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Dove viveva Osama

Creato il 05 maggio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Dove viveva Osama

Molti lo immaginavano in una grotta dell’ostile Waziristan, area tribale del Pakistan. In effetti il Waziristan c’entra, perché il compound nella cittadina di Abbottabad, 100 km da Islamabad, era chiamato Waziristan Haveli.

Un’autentica fortezza. Tre piani, muri alti 5 metri, filo spinato, finestre oscurate. Niente telefono o collegamento internet. Solo una tv satellitare e un computer, una miniera d’oro per la CIA. Una costruzione che balza all’occhio, ma gli abitanti non si facevano troppo domande.

Hussain Jaffri, il vicino di casa:

Girava voce che la persona che viveva qua dentro fosse un contrabbandiere di Peshawar. IN questa zona, quando vedi una grande casa, tu sai che c’è dietro del denaro sporco, magari proveniente dal commercio di polvere bianca. Quando c’è una voce come questa, non si va a bussare alla porta. 

All’interno vivevano 16 o 18 persone. Ma solo una, Nadeem, entrava e usciva ogni giorno, a bordo di un minivan Suzuki rosso, per fare la spesa. Tornava spesso con una capra, destinata alla macellazione. Il compound conteneva anche un allevamento di conigli, capre, mucche, 150 galline e 4 cani da guardia.

Arredamento spartano, da latitante, esterno della dimora quasi trasandato.

Due grandi cortili, con pioppi e peschi. Un luogo adibito alla bruciatura dei rifiuti, una coltivazione di marijuana di prima qualità. Nessuno poteva suonare al citofono: il lattaio lasciava le bottiglie fuori dal doppio cancello verde. Se i bambini giocando a calcio o a cricket buttavano la palla all’interno, gli venivano dati i soldi per ricomprarsela. Se qualcuno si fermava a dare a un’occhiata o osava appoggiarsi alle mura, gli veniva intimato di andarsene.

A parte Nadeem, nessuno aveva interazioni con il vicinato: gli inquilini non partecipavano alle festività nazionali o religiose.

Una casa sospetta, ma mai controllata a fondo dalle autorità pakistane. Uman Daniel Alvi, 16 anni:

Girava voce nel quartiere che ci abitasse il nipote del leader talebano Baitullah Mehsud.

A mezzo miglio c’è l’accademia militare Kakul, una scuola di addestramento, dove due settimane fa è intervenuto il generale Ashfaq Kayani. A meno di cento metri, la casa del maggior Amir Aziz, ufficiale del corpo medico.

Ad Abbottabad, a gennaio, era stato arrestato il presunto qaedista Umar Patek.

La proprietà è stata acquistata a metà degli anni 2000 da Arshad Khan e il fratello, provenienti da Charsadda, nella provicina di Khyber Pakhtunkhwa. Poi nessun passaggio di consegna ufficiale. Però in quella fortezza c’era l’uomo più ricercato del mondo, forse già da molti anni, forse in procinto di andarsene.

 


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