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Civili in piazza dopo anni di silenzio. La Siria festeggia la tregua

Creato il 05 marzo 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Reportage: Il sogno di Damasco. I giorni della tregua

Il risveglio della Siria si sta ora osservando dalle manifestazioni di piazza che, dopo anni di silenzio per via della guerra civile, sono finalmente riprese. Sono le prime istantanee di un Paese risorto da dopo il cessate-il-fuoco del 27 febbraio scorso. Gruppi di manifestanti tra ieri e oggi sono scesi in piazza là dove per anni hanno dominato i ribelli. In quelle città e in quei villaggi dove lo Stato islamico e i ribelli hanno perpetrato i più orrendi crimini. Le manifestazioni di questi due giorni contro il governo di Damasco sono l’immagine di una Siria che – sebbene faticosamente – sta metabolizzando la tregua che ancora ha in sé un sapore surreale. Le piazze di alcune di queste città, un tempo controllate dai ribelli, hanno ora visto sventolare le bandiere dell’opposizione e gli striscioni che inneggiato alla pace e celebrano la tregua di questi giorni. Per molti manifestanti, scesi in piazza tempo addietro, simili atti erano da considerarsi “impensabili e violentemente repressi dalle milizie governative”.

Si tratta di proteste contro il regime di Bashar al-Assad che, tuttavia, si sono svolte pacificamente nel rispetto della tregua iniziata ormai da una settimana, e per dimostrare “un’intelligente opposizione ai troppi anni di violenze subite da più parti dal popolo siriano”. “Non possiamo che dare l’esempio all’indomani della tregua mediata da Stati Uniti e Russia” dice qualcuno, “Siamo consapevoli che la tregua è la porta attraverso cui passare per giungere alla pace”.

Non si è trattato di manifestazioni con un’elevata affluenza, ma hanno comunque rotto i diversi anni di silenzio che sono scesi sulla storia della Siria. In alcune piazze sono affluite un centinaio di persone e il tutto si è svolto pacificamente. A riferire di queste proteste sono le agenzie di stampa Afp e Reuters, che hanno poi aggiunto: “Molta gente non è scesa in strada per timore di rappresaglie nel caso in cui la tregua venisse infranta. Serpeggia la paura che i ribelli anti-Assad e i governativi possano poi vendicarsi sulla popolazione civile”. Nella città di Aleppo circa 200 manifestanti hanno sfilato in direzione del quartiere di Bab al-Hadid, uno dei più vecchi quartieri della città. Un testimone ha tra l’altro riferito che – nel corso della manifestazione – si sono uditi alcuni colpi d’arma da fuoco. “Probabilmente erano presenti dei cecchini, ma nessuno è rimasto ferito”. Qualcun altro ha riferito che all’ingresso di una moschea è stato appiccato un incendio “poco prima che iniziasse la manifestazione di piazza”.

A nordest di Damasco, nella città di Douma, una sparatoria ha disperso i manifestanti, mentre a Idlib – controllata violentemente dai ribelli – una folla di uomini si è riunita a Maarat al-Numan, cittadina a sudovest di Aleppo. Un attivista di Talibiseh, Hasaan Abu Nuh, ha spiegato che le manifestazioni di questi giorni “hanno riportato indietro la Siria di cinque anni, quando nel 2011 la gente scendeva ancora in strada a protestare”. Hasaan Abu Nuh ricorda che nella sua città l’ultima manifestazione è avvenuta nel giugno 2012, prima che il regime di Bashar al-Assad incrementasse le forze di polizia sul territorio. Per molti le proteste di questi due giorni hanno riportato alla mente le manifestazioni del 2010-2011, quei fenomeni sociali che anticiparono le rivolte popolari contro il regime di Assad. La tregua regge e il popolo siriano sta reagendo in linea con gli accordi del 27 febbraio scorso. La Siria può ancora sperare nella pace.

Tags:al nusra,Al Qaeda,aleppo,assad,damasco,manifestazioni,pace,piazza,proteste,ribelli,siria,tregua Next post

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