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È il solito Bossi estivo: “Al Nord fanno i fucili”. E il solito Casini: “Sui diritti civili non voglio ultimatum”.

Creato il 22 luglio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

È il solito Bossi estivo: “Al Nord fanno i fucili”. E il solito Casini: “Sui diritti civili non voglio ultimatum”.

Partiamo dall’inizio. Dopo essere stato trombato in modo “incivile” al congresso della Lega, quasi fosse stato un casiniano matrimonio gay, il Senatur sta cercando in tutti i modi di riemergere dal box nel quale lo hanno parcheggiato senza troppi complimenti (non gli piacciono i sonaglini rossi, lui li vuole verdi). Così, non appena vede un giornalista che gli si avvicina, Umberto parla, madonna quanto parla. L’ultima, apparsa su tutti i giornali, è una frase che si è lasciato (apposta) scappare e che suona pressappoco così: “Al Nord fanno i fucili, Monti stia molto attento”. Il primo cambiamento che notiamo rispetto al passato, è che questa volta Bossi ha parlato proprio di fucili, e non di baionette con le quali ha terrorizzato per anni i valligiani della Pusteria. Un salto di qualità notevole soprattutto dopo la strage di Denver, ma si sa, Bossi i giornali non li legge, a volte Topolino ma per guardare le figure. Non sa lui, Bossi, il Senatur padre di una Trota salmonata psicologicamente labile, che se al Nord i fucili li fabbricano, dove si esprimo al meglio, grazie anche alla maestria di chi li imbraccia, è al Sud, magari dopo una limatina alle canne, magari dopo averli caricati con proiettili dirompenti da 10mm., magari dopo averli dotati di mirino che sembra essere l’ultima evoluzione della lupara. Neppure quando parla di fucili Bossi sa quello che dice, figuriamoci di politica. Continua il tormentone Casini. Lui dei matrimoni gay non ne vuole proprio sapere. Lucido ed esauriente il commento di Nichi Vendola: “Quando Casini entra nel campo, per lui un po’ impervio, dei diritti civili usa un vocabolario violento. Evoca le nozioni di natura e civiltà in modo intellettualmente rozzo”. Per concludere: “Dobbiamo fare i conti con una lunga storia di ipocrisia della classe dirigente, quel pezzo di notabilato politico che di giorno s'intesta i family day e di notte li celebra in coca party con prostitute". Ma nel mirino del clero, di coloro che intervengono sempre e solo per la salvezza della nostra anima e per i contributi a fondo perduto alle scuole cattoliche, c’è anche il registro delle unioni di fatto che la giunta Pisapia sta varando a Milano. “Corriamo il rischio della poligamia”, tuonano  dalla Curia, “così facendo dobbiamo riconoscere anche le tutte le mogli dei musulmani”. Chissà se, a Dio piacendo, forse non sarebbe meglio riconoscere le mogli dei musulmani piuttosto che sborsare milioni per i danni dei preti pedofili. In fin dei conti quella è una tradizione, la pedofilia un’aberrazione. 



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