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Dragomira ce la deve dare!

Da Tnepd

Dragomira ce la deve dare! Dunque, per scrivere un post degno di questo nome mi ci vogliono dalle quattro alle otto ore, facciamo una media di sei ore. Intendo post – condivisibili o meno nella sostanza ma corretti, funzionali e accattivanti nella forma – che si possono considerare veri e propri articoli giornalistici. Nel mese di Novembre ne enumero in questa categoria circa una trentina su un totale di oltre un centinaio. Ne trovate una selezione stringata qui. Totale a spanne: 180 ore.
Facendo tesoro della mia esperienza personale constato che, come me, molti altri blogger pubblicano nel loro spazio, quasi quotidianamente, articoli d’opinione che ritengo sarebbero degni di nota sui media a larga diffusione, sui quotidiani ed i periodici cartacei ed ancor più agevolmente nelle loro versioni web. Cio’ non accade. Forse non c’e’ abbastanza spazio? Ne dubito. Vediamo perche’.
A ben vedere l’accesso alla cruda notizia e’ ormai alla portata di chiunque lo desideri. Se sei interessato alla cronaca nazionale, diciamocelo fuori dai denti, un quotidiano vale l’altro e Google News per tutti.
Tamponamento a catena sulla Salerno Reggio-Calabria, due feriti Tutte le notizie (174) >>
Ora, a che serve avere altri 174 siti ed agenzie che ripetono che c’e’ stato un incidente stradale?
E’ un dato di fatto: c’e’ un’offerta sovradimensionata di fredde “attualita’” ripetute, rimbalzate, copiacollate, ciascuna dissimile dall’altra a mala pena nella punteggiatura. Questo bombardamento non ha nulla a che vedere col pluralismo dell’informazione. A cosa serve un tale tsunami quotidiano di input inutili? E soprattutto, a chi serve?
Non al lettore che da un bombardamento non puo’ che uscire, per forza di cose, frastornato. Le statistiche raccontano che la maggior parte della gente apre le homepages delle principali testate (Corriere, Repubblica e via discorrendo), legge i titoli e forse gli shorts per poi tornare a farsi i fatti suoi su Facebook. Visto questo andazzo, i titoli diventano, ogni giorno che passa, sempre piu’ simili tra loro e scritti non per incuriosire ma per saziare. Dovrebbero essere l’aperitivo ed invece sono l’amaro.
Lo tsunami di notizie ridondanti serve piu’ probabilmente ad occupare abusivamente l’attenzione dei lettori che, accidiosamente sempre meno esigenti, saziano in tal guisa quel che resta del loro ormai debole appetito di conoscenza.
Ma torniamo a noi... dicevo dei trenta buoni post in un mese che equivalgono a 180 ore. Ore fatte di letture, ricerche, approfondimenti, stesura del pezzo, riletture, correzioni, aggiunta dei links, scelta e ricerca delle immagini, impaginazione, pubblicazione ed un minimo di autopromozione e poi arrivano i commenti e le mail e si cerca anche di rispondere a tutti i commenti ed alle mail. 180 ore per me volontarie, libere, bellissime e credo tali anche per molti altri bloggers.
Ma quanti saranno i bloggers che dedicano tutto ‘sto tempo alla comunicazione del loro pensiero, dei loro dubbi, delle loro opinioni? Di autori di questo genere io ne enumero una trentina - selezionati tra gli opinionisti inclini a trattare di politica e societa’ – quindi  tenendo in considerazione tutti quelli che ignoro e tutti quelli che trattano con cognizione di causa di altri argomenti non banali che a me adesso non interessano... beh... sono certamente molti di piu’.
Dragomira ce la deve dare! Escludiamo TNEPD per evitare cavillose inevitabili contestazioni e stimiamo, condotti da buon senso e parsimonia, che ci siano almeno un centinaio di ottimi opinionisti italiani, attivi da tempo, a cui la “sorte” nega l’accesso a quei dieci/quindici media che fanno l’opinione pubblica. A molti di loro, in realta’, la “sorte” nega l’accesso a qualsiasi medium degno di nota.
Ebbene, non ho tempo ora di rimestare sul perche’ cio’ accada, ma di fronte a tante buone volonta’ dalle ali tarpate voglio qui ricordare la prodigiosa ascesa nel firmamento dell’editoria italiana di una fanciulla bulgara, (forse) autrice di Alberi senza radici, pubblicato addirittura da Mondadori, a cui e’ stato persino aggiunto un film intitolato GoodBye Mama, premiato niente popo’ di meno che al Festival del cinema di Venezia.
 “Dottore, allarme rosso. Un’emergenza terrificante. C’è una amica molto cara al primo ministro bulgaro e al premier, una brava ragazza, si chiama Michelle Bonev (alias Dragomira, ndr). Dice che vuole andare al Festival di Venezia e che partecipare non le basta più. Il nostro presidente Berlusconi le ha promesso che lo vincerà e che sarà una bellissima serata, piena di luci e colori. Una serata di libertà. Lei, con il tempo, se ne è convinta e non c’è verso di farle cambiare idea”. Da una parte del filo il ministro James Bondage (Bondi), dall’altra Nicola Borrelli, direttore generale del ministero dei Beni culturali, sezione cinema:  “Ministro, proviamo, non so se sarà possibile”
Fu possibile.
Soltanto l’ultimo tassello di questo scherzetto editoriale – la premiazione artefatta a Venezia - e’ costato 400.000 euro al pueblo italiano, senza voler tenere in considerazione l’inutile stampa di migliaia di copie di un libro di cui si poteva e doveva fare a meno e la realizzazione addirittura di un film che gli incassi al botteghino difficilmente ripagheranno. Accontentiamoci dei 400.000 euro.
Dragomira ce la deve dare! Ora, mi pare politicamente corretto pretendere che Dragomira e Bondage risarciscano e – poiche’ non e’ realistico che lo facciano rendendo qualche centesimo di euro a ciascun italiano – propongo in questa sede quali esattori e fruitori del risarcimento, quei 100 bloggers che si fanno un mazzo di 180 ore al mese arrivando si e no a qualche migliaio di lettori.
E poiche’ li stimo moralmente non inclini a soddisfarsi del vil denaro, propongo altresi’ che il risarcimento sia corrisposto in natura.    Viste le foto, 4.000 euro a botta mi sembra un prezzo onesto
p.s. Mi rendo conto che per gli amici bloggers omosessuali la prospettiva e’ meno attraente ma... la soddisfazione? Stringete i denti, fatelo per la patria.
WikioDragomira ce la deve dare!OkNotizie

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