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Costa Azzurra: Profumi e Sapori del Litorale Provenzale

Da Pixel3v

Sono stati tre giorni intensi quelli che io e Luca abbiamo trascorso insieme a Costanza e Stefano in Costa Azzurra, dal 25 al 27 aprile. Una vacanza breve ma concentrata, un susseguirsi di luoghi, odori, colori, vicoli, sapori, scorci e profumi… I miei fogli con gli itinerari minuziosamente studiati nei giorni precedenti, densi di luoghi e cose da vedere, si sono rivelati utili per sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione, e grazie ad una ricerca preventiva (da Tripadvisor ho attinto molto, prima di partire, segnandomi per ogni città in cui avevamo previsto di mangiare qualche ristorante che avesse un buon rapporto qualità-prezzo e che assicurasse un pasto degno di chiamarsi tale, con cucina ovviamente tipica), siamo riusciti a mangiare più o meno discretamente sempre, e sì che, come succede spesso quando si viaggia da turisti, il rischio di incappare in quelle che io definisco “chiappe” (da turisti, appunto) è pressochè altissimo.
Ma andiamo con ordine…

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Partiamo da Pisa Nord venerdì 25 aprile 2014, in mattinata, in ritardo sulla tabella di marcia a causa di un problema all’auto: l’inizio non promette affatto bene, ma per la legge di Murphy, beh, vista la sfiga iniziale il resto non può che essere in discesa… E così è stato, per fortuna, apparte un po’ di code sull’Autostrada dei Fiori.

Antibes
Arriviamo ad Antibes nel primo pomeriggio. Antibes è una città vivace e ben tenuta, una piccola perla colorata dall’arte e dagli artisti. Ma prima di esplorarla, urge mangiare: l’ora del pranzo è passata da un pezzo, ma noi non abbiamo ancora mangiato! Ci fermiamo in una Brasserie, Le Clemenceau, ordiniamo una crepe salata (con pancetta, brie e noci, non male) e ci rifocciliamo: adesso sì che siamo pronti per partire! Partiamo da Place du Safranier, piazzetta fiorita e ricca di bar turistici, e percorriamo Cours Massena (di mattina ci sarebbe stato il mercato provenzale coperto, ma ahimè, non abbiamo fatto in tempo) e Rue Sade, la prima più turistica, la seconda più pittoresca, ricca di negozietti che vendono vecchie stampe provenzali e vecchie cartoline decisamente carine; un percorso piacevole non solo per la vista, visto il succedersi di gallerie d’arte, negozietti e bancarelle d’antiquariato, ma anche per l’olfatto, tanto che ci facciamo subito una seconda fermata mangereccia assaggiando Pissaladière (una focaccia con cipolle, acciughe e capperi) e Quiche Lorraine. Arriviamo fino a Port Vauban, e da qui riscendiamo percorrendo la strada lungo la costa. Ci imbattiamo in una mostra d’arte appena inaugurata probabilmente: le persone si conoscono tutte, sono molto cordiali, ci offrono nuovamente pissaladière, quiche lorraine e qualche bicchiere di sidro di mele… Adesso anche i quadri in mostra ci sembrano più belli! Fingiamo interesse per un altro paio di minuti e poi usciamo, proseguendo la nostra passeggiata fino a raggiungere Castello Grimaldi, una roccaforte che ospita al suo interno il Museo di Picasso. Ma è troppo tardi, il museo è chiuso già da una mezz’ora… E’ l’ora di spostarsi, Nizza ci aspetta!

