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Dal video shock di Lampedusa all’immigrazione in Italia

Creato il 23 dicembre 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

Dal video shock di Lampedusa allimmigrazione in ItaliaSta suscitando ancora molta indignazione il video shock che mostra gli ospiti del CIE di Lampedusa in fila, nudi , pronti ad essere spruzzati da una pompa che conteneva un liquido che avrebbe dovuto preservarli dalla scabbia. I CIE sono i centro di identificazione ed espulsione, in origine denominati CPT (centri di permanenza temporanea) con lo scopo di “di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari.” In sostanza questi centri hanno lo scopo di trattenere gli immigrati irregolari, dunque, privi di un regolare permesso di soggiorno, prima che vengano espulsi dal nostro paese. In totale gli stranieri possono restare nei CIE per un massimo di 18 mesi, attualmente i centri operativi in Italia sono 13.

Data la vicinanza geografica con paesi come l’Africa subsahariana, la Siria le regioni magrebine,  l’Italia e in particolare Lampedusa, è diventata, sempre più negli anni, il luogo dove gli immigrati cercano rifugio da condizioni di vita precarie. L’immigrato giunge spesso in Italia per sfuggire a condizioni di vita pericolose, non solo per cercare lavoro. Il lavoro è condizione sufficiente affinché un immigrato venga regolarizzato in Italia e ottenga dunque il permesso di soggiorno. Il governo italiano stabilisce ogni anno, attraverso il decreto flussi, quanti cittadini stranieri non comunitari possono entrare in Italia per motivi di lavoro. La manodopera straniera rappresenta una componente fondamentale, ad esempio, del settore primario nel nostro paese, sono circa 128 mila i lavoratori extracomunitari occupati nelle campagne, come anche delle colf e badanti.  

Dunque, la maggior parte degli stranieri giunge in Italia per svolgere lavori poco qualificanti o per fuggire a condizioni di vita spesso disumane o senza speranze. Nonostante ci siano interventi di politica attiva volti a favorire l’inserimento dell’immigrato nel nostro paese, si fatica ancora molto a considerare il fenomeno migratorio come una risorsa per la nostra nazione e non solo come un problema da risolvere nei centri di accoglienza. Oltre a rappresentare una risorsa culturale, attraverso il bagaglio esperienziale che ogni uomo porta con sé dal proprio ambiente, i migranti rappresentano anche una risorsa economica, in Italia si contano 2,3 milioni di lavoratori immigrati che dichiarano al fisco 43,6 miliardi di euro di redditi.

Ma guardando le immagini del video del CIE  e se torniamo indietro di qualche mese alle centinaia di morti nel naufragio del 3 ottobre, non possiamo fare a meno di chiederci come nello stesso Paese sia possibile conciliare politiche che considerino i migranti una risorsa e le immagini dei luoghi deputati alla loro accoglienza. Certo è che se quello stesso paese non è in grado di dare certezze ai propri cittadini giovani, disoccupati, precari e pensionati, risulta difficile comprendere come possa garantire dignità a accoglienza allo straniero.

Alessia Gervasi


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