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Confessioni di un sicario messicano, stanza 164

Creato il 20 luglio 2011 da Andreaintonti
«Un sicario non ha bisogno di far soffrire la gente, perché la gente soffre dal momento in cui sa che la stai cercando...».
A parlare così è un personaggio - che a volte si fa davvero fatica a non inserire nella casistica degli attori professionisti - che il mestiere del sicario lo conosce bene, essendo stato per oltre vent'anni al soldo dei cartelli messicani. Gianfranco Rosi, regista di "El Sicario - Room 164" ci presenta uno spaccato di un paese (il Messico) e di un problema (quello dei cartelli della droga) che a noi appaiono lontani e di cui i nostri media - tranne quelli specializzati - sembra non vogliano occuparsi, presi come sono nel dedicarsi a varie forme di "gossip".
Charles Bowden, giornalista e co-autore del documentario, ha inseguito il sicario per oltre due decadi, arrivando poi a pubblicare per Harper's Magazine l'articolo da cui il documentario prende le mosse (e che è reperibile, in inglese, a questo indirizzo: http://variousenthusiasms.wordpress.com/2009/04/28/the-sicario-a-juarez-hit-man-speaks-by-charles-bowden-harpers/).
Al di là delle inevitabili prese di posizione sull'uomo che si cela dietro a quel velo nero ed ai suoi atti (la stanza in cui è ambientato il documentario è quella da lui usata per nascondere ed uccidere alcune delle sue vittime...) è, io credo, in qualche modo una testimonianza "storica", come quelle di tutti i c.d. "insider", tutti quelli cioè, che per anni ha lavorato all'interno di un sistema di Potere e poi, per un imprecisato motivo, decide di denunciare. No, niente a che vedere con il famoso "insider" che sta spopolando in questi giorni su Facebook. Ma questa è un'altra storia...

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