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Dal 4 aprile 2013 al cinema “Bianca come il latte, Rossa come il sangue”

Creato il 02 aprile 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Dal 4 aprile 2013 uscirà nei cinema “Bianca come il latte, Rossa come il sangue”, diretto da Giacomo Campiotti e tratto dal bestseller omonimo di Alessandro D’Avenia. Bianca come il latte Rossa come il sangue è una storia toccante senza essere tragica, di amore e morte ma anche di crescita, passione e amicizia.
Leo (interpretato dal promettente Filippo Scicchitano) ha sedici anni, per lui la vita ha solo due colori: il Bianco e il Rosso. Il Bianco spaventa Leo, perché è assenza. Il Bianco non è neanche un colore. È come il silenzio, fa paura. Il Rosso invece è bello, forte, passionale. È il colore del sangue che scorre nelle vene degli adolescenti, di coloro ai quali la vita non ha ancora chiesto “perché”. È il colore dei capelli di Beatrice (Gaia Weiss), la ragazza che Leo ama: bellissima, eterea, irraggiungibile. Leo fa appena in tempo a trovare il coraggio per avvicinarsi a lei, quando scopre che Beatrice è divorata da un male tremendo e incomprensibile: La leucemia.
L’ispirazione per questo racconto è nata tra i banchi di scuola, nel liceo milanese dove Alessandro D’Avenia insegna italiano e latino, e da un incontro che l’autore ha avuto con la morte e da cui è fuggito. D’Avenia ha dunque creato, attraverso la finzione letteraria un “finale alternativo” ad una vicenda della sua vita, riuscendo a colorare di positività, di voglia di vivere e di crescere, la vicenda di ragazzi che potrebbero essere i suoi alunni. In Bianca come il latte Rossa come il sangue emerge anche, nella figura del Sognatore (interpretato da Luca Argentero) l’enorme passione che D’Avenia ha per il suo mestiere. Una figura che egli stesso ha definito come quella di un “prof rock”, che prende dal mondo la bellezza e la regala ai suoi studenti, contribuendo a formare ragazzi in una fase della loro vita in cui sono solo delle ipotesi degli uomini o delle donne che diventeranno.
Per interpretare questo “professor Keating 2.0” il torinese Luca Argentero ha deciso di preparsi seguendo il metodo Strasberg: l’attore infatti ha passato alcuni mesi nella classe di liceo di D’Avenia, cercando di cogliere e di “rubare” espressioni, atteggiamenti, movenze dell’appassionato insegnante-scrittore che avrebbe poi dovuto portare in scena sul grande schermo.
Per Argentero girare questo film ha significato anche ritornare nella sua città natale, una Torino dipinta dal regista Giacomo Campiotti quasi come una grande città del nord Europa, a tinte rarefatte e bellissime che fanno del film un vero e proprio omaggio alla città. Nonostante gli spazi in cui si svolge la storia siano “tutti colorati e trasfigurati dal filtro emotivo del momento che Leo, il protagonista, vive”, come ha dichiarato Campiotti.
Un film, dunque, oggettivo. Improntato sul punto di vista di Leo, delle sue emozioni, che vanno dalla vetta del mondo al baratro più profondo. Senza passare dal mezzo. E il ventenne Filippo Scicchitano è riuscito con buoni risultati a interpretare questo bellissimo e passionale personaggio. Un ragazzo che cresce e matura durante e in seguito ad un esperienza tragica, anche grazie al prezioso aiuto della migliore amica Silvia (Aurora Ruffino).
Bianca come il latte Rossa come il sangue parla di sogni. Senza sfumature in mezzo. Racconta un dolore riuscendo comunque ad essere un film pieno di vita. È una bella prova d’attore per interpreti giovanissimi e molto preparati. Un film che Alessandro D’Avenia non avrebbe voluto “impastare nuovamente per lo schermo” e di cui infine ha firmato la sceneggiatura (insieme a Fabio Bonifacci). Un film che lo ha commosso nel momento in cui ha visto i suoi sogni prendere vita sotto forma di neo-attori adolescenti, che talvolta gli domandavano cosa si aspettasse da loro per i interpretare i personaggi. Una sensazione che D’Avenia ha descritto come “il non riuscire più a capire se stessi dialogando con i miei sogni o con la realtà” . D’altronde, il personaggio del professore, nel libro come nel film, non ha nome: è solo “il Sognatore”. Un sognatore in cui è splendido riconoscersi.

Articolo di Valeria Bono.

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