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Nizza
In una mezz’ora raggiungiamo Nizza da Antibes; in pratica, ci troviamo sull’ estremità opposta della Baia degli Angeli rispetto ad Antibes. Come prima cosa raggiungiamo l’albergo: urge una doccia! Alloggiamo al Premiere Classe, una catena di alberghi ultraeconomica: hotel ad una stella, reception al terzo piano, camera pulita, bagno anche, ma molto piccolo. Siamo all’inizio della Promenade des Anglais, altezza aeroporto: dalla finestra, vediamo la pista di atterraggio ed il mare. Ma va più che bene per riposare un po’, questa notte… Non subito però. Appoggiamo le valigie, ci facciamo una doccia ed usciamo per cena: sono le 23,00, in linea con il ritardo che ci portiamo dietro da questa mattina.
Ceniamo a L’Autre Instant, forse l’unico disposto a darci qualcosa da mangiare a quest’ora; ci troviamo nella parte nuova della città, anche se in giro c’è davvero poca gente. Il ristorante propone tapas dal sapore provenzale: assaggiamo un bicchierino con del formaggio di capra fresco alle erbette, una terrina di formaggio di pecora caldo arricchito con timo e miele, una tartare di salmone affumicato con aneto e limone, ed infine un’insalatina di polpo con pomodorini, cipolle rosse e paprika, il tutto accompagnato da un economico ma amabile vino rosè. Facciamo due passi giusto per digerire fino a Place Garibaldi, bellissima piazza ampia ed illuminata, con tanto di fontana e statua di Garibaldi (che, per l’appunto, a Nizza ci è nato), che segna il confine tra la città vecchia e la parte moderna di Nizza, poi decidiamo di andare a riposare: domani ci aspetta una lunga giornata.
La mattina seguente, sabato 26 aprile 2014, cerchiamo qualcosa per fare colazione, ma la zona dell’albergo non è delle migliori, e alle 8 del mattino Nizza appare deserta. Troviamo un negozietto asiatico, un alimentari etnico che ha giusto quattro croissants in un cesto; dall’altra parte della strada, una signora che gestisce una taverna con qualche ometto già ubriaco ci prepara un caffè. Non esaltante come colazione, ma pur sempre ottima come punto di partenza; e poi, anche il croissants del tizio asiatico ha quel sapore burroso e quella consistenza morbida che qui in Italia i croissants non hanno!
Parcheggiamo la macchina nei pressi del porto, sotto all’Ancien Chateau, e percorriamo il lungomare della mitica e celeberrima Promenade des Anglais: fa molto caldo, la spiaggia è già gremita di persone di primissima mattina, e molti corrono con i pattini o in bici lungo gli ampi marciapiedi che costeggiano il mare di un azzurro intenso. Ci addentriamo poi per le vie della città vecchia all’altezza di Place Charles Felix e visitiamo Le Marché Aux Fleurs, mercato dei fiori e delle primizie, lungo Cours Saleya, un mix esplosivo di profumi, colori, odori e sapori della Provenza: dalle erbe aromatiche alle verdure, dai saponi ai formaggi, dal pesce fresco alla frutta appena raccolta. Ci inoltriamo quindi più nell’interno: Rue de la Prèfecture e Rue de la Poissonnerie sono ricche di negozietti tipici, episserie e fromagerie si sprecano! Decidiamo di pranzare così, en passant, viste le tante cose da vedere e la giornata splendida che abbiamo beccato: ci perdiamo da Lou Fromai assaggiando di tutto e prendendo tre o quattro tipi di formaggi (tra cui la Mimolette, pasta arancione, un sogno nel vero senso della parola) da mangiare con una bella baguette; da Caves Caprifoglio acquistiamo un buon rosè freschissimo e ci appoggiamo in Place du Palais de Justice sul bordo della fontana a gustarci il pranzo. Proseguiamo la nostra passeggiata proprio da questa piazza, in cui si tiene Le Marchè aux Vieux Photos et Livres, quindi saliamo più nell’interno attraverso Rue du Marchè, Ruelle de la Boucherie, Rue du Collet, Rue Saint Francois e Rue Pairolière: un susseguirsi di vicoli animatissimi e gremiti di botteghe, un saliscendi di gradini ripidi abbelliti da abiti, tessuti, fiori, erbe profumate, vecchie cartoline e quant’altro offrono le botteghe che su queste vie sono situate. Visitiamo La Maison de l’Olive e non manchiamo di portarci via qualche bustina di Herbes de Provence, un vasetto di Aioli (una salsa tipica all’aglio, con base maionese), una scatoletta di Tapenade (salsa tipica a base di olive nere, capperi e acciughe) ed altre prelibatezze. In Rue Pairolière ci fermiamo per un secondo spuntino da Chez Renè, tanto decantato per la sua Socca (trattasi di cecìna, o torta di ceci che dir si voglia) che però non riusciamo ad assaggiare vista la fila chilometrica; assaggiamo in compenso altre specialità, come le sarde fritte (davvero buone) ed i fiori di zucca fritti (decisamente meglio quelli che facciamo noi in Italia!)… Mangiamo rapidamente e ripartiamo. Siamo in alto adesso, abbiamo raggiunto nuovamente Place Garibaldi: da qui imbocchiamo Rue Catherine Segurane e riscendiamo verso il porto, assaggiando nel frattempo una pallina di gelato alla lavanda (decisamente saponoso :P) e qualche Macarons, che non si può tornare dalla Francia senza averne assaggiati! Scendendo lungo Quai Papacino e Quai Lunel ci imbattiamo nel Marchè aux Puces di Place Robilante, un’accozaglia di vecchie chincaglierie non molto diversa dai nostri mercatini dell’antiquariato; scendiamo ancora lungo la costa fino a raggiungere Quai des Etas Unis, che si collega poi alla Promenade des Anglais, ma ci fermiamo prima e risaliamo in macchina: anche il giro a Nizza è terminato, via verso la prossima meta!

