Magazine Diario personale

Chiesa di frontiera.

Da Michele Orefice @morefice73

5 ottobre 2013 , Riva destra della Mosella, Coblenza, Germania.
Osservo la Mosella che scorre fuori dalla finestra del soggiorno. L’acqua sembra quasi ferma, a seconda della direzione del vento a volte sembra che vada quasi in direzione opposta. È una giornata uggiosa, come c’è ne sono tante in autunno in inverno. La gente passeggia, non è particolarmente freddo. C’è chi passeggia, chi corre, una calma perfetta. Siamo in Germania da tre anni e possiamo ora iniziare a fissare quelle che sono le differenze tra il bel paese e la nazione tedesca. I confronti da fare c’è ne sono un sacco ma oggi in chiesa , dopo aver ricevuto la Comunione , mi è rimbalzato in testa la frase “chiesa di frontiera”. Che c’entra con il paese in cui viviamo ora? Chiesa di frontiera dovrebbe essere in Brasile o in Africa oppure in India, dove lo scontro culturale è tremendo. Nel nostro piccolo invece proviamo anche qui lo stesso sentimento, il sentirsi al limite, sul bordo, un po’ dimenticati dagli uomini. Un primo segno che qualcosa scricchiola in questa chiesa tedesca l’ho provato quest’estate. Ero rimasto qui solo, la famiglia in Italia per le vacanze. Io a Messa , da solo, di giovedì sera. Allo scampanellio che preannuncia l’entrata del sacerdote si presenta una signora , conosciuta certo, ma non un sacerdote! Va all’altare e annuncia che i vari sacerdoti della nostra parrocchia sono occupati e un’altro è ammalato, quindi ci riuniremo per leggere la Bibbia e ricevere la comunione. Ok. Per una volta si può fare. Mi ha fatto sentire un po’ come i primi cristiani , nascosti nelle catacombe. Chiesa quasi vuota, forse trenta persone. Poi è stata una messa fra settimana…. Va beh, mi ha fatto pensare ma è finita li. Questo però si è ripetuto anche un’altra volta di domenica, dato che alcuni sacerdoti erano in vacanza e non vi erano sostituti. Oggi invece è successo che la signora che suonava l’organo era ammalata e quindi non si è suonato, cantato senza musica. Anche oggi la chiesa era mezza vuota e i nostri figli erano gli unici bambini in chiesa. La chiesa qui appunto è costituita da persone sopra ai 70 anni di media, non ci sono ragazzi se non in rarissimi casi e tanto meno famiglie. È questo il futuro dell’Europa? È questo che sta succedendo anche negli altri paesi del nord Europa? È questo che porta il nostro benessere? La nostra parrocchia è un agglomerato di tre quartieri della città e vi è un sacerdote che gestisce 7 chiese, con altri due che l’aiutano nelle varie mansioni tra cui portare la comunione agli ammalati, battesimi, sepolture e messe nelle case di riposo. Io ho provato a sensibilizzare gli alcuni fedeli, a spiegare che la chiesa siamo noi tutti ma loro aspettano che il parroco faccia,decida, sancisca. Da tanto tempo mi chiedo perché siamo finiti in Germania, quale possa essere la nostra missione qui nel cuore dell’Europa. Ora penso che lo scopo nostro sia di ricreare la comunità che è andata perduta.

Purtroppo la barriera linguistica lavora sempre contro queste situazioni ma proveremo nei mesi prossimi a rinverdire la nostra comunità partendo dalla preghiera del Rosario. E che Dio ci aiuti!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :