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Donne vittime di una violenza che non ha confini

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

In questo periodo di fine estate assistiamo sconvolti a due notizie sconcertanti accomunate dal fatto che le vittime sono donne. La prima è quella della lapidazione di Sakineh, la donna iraniana accusata di essere adultera. Si stanno mobilitando parecchi Paesi per salvarla.

Donne vittime di una violenza che non ha confini

Questa donna è una delle tantissime vittime di violenze maschile nel mondo. La violenza sulle donne ha antiche origini, come la lapidazione, eppure pare che le società si siano svegliate solo adesso. Ne parlano ancora con toni etnici, ma la violenza maschile è diffusa in tutto il mondo, una vera mattanza.

Rimbomba nelle nostre cronache ed è onnipresente in tutto il nostro tessuto sociale. Otto donne alla settimana vengono uccise per mano di un uomo. Solo in Italia, le percentuali degli stupri e dei reati di stalking sono da emergenza, ma a nessuno preoccupano. In tutto il mondo una donna su tre è vittima di violenza maschile. Vittime di una violenza che non ha confini.

Nel nostro contesto sociale, i mass-media e il trattamento del nostro Governo verso le donne spesso la agevola. Essere donna in italia significa essere svantaggiata in ogni tessuto della società. Ecco perchè credo dovremmo sostenere di più Sakineh. Perchè Sakineh siamo tutte noi.

Donne vittime di una violenza che non ha confini

In questi giorni nel nostro Paese sconvolge la notizia della scomparsa di una ragazzina di quindici anni. Sono passati dodici giorni e ancora di Sarah nessuna traccia ma solo angoscia e preoccupazione.

Temo il peggio, temo sia un’altra vittima di violenza maschile ma spero che sia sana e salva.

Abbiamo anche appreso una cosa comune in tutte le società: chi denuncia ogni forma di violenza maschile viene considerata alla stregua di una prostituta.

Carla Bruni assieme a tutte le donne che si impegnano a salvare la vita di Sakineh sono state etichettate dall’Iran come “prostitute”. Un trattamento che ci ricorda molto lo stigma che subisce una donna che  denuncia uno stupro.

Per questo che bisogna iniziare a non vederci nulla di etnico sull’esecuzione di Sakineh. Innanzitutto bisognerebbe fare qualcosa di concreto, cercare di sottrarre le donne dalla violenza maschile, facendo anche in modo che abbiano i mezzi per difendersi cosa che nemmeno i Paesi occidentali (compresa l’Italia) stanno realmente facendo.

Cosa sta facendo per le donne il Governo Italiano? Nulla di concreto. Nemmeno l’impegno nella ricerca di Sarah.

Ecco la petizione per Sakineh.



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