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Cannes
Raggiungiamo Cannes nel primissimo pomeriggio. Parcheggiamo nella parte alta della città, proprio sopra al retro della stazione, e da qui scendiamo in Rue Meynadier, che porta verso Le Souquet, la parte più vecchia e più caratteristica della città; Rue Maynadier è una strada pedonale piacevole e vivace, una sorta di punto di raccordo tra la parte più moderna di Cannes ed il quartiere vecchio, Le Suquet appunto. Qui troviamo l’anima provenzale di Cannes: negozi di tessuti, abiti, ma anche di biscotti e dolciumi vari. La zona vecchia si sviluppa tutto intorno all’antico Castrum de Canois, sulle pendici del Mont Chevalier: raggiungiamo la vetta del castello, ai piedi della Torre Medievale; siamo proprio sopra il porto e qui la vista è mozzafiato. Da qui scendiamo sul lungomare, passiamo davanti al Palais du Festival et des Congrès de Cannes e ci fermiamo per una puntatina (sfortunatissima) al Casinò. Poi proseguiamo la camminata lungo la Croisette, il lungomare elegante di Cannes, ricco di giardini fioriti con alte palme da un lato, dall’altro le spiagge sabbiose piene di gente in costume nonostante sia già quasi l’ora del tramonto. Ci fermiamo da Lalu per un aperitivo vista mare, giusto per riposarci un attimo, quindi riprendiamo il nostro cammino e abbandoniamo la Croisette per riaddentrarci nelle strade interne. Siamo nella parte moderna di Cannes qui, circondati da palazzi e negozi lussuosi che proseguono lungo la ricca Rue d’Antibes; ma anche la visita a Cannes sta giungendo al termine, quindi raggiungiamo nuovamente la stazione e, dopo un piccolo contrattempo dovuto alla perdita del biglietto del parcheggio (ma qualcuno, lassù, ci ha voluto bene ed ha fatto sì che ne trovassimo un altro abbandonato sulla macchinetta del pagamento, con l’orario d’ingresso più o meno corrispondente al nostro), saliamo in auto diretti a Saint Maxime.

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Saint Maxime
Raggiungiamo Saint Maxime in un’oretta, ma memori della sera precedente decidiamo di fermarci in albergo solo per poggiare le valigie e uscire poi subito a cercare qualcosa per cena. L’albergo, Le Preconil, a conduzione familiare, è decisamente più carino di quello della sera precedente: ambiente accogliente, terrazzino in camera, bagno un po’ più spazioso. Fatto il check-in però usciamo subito, e ci godiamo il silenzio e la pace di questo piccolo paesino di mare in notturna. Saint Maxime è tranquilla, probabilmente anche per via del periodo ben poco turistico in cui la visitiamo; i ristorantini si sprecano, ma molti sono chiusi. Mentre attendiamo che al ristorante da noi prenotato (grazie ai consigli di Tripadvisor) si liberi un posto per noi, io e Costanza ci concediamo un secondo aperitivo a La Petite Dérive, stavolta a base di ostriche (favolose) e vino bianco. Luca e Stefano, nel frattempo, ci aspettano al tavolo: siamo a Le Bistrot de Louis. Assaggiamo più cose possibile ordinando due diversi menù degustazione: crostino con formaggio di capra, prosciutto crudo ed insalatina con asparagi; tartelletta di ratatouille e branzino con gamberone scottato; baccalà su risotto allo zafferano con verdure e cozze al pomodoro; ed infine un tenerissimo filetto di vitello con aioli e zucchine fritte.
Decisamente soddisfatti dalla cena di questa sera, torniamo in albergo per una bella doccia ed una ancor più bella dormita.
L’indomani, la mattina di domenica 27 aprile 2014, usciamo presto alla ricerca di un posto per fare colazione. L’aria è decisamente meno calda, stanotte ha piovuto. Anche stavolta non siamo fortunati: troviamo aperto solo una specie di pub, ma anche qui i croissants non mancano e dunque riusciamo lo stesso ad iniziare bene la giornata. Beviamo uno dei caffè più costosi e più disgustosi di tutta la vacanza, quindi recuperiamo le valigie e ci mettiamo di nuovo in marcia alla volta di Saint Tropez.

