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Cibo italiano e cambiamento climatico: il caso del Radicchio di Chioggia

Creato il 22 febbraio 2011 da Progettiambiente

Cibo italiano e cambiamento climatico: il caso del Radicchio di ChioggiaMentre in Europa il 50% degli abitanti sono sovrappeso, e in Italia il 9,9% sono obesi (rapporto «Health at a Glance Europe 2010»), l’UNEP ci dice che ogni giorno muoiono nel pianeta 24.000 persone per fame o fenomeni ad essa connessa. Un nuova problema va a complicare lo squilibrato quadro globale, ovvero il cambiamento climatico. L’IPCC (2007) mostra diversi scenari futuri per clima e alimentazione: al di là di tutti i modelli e calcoli presi in considerazione, sopra un incremento di 3°C di temperatura i prezzi dei cereali aumenteranno in tutto il mondo, divaricando le differenze fra Nord e Sud ancora di più.

Allo stesso tempo a tamponare gli allarmismi ci pensa il Peterson Institute (2009), mostrandoci l’altra faccia della medaglia: con la cosiddetta “carbon fertilization” un aumento delle concentrazioni di gas serra potrà provocare un incremento dei raccolti. Si calcola per il 2080 una diminuzione della produzione agricola del 7,4% in Italia senza carbon fertilization, ma un aumento del 6,5% se questo invece si verificherà (con ragionevoli previsioni di risultati intermedi). L’incertezza quindi ancora regna sovrana, come possiamo vedere nella tabella (fonte: Peterson Institute for International Economics, 2009), aprendo la strada a riflessioni più che granitiche certezze.

Variation of agricultural production without carbon fertilization in 2080 Variation of agricultural production with carbon fertilization in 2080 Variation of agricultural output in billion of dollars (starting from 2003 to 2080)

Belgium -6,7% +7,3% -0,2<X<+0,2

France -5,7% +7,3% -2,3<X<+2,6

Germany -2,9% +11,7% -0,5<X<+2,0

Greece -7,8% +0,0% -0,7<X<+0,0

Italy -7,4% +6,5% -2,4<X<+2,1

Netherlands -7,0% +6,9% -0,7<X<+0,7

Portugal -9,6% +4,0% -0,4<X<+0,2

Romania -6,6% +7,4% -0,4<X<+0,5

Sweden, Norway and Finland +10,9% +27,5% +0,9<X<+2,5

Spain -8,9% +4,8% -2,7<X<+1,4

UK -3,9% +10,5% -0,5<X<+1,3

Una maggiore capacità di analisi può esserci data privilegiando lo studio del fenomeno (globale) in un contesto locale, dove l’analisi del contesto geografico ed economico può darci più risposte. Perfino in un paese arealmente non molto esteso come l’Italia, i frastagliati e variegati aspetti geografici locali possono giocare un ruolo non indifferente. Soprattutto per quanto riguarda le aree costiere, fenomeni quali l’innalzamento del livello del mare, espansione termica e incremento degli eventi estremi permettono di dare risposte documentate.

La parte est della Pianura Padana, come vediamo dalla figura seguente, è una delle aree a minore altezza sul livello del mare in Europa e già abbiamo evidenza di numerose problematiche (su tutte sia sufficiente il caso di Venezia), con un marcato pericolo legato all’intrusione salina (ovvero dell’acqua di mare) nelle falde. Il CNR per questo motivo ha realizzato un sistema di controllo automatico dell’intrusione salina nell’area a Sud di Venezia della Laguna, con forte attenzione al problema del Radicchio Rosso di Chioggia, un importante vegetale per le tavole italiane e soprattutto locali, ma anche per tutto il sistema economico agricolo locale.

Cibo italiano e cambiamento climatico: il caso del Radicchio di Chioggia
Il radicchio  è sotto controllo dei ricercatori del CNR e della Provincia di Venezia con una tomografia computerizzata che, a una profondità di 70 metri, analizza le variazioni di presenza di acqua salata all’interno dell’acqua delle falde.

La vulnerabilità dell’area è ulteriormente complicata dalla subsidenza (abbassamento verticale della superficie terrestre a causa della diminuzione della presenza di acqua sotterranea), che altro non fa che aumentare i fenomeni di infiltrazione salina.

Cibo italiano e cambiamento climatico: il caso del Radicchio di Chioggia
Quello del Radicchio rosso di Chioggia potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di una serie di complicanze che potrebbero colpire il paese. L’investimento di significative somme di denaro in un simile sistema di monitoraggio quindi è un passo avanti importante, a cui devono però seguire politiche di contenimento del fenomeno climatico e soprattutto di adattamento del territorio, che siano intensive e che avvengano soprattutto in modo anticipato.

Allo stesso tempo a nostro avviso, seppure si navighi in un mare di incertezze e variabili, appare chiaro che eventuali deficit nella disponibilità alimentare nei paesi ricchi come l’Italia potrà essere colmata con la copertura da parte del mercato internazionale, un fatto che lo renderà ancora più iniquo nei confronti dei paesi più poveri, accavallando i due problemi della disponibilità alimentare e della disponibilità economica delle popolazioni dei paesi del mondo.

Per ricevere una copia completa del paper (in lingua inglese) “Impacts of Climate Change on Food Production in Italy: a Geography of the Phenomena”, scrivere all’autore [email protected]

Autore: Samuele Falcone


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