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cose da fare a Milano quando piove

Da Guchippai
cose da fare a Milano quando piove

tanto per cominciare, portarsi l'ombrello ^__^

oppure portarsi una Guchi, infatti le previsioni per giovedì scorso davano tuoni, fulmini & tempesta, invece arrivo io e non fa una goccia... ovvero: le goccie (di sudore) le ho fatte io stessa, in quanto c'era un'umidità del 3000%, roba che alla foresta amazzonica gli faceva un baffo.la cosa veramente difficile è stato decidere quali macchine fotografiche prendere. quando il tempo è bello va bene tutto, ma quando parti di casa temendo che se va bene è grigio & nuvoloso e che se va male diluvia, è chiaro che la scelta diventa giocoforza limitata. difatti a questo giro di macchine me ne ero portata solo due, una per il grigio e una per il sole. meglio così, che oltre alla borsa mi sono dovuta trascinare in giro anche il borsone coi vestiti di ricambio.
non mi piace pianificare troppo, ma nemmeno vagare come un'anima in pena non sapendo che fare, così mi ero preparata. per questo, non appena scesa dal treno e acquistati i necessari biglietti della metropolitana, mi sono subita diretta in zona Porta Genova/Navigli. vista l'ora, ho preferito evitare in partenza l'ora di punta del pranzo e sono andata subito a soddisfare lo stomaco. e con che cosa?, chiederete voi. risotto alla milanese? naa... cotoletta, alla milanese pure quella? pfui! sushi, naturalmente! e in un posto che si chiama Sushi all'Osteria Tsuru, posto che in rete riscuote quasi sempre buone recensioni anche se, come quasi tutti i ristoranti che spacciano sushi qua da noi, è gestito da cinesi e non da giapponesi. e meno male che ci sono andata presto: quando ho finito di pranzare, il posto era pieno e c'era gente in piedi che aspettava che si liberasse un tavolo.
a seguire, sono andata a soddisfare gli occhi, recandomi a vedere non una, bensì due mostre fotografiche presso Forma Foto. la prima è gratuita ed è il risultato di un master che si è tenuto qualche tempo fa; si chiama TROMPE L'OEIL - I veri inganni della fotografia, e l'ho trovata molto divertente perchè è un insieme di scatti in cui si utilizzano diversi trucchi. certo, non tutti i lavori brillavano per genio o per originalità, però credo che tutti i partecipanti abbiano fatto del loro meglio. la seconda invece si chiama Anticorpi e raccoglie i lavori di Antoine D’Agata, un fotografo francese a me sconosciuto benchè non sia certo un pischiello. questa mostra, oltre a richiedere un obolo all'entrata, è pure vietata ai minori di 18 anni, ma tanto io ormai sono arrivata allo stadio in cui quasi quasi mi chiedono se ho la riduzione over-60 X°D 
ecco, pur rispettando il lavoro di questo tizio, devo dire che non era il mio genere. foto sporche tanto quanto i soggetti sordidi ritratti, in un tentativo di mostrare l'abiezione degli esseri umani che vivono ai margini. non pensate però alla stupefacente dignità di certi ritratti di Salgado, qui ci sono sangue, budella e ossa spezzate: in senso metaforico, ma nemmeno tanto.
uscita di lì, sono andata in hotel per doccia, cambio d'abito e riposino, che tanto c'era tempo, e poi mi sono recata allo stadio per il concerto dei Depeche Mode, finito il quale ho deciso che continuerò ad andare ai concerti anche quando avrò ottant'anni e dovrò chiamare i nipoti a spingermi la sedia a rotelle. credo che questo spieghi quanto mi possa essere piaciuto! non c'è niente di meglio che sentire eseguite dal vivo alcune delle tue canzoni preferite ad opera di uno dei tuoi gruppi preferiti, e poi c'è tutto il contorno di cori, applausi e compagnia bella che ti fa sentire partecipe di un momento unico e prezioso. concludo il discorso dicendo che, malgrado la mia propensione alla pedofilia, Dave Gaham, con i suoi 51 anni suonati, è ancora stuprabilissimo.
venerdì sono ripartita dall'hotel con la solita guazza amazzonica e mi sono recata alla Rotonda di via Bersana per visitare la mostra sui manga, appuntamento imperdibile per gli appassionati in quanto offre una panoramica a 360° su questo mondo. peccato che l'interno della Rotonda offrisse anche un'umidità del 4000%, forse nel tentativo di immedesimare i visitatori nell'estate giapponese. mi sono compiaciuta del fatto che ormai giro sempre armata di ventaglio proprio per sopravvivere a queste situazioni, e se mi scambiano per una geisha con le caldane, chi se ne frega!! 

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