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Come mascherare tua figlia da principessa. Ma non sarebbe meglio da femminista?

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Jaime Moore è una fotografa statunitense specializzata in moda e matrimoni. Ma del conformismo delle più classiche delle rappresentazioni ha ben poco.

Quando sua figlia, organizzando la sua festa di compleanno di 5 anni, le ha chiesto di poter fare una festa in maschera, Jaime ha acconsentito ma, cercando in rete dei tutorial per dei travestimenti fatti in casa per bambine di quell’età, ha scoperto che il 95% dei video e dei suggerimenti erano sul genere “come vestire tua figlia come una bellissima principessa Disney”, “come truccare una bambina da principessa”.

Come poi ha infatti scritto sulla sua pagina web, questo però non è il modello a cui voleva far guardare sua figlia. Nè dal punto di vista delle aspirazioni personali ( il lavoro da principessa non è più molto attuale ), nè dal punto di vista del canone estetico che queste rappresentazioni propongono, spingendo bambine anche molto piccole a confrontarsi con donne dalla vita e dal corpo perfetto, personaggi delle favole stereotipati ai canoni attuali, senza valorizzarne alcun aspetto della personalità.

“Non fraintendetemi” scrive Moore “amo le principesse Disney, i loro splendidi abiti, i capelli perfetti, le voci splendide e sopratutto le storie d’amore ideali. Ma ciò che mi fa riflettere è il fatto che siano solo dei personaggi di “storie di principesse”, ma anche una fantastia non realistica per la maggior parte delle ragazze ( tranne Kate Middleton!)”

Così, ha cercato di far impersonificare la figlia con modelli più realistici di donne di successo che crede una bambina debba conoscere e a cui possa ispirarsi meglio e in modo più sano che non a Cenerentola.

“Mia figlia non è nata nel lusso, però è nata in un paese dove oggi le donne possono votare, essere medico, pilota, astronauta o presidente, tutte compresa lei se lo vorrà, e questo è quello che importa davvero”.

Lei e sua figlia hanno quindi scelto, tra le tante, alcune odonne in carne ossa e storia da rappresentare, senza un filo di plastica fuxia o di coroncine dorate.

“Lasciate da parte Barbie e principesse per un momento e mostriamo alle nostre figlie le VERE donne che possono ambire a diventare”

Qualcuna di loro potrebbe infatti prendere spunto da Susan Brownell Anthony, femminista  a capo del movimento statunitense per i diritti civili. Fondamentale fu il suo apporto per ottenere il voto femminile.

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Oppure da Amelia Mary Earhart, celebre aviatrice scomparsa nell’Oceano Pacifico nel 1937, che realizzò il primo viaggio intorno al mondo sulla linea dell’equatore.

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Qualcun’altra potrebbe invece apprezzare Helen Keller, scrittrice, attivista e insegnante statunitense, sordo-cieca dall’età di 19 mesi, condizione che non le impedì mai di percepire la profondità della vita o di farsi sfuggire la necessità di lottare.

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Per le amanti della natura e della vita avventurosa, quale miglior esempio di Valerie Jane Morriso Goodall, naturalista e attivista inglese che ha dedicato ( e ancora dedica ) la sua vita allo studio del comportamento degli scimpanzè in Africa e promuovendo stili di vita sostenibili per il pianeta.

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E poi si può sperare di essere semplicemente se stesse, libere e capaci di diventare chiunque si voglia.

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