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“Dove se ne va, signorina Morgan?”… tratto da “Calze rosse” di Louisa May Alcott

Da Cucinaedintorni

“Dove se ne va, signorina Morgan?” domandò Lennox, quando la raggiunse in un giorno di freddo pungente.
“Sto facendo la mia passeggiata salutare quotidiana.”
“Anche io.”
“Con una differenza” e Belle diede un’occhiata al gentiluomo intabarrato dal naso bluastro che camminava di buon passo a fianco a lei, di tanto in tanto rabbrividendo e stringendosi nelle spalle.
“Dopo un inverno nel sud della Francia, uno non trova facile sopportare un clima artico come questo” disse lui, con aria disgustata.
“A me piace e faccio cinque o sei miglia al giorno, il che mi mantiene in quella che le le signore raffinate chiamano ‘salute robusta’” rispose Belle, facendolo proseguire a un passo che ben presto rese i suoi indumenti di pelliccia un vero fardello.
Lei era una nota camminatrice, e un pochino fiera della sua forza, ma quel giorno superò ogni sua precedente impresa e procedette con piglio valoroso. Qualcosa nei suoi modi convinse l’accompagnatore ad accettare la sfida; il suo abituale incedere pigro si trasformò in una marcia rapida che gli fece danzare il sangue, brillare il viso e spumeggiare lo spirito come non aveva più fatto da giorni e giorni.
“Ecco! Lei assomiglia di più al suo vero io, adesso” disse Belle, con il primo segno di approvazione che si fosse mai degnata di dargli, quando lui la raggiunse rapidamente dopo una corsa per recuperare il suo velo, che il vento aveva trascinato via oltre la siepe e il fossato.
“E’ sicura di sapere qual è il mio vero io?” domandò lui, con un tocco della sua aria da “eroe conquistatore”.
“Nessun dubbio a riguardo. Io riconosco sempre un soldato quando ne vedo uno” replicò Belle con decisione.
“Un soldato! Questa è l’ultima cosa di cui mi aspetterei di essere accusato” e Lennox parve sia sorpreso sia gratificato.
“C’è un lampo nei suoi occhi e uno squillo nella sua voce, di tanto in tanto, che mi fa sospettare che lei abbia fuoco ed energia sufficienti se solo cercasse di esprimerli, e lo spirito con cui ha appena eseguito il ‘Passo svelto Morgan’ dimostra che avevo ragione” replicò Belle, ridendo.
“Allora non sono totalmente un ‘pavone’?”disse Lennox, in modo eloquente, poiché durante la chiacchierata, che era stata vivace come la passeggiata, Belle aveva inferto parecchi astuti colpi ai suoi peggiori peccati, e lui non poté resistere alla tentazione di restituirgliene uno, per quanto quel suo inatteso complimento gli facesse piacere.
La povera Belle arrossì tutta, cercò di fare una faccia come se non avesse capito e fu ben felice di nascondere la confusione dietro il velo appena recuperato, senza dire una parola.
Ci fu una deliberata esibizione sia del “lampo” sia dello “squillo” mentre Lennox guardava la giovane dama improvvisamente remissiva e, assai soddisfatto della rivincita, dava l’ordine “Avanti, marsh!”, il che li portò ad arrivare al cancello del giardino senza fiato ma assai più amici di prima.
Al successivo incontro dei due giovani, Belle era così di fretta che girò l’angolo con un’espressione assente che era un vero capolavoro. Proprio in quel momento ecco che il coperchio del cestino che portava rotolò a terra, e Lennox, recuperandolo da una pozzanghera, la aiutò volenterosamente a risistemarlo sopra una buffa collezione di bottiglie, piatti e ordinati rotolini di ogni genere.
“E’ molto pesante, non posso portarlo io per lei?” domandò, con fare insinuante.


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