Ci sono modelli di bambino che a me non sono capitati,che...

Ci sono modelli di bambino che a me non sono capitati,
che mi hanno sempre suscitato incredulità
e un poco di invidia.
Tipo:
quelli che a un mese di vita si fanno nove ore filate di sonno
quelli che, tolto il pannolino in un giorno, non fanno più la pipì addosso, né la cacca, e mai e poi mai bagnano il letto
quelli capaci di stare a tavola seduti per più di un minuto
quelli che finiscono di mangiare senza essersi insudiciati capelli, faccia, mani e tutti i vestiti, scarpe comprese,
quelli che non devi trasformarti in un generale nazista perché si lavino,
quelli che mettono in ordine senza che tu li debba minacciare di dare tutto a fantomatici bambini poveri,
quelli che li metti a letto, un bacino e buona lì, ti crollano addormentati da soli, senza lacrime né sangue,
quelli che se gli dici "non toccare", non toccano
"non urlare", non urlano
"non insistere", non insistono.
Ieri sera però è successa a me una cosa che ancora non ci credo,
e che mi invidio un po' da sola.
Eravamo tornati da poco da un bellissimo quanto massacrante weekend veneziano
quando ettore,
tre anni e mezzo e ciucciomane senza speranza,
mi si avvicina
e mi annuncia che è diventato grande
e che è ora di buttare i suoi ciucci.
Ne ha due in mano e si dirige verso la finestra.
Io fremo e con un filo di voce gli chiedo se è proprio sicuro.
Gli ricordo che se li butta poi l'uccellino giacomino se li viene a prendere e non li riporta più.
Lui mi guarda serio, apre le imposte e con un gesto secco ed elegante lancia il primo ciuccio fuori dalla finestra.
Mi riguarda e lancia anche l'altro.
Chiude le imposte.
Scrolla le spalle e si allontana.
Un figo.
N.B.: il nostro piccolo eroe (grazie grazie grazie),
dopo aver superato brillantemente due brevi momenti di défaillance,
ha dormito tutta la notte,
ha apprezzato con dignità il regalo che l'uccellino giacomino gli ha portato nella notte
e si è incamminato con i suoi piedi di babybell verso l'età matura.