio per i lievitati setacciate le farine, aggiungete l’olio e il composto di lievito e impastate il tutto regolando di sale; se necessario aggiungete altro liquido in modo da ottenere un impasto omogeneo ed elastico.

Trasferite su una spianatoia e impastate a mano per circa 5 minuti. Fate riposare l’impasto in una capiente ciotola leggermente infarinata e copritelo con un panno umido. (Io lo lascio sempre chiuso nel microonde così sono sicura che non subisce sbalzi dovuti all’eventuale aria; oppure in forno spento ma con la luce accesa)

Quando l’impasto ha raddoppiato il suo volume iniziale, dopo circa 1h, riprendetelo e pesatelo: dividete l’impasto in due “pani” di pari peso; prendetene una “pagnotta” e dividetela in tre parti di pari peso anch’esse e formate dei filoncini.

Intrecciate i tre filoncini in maniera da formare una treccia e trasferitela su una placca coperta con carta forno.

Ripredente anche la seconda “pagnotta”, ricavate da questa tre filoncini di pari peso e allargateli leggermente; spennellateli con l’uovo sbattuto e cospargeteli di gocce di cioccolato, richiudeteli su se stessi facendo ben aderire i bordi e intrecciate anche questi a formare un’altra treccia lunga come la precedente.

Trasferite anche questa sulla stessa placca della precedente; per sicurezza fate un segno sulla carta forno per poi identificare la treccia al cioccolato.

Fate lievitare le trecce per 20-30 minuti.

Challah al farro

Accendete il forno a 200° e quando le trecce sono ben lievitate spennellatele entrambe con l’uovo sbattuto; distribuite a piacere i semi di sesamo e papavero sulla treccia “neutra” e le gocce di cioccolato su quella farcita e infornate in forno caldo e statico per 35 minuti trascorso questo tempo abbassate a 180° e proseguite la cottura per altri 10 minuti.

Sfornate e lasciate raffreddare prima di affettarle!

Grazie Jas per la ricetta perchè è strepitosamente ottima!

Hugs,kisses&cookies

Nota: ci tengo a precisare che nel post appena scritto il fatto che io abbia sottolineato due volte la marca della farina che ho usato non vuol dire che sia una triste marchetta; ho precisato quale tipo di farina ho scelto perchè trovo che sia una delle migliori per ottenere dei lievitati davvero ottimi; la suddetta farina me la sono cercata e comprata, non ho aspettato che mi facessero la spesa a domicilio come  ( a mio avviso ) ormai capita troppo spesso leggendo post dove per una ricetta con 5 ingredienti, almeno 4 sono frutto di “collaborazioni” che lasciano davvero il tempo che trovano.


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