Saint-Tropez
Arrivati nella seducente (e ventosissima) Saint Tropez, parcheggiamo in una via dell’interno, prima fermata una Boulangerie: non possiamo andarcene senza aver assaggiato almeno una fetta della celebre Tarte Tropezienne, una torta composta da due dischi di pan brioche profumati ai fiori d’arancio e farcita all’interno con un mix di crema pasticcera, crema chantilly e crema al burro… Divina! Anche la Tarte Tatin, classica, con cioccolato e pere, non è affatto male però! Con la pancia piena iniziamo il nostro tour partendo da Place des Lices, la piazzetta sterrata e ombreggiata dai platani centenari in cui si gioca da anni la petanque: ci imbattiamo appunto in un’animata partita (trattasi di bocce, né più né meno), poi proseguiamo addentrandoci nella parte moderna e stilosa della città. Da Rue Gambetta, elegante via del centro storico, passando per la caratteristica Place de la Garonne, ricca di boutiques e gallerie d’arte, raggiungiamo il porto nuovo, con tanto di yacht ormeggiati al sole. Da qui proseguiamo spediti verso il Mole Jean Reville, il porto vecchio, decisamente più caratteristico e brulicante di gente. Saliamo sulla Tour du Portalet, dalla quale si gode di una vista mozzafiato sul golfo, ma il vento è così forte che non riusciamo neanche a tenere in mano la macchina fotografica! Riscendiamo, e prima di addentrarci nei vicoli della città vecchia ci imbattiamo in un piccolo ma fornitissimo Mercato del Pesce: da buoni italiani ci facciamo riconoscere e chiediamo ostriche e scampi crudi da mangiare lì per lì. Tra lo stupito e il divertito, il tizio ci pulisce le ostriche e ci sbuccia gli scampi (ma sei matto, vuoi buttare le teste?! No, no, lasciaci anche quelle!); nel frattempo io corro alla bancarella del fruttivendolo adiacente e compro un limone; il negozietto di vini, proprio lì dietro, mi invita ad entrare ed in men che non si dica torno dagli altri: li trovo accomodati ad un tavolone da lavoro del banco del pesce, con questo ben di Dio tra le mani… Una spruzzata di limone, un buon bicchiere di fresco rosè ed anche oggi l’aperitivo l’abbiamo fatto!
A questo punto non resta che addentrarci nei vicoli de La Ponche, il quartiere dei pescatori, simbolo di una Saint Tropez d’altri tempi, fascinosa e lontana dal clamore e dall’eleganza della zona turistica e moderna; ci fermiamo in una Episserie ad acquistare una vaschetta di Anchoiade (una cremina favolosa a base di acciughe), una di Rouille (simile all’Aioli ma con zafferano e paprika) e un pezzettino di Foie Gras, passiamo per Place de l’Ormeau, colorata piazzetta all’ombra di un grosso ulivo, e torniamo verso la macchina, non facendoci mancare però un buon Pastis (bevanda alcolica a base di anice) a Le Cafè, in Place des Lices: l’ora di pranzo si avvicina e qui la partita di petanque è ormai terminata da un pezzo. Ci attende solo l’ultima fermata adesso, poi si torna a casa.

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Grasse
In un’ora e mezza di viaggio raggiungiamo la decadente Grasse, ultima tappa del nostro tour in Costa Azzurra. Qui il tempo è grigio, e anche la città appare tale: i vicoli sono deserti, ma siamo nella capitale dei profumi e nell’aria si percepisce. Raggiungiamo Place aux Aires e pranziamo rapidamente con un Croque Madame e un Croque Monsieur (toasts con prosciutto e formaggio ricoperti di burro e grigliati in forno, più un uovo sul croque madame). Percorriamo quindi in direzione sud Rue Jean Ossola, l’arteria della città, ricca di antiche farmacie e profumerie, molte delle quali purtroppo chiuse. Ma il tempo stringe, tra poco bisogna tornare in Italia: c’è tempo solo per la visita alla Parfumerie Fragonard, una delle tre storiche profumerie rimaste aperte (insieme alla Galimard e alla Molinard): visitiamo il museo e l’officina, quindi terminiamo in bellezza irrorandoci di essenze alla boutique, un luogo di perdizione per molte donne!

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Sono le 16,00, e davvero è l’ora di partire. Più di cinque ore di viaggio ci aspettano. Risaliamo in auto colmi di ricordi, materiali e non, di regalini soprattutto alimentari, e di profumi e odori che porteremo nel cuore (e in pancia :P) per molto, molto tempo… Nel frattempo, vi lascio un paio di mix di foto giusto per rifarvi gli occhi con tutto ciò con cui noi ci siamo rifatti il palato

;)

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