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Dead space: Downfall (2009) - Aftermath (2010)

Creato il 09 marzo 2011 da Sonjli
Dead space: Downfall (2009) - Aftermath (2010)Downfall L'astronave USG Ishimura si reca sulla stazione del pianeta Aegis VII per recuperare un artefatto che dovrebbe rappresentare l'origine della nostra specie e il cardine per una nuova evoluzione. Il trasporto dell'enorme oggetto si rivelerà fatale per l'equipaggio che si troverà ad affrontare un terribile nemico. Aftermath Dopo la perdita dell'artefatto una nuova astronave viene mandata in missione per il recupero dei pezzi caduti su Aegis che sta ormai disintegrandosi. Anche in questo caso il contatto con il frammento dell'oggetto provocherà seri problemi all'interno della nave.Solo quattro persone dell'equipaggio verranno recuperate da una forza di salvataggio governativa. Il loro racconto incrociato ricostruirà l'intera vicenda. 
Dead Space è un videogioco della EA che dai trailer su YouTube, sembrerebbe anche carino, tant'è che io odio i videogames e quindi non vi posso intrattenere oltre su questo argomento. Però risulta molto interessante vedere come, ogni tanto, le case produttrici di queste meraviglie, giochino di marketing introducendoli nel mercato con delle clip o come in questo caso, dei veri e propri film. Da questo incipit ci si potrebbe aspettare una porcata immensa, invece c'è davvero una passione inaspettata che non culmina nel capolavoro, di problemi ce ne sono tanti nei due Dead Space, ma raggiunge livelli che superano tranquillamente le modeste aspettative iniziali. Anche per chi come me non conosce tutti i risvolti del videogioco.I due film sono cartoni animati confezionati alla vecchia maniera, come sono soliti fare i nostri cari giapponesi e koreani con i loro anime. Non brillando per innovazione grafica, restano comunque impressi nella memoria per una sceneggiatura semplice e diretta che rende la visione piuttosto fluida. Il regista del primo film è Chuck Patton che si è già fatto notare per “Spawn”, mentre per il secondo abbiamo Mike Disa (Hercules, Pocahontas, Tarzan), alla seconda esperienza su animazioni per “adulti” dopo l'altro promo-movie per la EA, “Dante's Inferno”. La vera chicca è lo sceneggiatore principale, Joe Goyette, che è stato anche produttore del dissacrante “Drawn together”.La storia viene raccontata senza mezzi termini e con una violenza che non risparmia nessuno. Non si cercano significati filosofici o psicologie particolari, solo arrivare all'obiettivo per cui i film sono stati architettati: raccontare gli eventi che scateneranno l'inferno del videogioco. Però questo atteggiamento, consapevole o meno, invece di rendere la pellicola un semplice videoclip di sponsorizzazione, la porta ad un livello narrativo superiore, la sensazione è di appagamento e capisci che stai guardando qualcosa di ben fatto. Buonissimi gli spunti religiosi (Initology) e il mistero che si cela dietro il ritrovamento dell'artefatto. In entrambi i film si sprecano gli omaggi al cinema maggiore: da “2001: Odissea nello spazio” ed “Aliens”, passando per “La Cosa”, fino a “Star Wars”.In Downfall l'estetica viene messa da parte per concentrarsi su una narrazione più lineare e solida con scene al limite dell'orrido (non mancano ripetute esplosioni di teste, corpi sventrati e sangue a fiumi), mentre in Aftermath ci si affida più ai quattro disegnatori di ottimo calibro per raccontare quello che più o meno, si era già visto nel primo capitolo ma con una trama più avvincente. Peccato solo per la parte in cgi di Aftermath che non è assolutamente degna del contesto grafico generale. Se vi è piaciuto “Animatrix”, altra serie di racconti animati per celebrare i capitoli due e tre del cult “Matrix”, allora Downfall e Aftermath non vi deluderanno.Questi due film d'animazione non entreranno nella storia del cinema ma danno un'idea precisa di come sia possibile creare un'opera interessante e ben strutturata dando del lavoro a disegnatori e scrittori che si divertono a intraprendere nuove strade e rendono onore a una fantascienza di buon livello.Essendo un amante di Nathan Never che seguo ormai da quasi vent'anni, vorrei che la Bonelli non si perdesse nei meandri di Hollywood come ha fatto con Dylan Dog e pensasse seriamente alla realizzazione di un film animato sul mio carissimo eroe, attingendo da questi film che stupiscono per semplicità e bellezza.

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