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CINEMA - Vecchie recensioni: sesso, voglie e sentimento sui “MARCIAPIEDI DI NEW YORK”.

Creato il 02 gennaio 2012 da Andreakur
Cinque dicembre 1994: data indimenticabile per il primo intervistato. Perché perdere la verginità è sempre un Evento nella vita di ognuno. E allora ecco una sequenza di personaggi che confessano voglie e sentimenti sullo sfondo di una Grande Mela, caotica come si conviene ad una metropoli con 8 milioni di abitanti. Questo è “Sidewalks of New York”, i “Marciapiedi di New York”, gradevole film distribuito dalla Eagle Pictures. La parte del bel tenebroso dal sentimento genuino è quella di Tommy, ragazzo cresciuto nel Queens sbattuto fuori casa dalla sua donna. Forse è un personaggio che Edward Burns si è costruito su misura e d’altronde, quando si è contemporaneamente regista, scrittore, attore principale e produttore per la quarta volta, si fa un po’ come si pare. Resta comunque che Tommy torna single e affida le sue beghe amorose ad uno straordinario Carpo (Dennis Farina), forse il più simpatico della cricca, cultore del macho per antonomasia, sempre all’erta in fatto di donne, con l’udito (e non solo quello) stra-attizzato, se è vero che in un solo anno il Don Giovanni newyorkese si è ciulato 500 femmine. Ma ecco che entra in ballo la cultura: galeotto fu “Colazione da Tiffany”, un cult movie della commedia americana, che permette a Tommy d’incontrare l’affascinante colored maestrina Maria (Rosario Dawson), già divorziata a 24 anni e delusa dall’amore a tal punto da spaventarsi dei rapporti intrapresi con l’aitante ragazzone della porta non proprio accanto. L’intreccio si fa fitto perché l’ex marito di Maria, l’immaturo e buffo portinaio Benjamin (David Krumholtz), ogni tanto torna alla carica, prima d’innamorarsi follemente della 19enne Ashley (Brittany Murphy), simbolo della sensualità adolescenziale statunitense. Mossette e faccette stile Meg Ryan della ragazzina incantano persino il suo attempato dentista Griffin (Stanley Tucci), doppiogiochista doc, ossessionato dalle dimensioni del suo pene ma sempre pronto a vantarsi della sua “concezione europea” della vita matrimoniale. Vita che condivide tra mille e più sbadigli con l’agente immobiliare Annie (Heather Graham), donna un po’ sopra la media per classe e portamento, ed intelligente quanto basta nel capire che il maritino è un “fiodena” coi fiocchi. Insomma, le storie si intersecano in un racconto agile e scorrevole, in alcuni punti un po’ retorico, figlio di una concezione tribale della “Madre di Tutte le Unioni”, in altri divertente e leggero.

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