Magazine Consigli Utili

Costruire un Detective – Parte prima

Da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Costruire un Detective – Parte primaDa Fralerighe Crime n. 10

Un thriller, per sua definizione, deve accendere passioni forti.

La suspense si alza, la tensione cresce nello snodarsi dei problemi che si parano sulla strada del protagonista e dei misteri da risolvere.

Che si tratti di gialli investigativi, noir o romanzi spionistici, quello che più di tutto fa palpitare il cuore del lettore, però, è il protagonista: un personaggio vivo, farà vivere la storia; uno traballante farà cadere perfino la più valida delle impalcature di indizi.

Come si costruisce, allora, un buon protagonista per un thriller?

Tenteremo un esperimento con i lettori di Fralerighe Crime: articolo dopo articolo, costruiremo un personaggio partendo dallo studio delle caratteristiche del genere. Vedremo se uscirà qualcosa che possa catturare le intenzioni del pubblico. E quali saranno i feedback che i personaggi riceveranno.

Supereoi con Superproblemi

Al protagonista di una thriller story si deve  il punto di vista dell’intera narrazione. Spesso il lettore si trova a condividerlo con la prima persona, ma è comunque attraverso i suoi occhi che scopriamo gli intrighi e che arriviamo alla soluzione. Deve affascinare e legare a sé. Può trattarsi di una persona comune, in cui il pubblico dei lettori possa facilmente identificarsi: non vuol dire che debba essere un individuo mediocre, ma qualcuno che – pur con elementi esotici – sia possibile incontrare per la strada o nel quale imbattersi sul lavoro. Questo aiuta il lettore a vestirne meglio i panni, a calarsi nella sua realtà.

Può, al contrario, trattarsi di un uomo o una donna d’azione: agenti, poliziotti, detective. Qualunque di queste tipologie si scelga, l’eroe deve avere un punto debole che lo porti a scoprire il fianco alla vita e agli eventi.

Quando il celebre Stan Lee creò il modello dei supereroi della Marvel, si diede come traccia la frase: “supereroi con superproblemi”. Non si tratta di dare forma a un supereroe, né a problemi insormontabili, tuttavia è certo che manifestando le proprie paure, inciampando e cadendo, il personaggio finirà per poter fare affidamento su una mano che presto gli verrà tesa. Quella del lettore.

Cominciamo con il costruire lo scheletro del personaggio. Penso a un uomo ancora giovane, ma che abbia già potuto vivere le sue esperienze. Dai 40 ai 45 anni. Lo immagino sveglio e intelligente, piuttosto che forte e atletico. Farà quindi una professione in cui sarà impegnato intellettualmente, in una posizione che gli permetta di collegare i fatti di cui sarà testimone.

Non so ancora quale, ma mi piace l’idea che abbia un aspetto inquietante (sia per fisicità che per abbigliamento o modi di fare) che metta in soggezione il lettore così come le persone con cui dovrà interagire, suo malgrado. Questo gli causerà dei problemi di relazione più o meno forti, fin dall’infanzia, che si porterà dietro per tutta la vita.
Vorrei che reagisse con aggressività, dal momento che per molto tempo ha dovuto confrontarsi e subire questa sua caratteristica; vorrei che col tempo avesse cominciato a saperla gestire grazie all’ironia, mettendo in mostra così l’intelligenza di cui ho voluto dotarlo, attraverso la prontezza di spirito e l’eloquenza.

La Giustizia

Se è necessario un personaggio dai nervi scoperti, non deve comunque trattarsi di un carattere troppo debole, che si lasci sopraffare dagli eventi, dal momento che deve guidare la narrazione. Senza contare il fatto che il nodo focale del protagonista di una storia come questa, è la necessità di fare giustizia. Che sia cinico o un romantico idealista, che sia una persona pronta a tutto o un individuo che si affaccia a questo tipo di vita per la prima volta, il protagonista rappresenta la giustizia che deve trionfare sull’immoralità. Anche nei casi dei più ombrosi è così, o dei protagonisti dei noir: non è necessario che il concetto di giustizia sia quello comune, ma che il personaggio ne possieda uno proprio cui affidare la propria rivalsa.

Valuto la professione di un avvocato che si occupi di civile come di penale. Questo prevede una documentazione precisa, ma permetterà al personaggio di usare le legge per poter tentare di portare ordine dove percepisce disordine, di muoversi con agio nel mondo più quotidiano così come tra i “ferri del mestiere”.

Un passato torbido

Uno dei lati in ombra del protagonista deve sempre portare con sé qualcosa di irrisolto, un problema che affondi le radici nel passato (un trauma infantile, la morte di qualcuno di caro, un grave errore commesso). Le battaglie con questo mostro devono andare di pari passo con le indagini portate avanti nel presente. Il gioco è far trionfare nel “qui e ora” il nostro eroe sopra l’orrore del passato.

Al nostro avvocato inquietante, darei un background ombroso per quanto riguarda la famiglia d’origine: un segreto che si porta dentro da sempre, come la propria fisicità. Forse le due cose sono collegate. Certo è il peso di questo segreto che lo ha portato a immergersi negli studi di legge e a imbattersi negli intrighi che dovrà chiarire per risolvere se stesso.

Emerge una prima regola: non è il personaggio che lavora a un caso, ma il caso stesso che lavora a lui. La storia narrata deve essere al servizio del protagonista.

Nei prossimi articoli procederemo oltre questa impalcatura e vedremo quanto saprà crescere il personaggio creando la propria storia. Fino alla prossima uscita, passo la palla ai lettori di Fralerighe: riuscite a costruire uno scheletro di personaggio su queste prime direttive? Vi sembra che funzioni e che si possa imbastire qualcosa di più? O riconoscete queste caratteristiche nelle storie che amate? Il dibattito è aperto alla mail [email protected].

Scilla Bonfiglioli



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :